Una nuova alunna

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La sveglia rossa sul comodino segnava le 7 in punto, nonostante fosse andata a letto presto la stanchezza che si sentiva addosso non era qualcosa che si sarebbe potuta togliere di mezzo con un semplice caffé.
Rimase immobile per qualche minuto con la testa sotto le coperte prima di decidersi ad alzarsi definitivamente, la notte precedente non era riuscita a trovare le forze per struccarsi e già immaginava quale sarebbe stato il risultato.
Tolse pigramente una gamba dal letto sbadigliando profondamente e perse qualche altro minuto a fissarsi i piedi, quando finalmente si decise ad alzarsi e farsi una doccia erano le 7:15, sarebbe dovuta uscire tra soli quarantacinque minuti, minuti in cui avrebbe dovuto preparare la colazione e svegliare le bambine.
L'acqua calda scorreva sulla pelle arossandola leggermente, non era esageratamente calda, ma essendo bianca come la neve era piú facile irritarla. Si sfregò gli occhi con il palmo delle mani colorandoli di nero, li risciaquò e chiuse l'acqua. si appuntò mentalmente di struccarsi prima di andare a dormire la prossima volta e uscì dalla doccia avvolgendosi nel solito asciugamano rosa cipria.
Era indecisa se indossare una gonna stretta nera fino al ginocchio o i suoi amatissimi Jeans chiari,
si mordicchiò nervosamente il polpastrello dell'indice e allungò la mano verso la gonna. Decise che se non si sarebbe truccata, e quindi avrebbe avuto le sembianze di uno zombie che almeno sarebbe dovuta essere uno zombie elegante.
Per la fretta rischiò di inciampare sulla bambola di Lizzie abbandonata sulle scale, si chinò e la raccolse infastidita, aveva ripetuto tante di quelle volte che una volta finito di giocare, le cose andavano rimesse al loro posto e non lasciate dove capitava.
La posò su una sedia vuota in cucina e prese due uova dalla confezione, erano le 7:45 e essendo una maniaca del controllo si impose che alle 7 e 48 tutto sarebbe dovuto essere pronto.
Corse a scaldare il latte e nel mentre rigirò le fettine di Bacon che scoppiettavano nella padella

"Buongiorno"

Alaric era già vestito e ben pettinato, aveva una camicia bianca abbottonata fino all'ultimo bottone e dei jeans scuri aderenti, i capelli erano tirati all'indietro da un leggero strato di gel, nonostante l'età era sempre un bell'uomo.
Si accomodò in una delle altre sedie vuote in attesa di una risposta che non sarebbe mai arrivata e osservò Caroline camminare da una parte all'altra della stanza senza degnarlo di uno sguardo

"Fa colazione con noi? "

Chiese sarcasticamente indicando la bambolina dai ricci d'oro seduta davanti a lui, che lo fissava inespressiva.

"Ah-ah-ah, succo alla pesca? "

Domandò agitando il cartone che teneva in mano. glielo posò davanti senza nemmeno aspettare la risposta e con il fianco chiuse la portina del frigorifero

"E succo sia"

Rise e affondò la forchetta nelle uova fumanti che gli erano appena state posate davanti

"LIZZIE JOSIE LA COLAZIONE É PRONTA, AVETE DIECI MINUTI PER FINIRE TUTTO O FARETE TARDI A SCUOLA"

Urlò a squarciagola strappando un'altra risata ad Alaric.

"Che c'é? "

Chiese sedendosi,
In risposta scosse la testa trattenendo un'altra risata

"Lizzie, cosa ti ho detto dei giocattoli?"

Domandò quando la piccola scese l'ultimo scalino

"Che devo rimetterli sempre apposto oppure non potrò piú giocarci"

Rispose con la vocina impastata dal sonno.
Si avvicinò e tirò la bambola per un braccio facendola ricadere di fianco

"E perché non lo hai fatto? "

Alzò le spalle e si diresse verso il cesto dei giochi lanciandola dentro.

