Small town boy small town life

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Il pomeriggio passò più lentamente del solito, le bambine arrivarono verso le 15, allievandole un po' il peso sul petto. Si sentiva angosciata e avrebbe dovuto organizzare il ballo per i più grandi della scuola.
Si trovava seduta sulla sedia in cucina, con davanti un foglio ancora immacolato.  Giocherellava con la matita, osservando le bambine giocare, si perse a osservare come i capelli biondi di Josie svolazzassero in aria quando correva via da Lizzie.
Sbuffò e si concentrò nuovamente sul foglio

<<perché ti stressi tanto su quella festa? Non é neanche necessario farla>>

Alaric interruppe i suoi pensieri, posandole accanto un caffè.
Sorrise per ringraziarlo, prese in mano il bicchiere caldo e se lo portò alle labbra, soffiandolo leggermente per freddarlo.

<<Vorrei che quei ragazzi avessero un'infanzia normale, come la ho avuta io>>

Rise alle sue parole

<<Caroline, hai due bambine con il tuo professore di storia, abbiamo quasi rischiato di morire e ah, tu tecnicamente sei morta>>

Bevve un sorso di caffè, il liquido caldo le scaldò il petto, lo allontanò e lo posò sul tavolo accanto al foglio.

<<più o meno>>

Aggiunse. La sua non era stata un'infanzia normale, o per lo meno, lo era stata fino ad un certo punto.
Ma aveva avuto comunque l'onore di studiare in una scuola normale, con persone normali, dove si facevano cose normali.
Sbuffò, odiava la parola normale, lei non era neanche lontanamente vicina alla normalità.

<<e allora fallo>>

La accontentò sedendosi nella sedia di fronte a lei.
Lo guardò scettica, certe volte la personalità di Alaric era insopportabile, sarà che il tempo trascorso con Damon lo abbia cambiato, ma prima lo trovava più simpatico.

<<Grazie del consiglio Alaric>>

Rispose sarcastica.
Disegnò un coniglietto sull'angolo del foglio, le orecchie lunghe abbassate lungo la testa, le zampette grassoccie nascoste tra il pelo vaporoso e la codina sembrò un pezzo di cotone rovinato.
Accartocciò il foglio ringhiando esasperata

<<a mio parere era un coniglio molto carino>>

Gli lanciò la pallina in faccia, ringhiando nuovamente.
Alaric rise e raccolse la pallina, poi alzò lo sguardo su di lei.

<<Vuoi uscire a fare una passeggiata?>>

Scosse la testa e gli strappò la pallina accartocciata dalle mani.
Aveva bisogno di aiuto, non di un qualsiasi tipo di distrazione

<<potresti chiamare Elena e chiederle se verrebbe a darmi una mano? >>

Squittì sbattendo le palpebre più volte. Annuí sospirando e afferrando il telefono di casa.
Guardò l'ennesimo foglio bianco davanti a lei, se si fosse lasciata trasportare dai suoi pensieri sarebbe stata sicuramente in grado di organizzare un Horror.
Tanto sangue e ragazzi insanguinati, ovunque.

<<Dice che verrà qui a momenti>>

Annuí e si lasciò sprofondare sulla sedia.
La sua vita era perfetta, più o meno.
Aveva due splendide figlie, una casa, un lavoro e tante persone che le stavano accanto.
Perché Klaus aveva deciso di rovinargliela proprio ora? Dopo tutto quel tempo in cui non aveva avuto sue notizie, gli era venuta la brillante idea di piombare nella sua vita e incasinarla ancora una volta.
Doveva lasciarlo perdere, portava solamente guai e non ne aveva bisogno. Ora era più matura rispetto a quando lo aveva conosciuto, non si sarebbe fatta ne minacciare ne manipolare con i suoi giochetti.
Scrisse 1970 sul foglio e rimase a guardarlo per qualche minuto, gli venne in mente il ballo con Tyler stretti l'uno all'altra in un lento, i loro sorrisi e i loro sguardi "ragazzo di paese, vita di paese. Non sarà mai abbastanza per te".
Scosse la testa.

<<Caroline>>

Elena fece capolino abbracciandola, sorrise e ricambiò l'abbraccio.
La guardò accomodarsi sulla sedia dove qualche minuto prima sedeva Alaric, prese il foglio posato sul tavolo e lo guardò corrugando la fronte.

<<1970>>

Spostò di lato il foglio per guardare Caroline e inarcò un sopracciglio.

<<beh, non male come inizio>>

Strinse le labbra e le ripassò il foglio.
Sbuffò sonoramente e accartocciò anche quello

<<non ho idee okay?>>

Sbottò alzandosi in piedi.
Nella testa le frullavano tante di quelle cose, ma nessuna inerente a una festa.

<<Caroline Forbes, non conosco nessuno in grado di organizzare una festa meglio di te,  Devi solo concentrati>>

La rassicurò in tono dolce.
Incrociò le braccia e si sforzò di pensare, ma gli unici suoi pensieri si concentravano su uno unico pensiero che la rendeva nervosa e arrabbiata.

<<NO!>>

Sbottò.

<<Devo organizzare un ballo, occuparmi delle bambine, sto impazzendo per la questione di Stefan e ora Klaus decide di tormentarmi, é troppo pure per me>>

Parlò a raffica, senza riflettere su cosa dire. Si portò una mano alle labbra e si girò di schiena

<<Klaus?>>

Ogni volta che sfuriava non riusciva a limitare le informazioni, era sempre stato un suo difetto e finiva sempre per cacciarsi nei guai. Come poteva spiegare una cosa del genere ad Elena se non riusciva a spiegarlo neanche a se stessa?

<<tu, cosa. KLAUS?>>

ripeté più forte.
Si avventò su di lei tappandole la bocca con una mano, si portò l'indice della mano libera davanti alle labbra in segno di silenzio.

<<Abbassa la voce>>

Sussurrò. La guardò diffidente mentre spostò la mano dalla sua bocca consentendole di parlare.
Elena aveva lo sguardo di chi aveva visto un alieno a tre teste, la bionda chiuse gli occhi frustrata

<<si, si é presentato qui ieri notte>>

Parlò a voce così bassa che si dovette sporgere ad ascoltare.
Tirò un sospiro e si mordicchiò la guancia

<<É complicato>>

Concluse.
La mora si alzò di scatto e la tirò per un braccio verso il portico senza emettere suono, una volta fuori gli lanciò un'occhiataccia.

<<la matematica è complicata, Klaus è pericoloso Caroline>>

Ringhiò.
Saltò sul posto e chiuse la porta di casa

<<SHHHHHH>>

la spinse più lontano, e tese l'orecchio per sentire se qualcuno stesse arrivando.
Riportò lo sguardo su Elena, che si teneva una mano nel fianco guardandola con sguardo accusatorio.

<<Non scelgo io da chi farmi perseguitare e la matematica è facile Elena>>

Rispose mettendosi anche lei una mano sul fianco.
Voleva deviare l'argomento, non si sentiva pronta ad affrontare questo discorso con Elena, ne con nessun altro.

<<Possiamo occuparci del ballo perfavore? >>

Chiese con tono supplicante.
La guardò riluttante e annuì cedendo.

<<ma promettimi di stargli alla larga>>

Annuì.
Ci aveva già pensato da sola, non c'era bisogno che glielo dicesse.

<<Caroline?>>

Sbuffò irritata, odiava gli ordini

<<promesso>>

Disse. La guardò preoccupata.
Perché ogni volta che si parlava dei Mikaelson tutti assumevano quello sguardo? Non erano più temibili come un tempo, per lo meno non con loro. Eppure tutti ne avevano paura ancora una volta.
Ricambiò lo sguardo con uno dei suoi e Elena distolse lo sguardo.
Erano tutti strani riguardo a loro, c'era sicuramente qualcosa sotto ma nessuno aveva intenzione di dirglielo.
Hope nella sua scuola, Klaus ubriaco sporco di sangue che non si preoccupa di lei e oltre Hayley, nessuno dei Mikaelson si faceva vivo.
Doveva capirne di più.

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