Arrivarono a scuola alle 8:30 precise, le bambine avevano lezione con Jeremy e dopo averle salutate piú volte si diresse nella sua classe.

"Buongiorno bambini"

Esclamò entrando nell'aula, tutti si alzarono all'unisono strappandogli un sorriso.
Amava insegnare, essere circondata da tante faccine curiose che non vedevano l'ora di imparare cose nuove.
All'inizio l'idea la spaventava, ma con il tempo si sentí piú a casa in quella struttura che a casa sua.

"Buongiorno signorina Forbes"

Sistemò la borsa sulla sedia affianco alla cattedra e fece cenno ai bambini di risedersi.

"Signorina forbes? "

Katy Dunbar, una segretaria pigra ma dal sorriso gentile teneva per mano una bambina dai capelli biondo fragola, che nonostante fosse spaventata rimaneva ben salda al suo fianco.

"La nuova arrivata"

Sorrise imbarazzata cercando di nascondere che si era completamente scordata che oggi sarebbe arrivata una nuova alunna.

"Vieni piccola, grazie Katy"

Richiuse la porta e la bambina avanzò a piccoli passi verso la cattedra. La scrutò attentamente, e quando gli occhioni blu verdi incontrarono i suoi si sentì costretta a distogliere lo sguardo. Era lei la professoressa, era lei che aveva il comando, eppure non riuscì a reggere lo sguardo, per un attimo quegli occhi gli sembrarono familiari ma scacciò subito via il pensiero. Si rese conto del silenzio durato a lungo e sorrise costringendosi a parlare.

"Come ti chiami piccola? Puoi sederti lí affianco ad Emily"

Indicò una bimba dalla carnagione scura intenta a scarabocchiare su un quadernino azzurro, smise nell'istante in cui sentì il suo nome, si rizzò sul posto e sorrise cordialmente.

"Hope"

Rispose sedendosi e posando lo zainetto ricoperto di fiori sullo schienale della sedia

"Hope Mikaelson"

Sorrise, fiera di pronunciare il suo cognome.

Caroline trattenne il respiro per qualche secondo senza nemmeno rendersene conto, la testa cominciò a viaggiarle senza sosta e solo ora si rese conto della notevole somiglianza.
Erano i suoi occhi, gli stessi occhi che era tanto abituata a vedere pieni di odio ora erano lí che la osservavano colmi di innocenza. Come era possibile? Come poteva essersi dimenticata del suo arrivo? Ora che ci rifletteva meglio nessuno l'aveva informata, avrebbe sicuramente letto quel cognome.

"Sei la figlia di.. "

Il nome le morí in gola e si mordicchiò l'interno della guancia, un brutto vizio che si era presa con il tempo, a volte lo faceva così spesso da farla sanguinare.

"Klaus, conosci mio padre? "

Annuì e si sforzò di sorriderle, ma fu abbastanza sicura che le uscì una smorfia

"Sei Caroline? "

Annuí nuovamente e l'espressione leggermente dura tramutò in un sorriso.
Klaus le aveva forse parlato di lei? Le aveva forse detto qualcosa sulla loro storia? Si rimproverò mentalmente per aver definito qualsiasi cosa associata a Klaus come 'loro storia' e scacciò via le domande che durante la lezione continuarono a tormentarla.
Quando la campanella suonò si sentì sollevata, sprofondò nella sedia e osservò gli alunni lasciare la classe, seguì con lo sguardo la bambina che le metteva tanta soggezione finché non si fermò e si girò a guardarla

"Signorina Forbes?"

Si schiarì la gola prima di rispondere

"Si Hope?"

Sorrise timidamente, un sorriso che aveva visto raramente su Klaus, le poche volte che avevano avuto una conversazione decente

"Di persona è ancora piú bella"

Si mise lo zainetto sulle spalle e uscí dall'aula lasciandola piú confusa di prima.
Cosa significava quella frase?

The Klaroline diariesTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon