Team Barbie

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Le giornate seguenti furono di una strana quiete per la ragazza dai capelli biondi, si sentiva quasi oppressa da quella tranquillità che ormai la accompagnava nella sua quotidianità.
Fissava un punto vuoto, seduta sulla panchina diventata ormai per lei, una delle cose più care appartenenti a Mystic falls.
Passo l'indice sul nome di Elizabeth Forbes rilasciando uscire dalle sue labbra una nuvoletta di vapore bianco accennando un lieve sorriso al ricordo del viso sereno della madre.

«Smetterai mai di mancarmi?»

Sussurrò lasciando ricadere la mano sulle sue ginocchia, rannicchiate al petto.
Sollevò la tazza calda portandola alle labbra, sorseggiando il caffè bollente lentamente, attenta a non scottarsi la lingua, si sentiva nuovamente malinconica, come se qualcos'altro le fosse stato appena portato via.
Scosse la testa sollevandosi, cercando di scacciare via i pensieri che le affollavano la mente ma sapeva in cuor suo che non sarebbe stato tanto facile. Aveva riassaporato il brivido del pericolo che era sempre stato Klaus Mikaelson e ritornare così bruscamente alla sua vecchia vita le sembrava difficile, quasi impossibile.
Si strinse nel cappotto nero mentre percorse a passo svelto il vialetto, lasciando che i suoi stivali affondassero nella neve, rivolse un sorriso ad ogni viso conosciuto fino all'arrivo al Mystic Grill, dove scorse i suoi vecchi amici seduti ad un tavolo.

«Caroline! »

Elena sollevò un braccio in aria agitandolo per attirare la sua attenzione.
Ampliò il suo sorriso e li raggiunse prendendo posto accanto al ragazzo biondo, che aveva visto crescere assieme a lei

«Ragazzi, quale onore avere lo sceriffo Donovan tra noi»

Lo derise spingendolo leggermente dalla spalla.
Per lei era più di una battuta, da quando Matt fu nominato sceriffo non fu più presente all'interno della sua vita, della loro amicizia non rimase altro che una telefonata alla settimana e dopo qualche mese, neanche più quella.

«Avevo questioni importanti, la città non si protegge da sola»

Ribattè indicando la stellina spillata alla perfezione sulla tasca della giacca, facendo alzare gli occhi al cielo alla maggior parte dei presenti.

«E saresti tu a proteggerla?»

Lo incalzò l'ultimo Salvatore rimasto in vita tirandole una patatina addentata a metà.
Elena scoppiò in una fragorosa risata appoggiandosi alla sua spalla e Caroline si sforzò di unirsi a lei, fallendo miseramente.
La verità è che più tempo trascorreva con quelle persone, più si sentiva fuori posto, ma non lo avrebbe mai ammesso, si sarebbe autoconvinta del contrario, perché avrebbe preferito morire piuttosto che considerare i suoi migliori amici degli estranei.

«Care novità?»

La domanda di Matt le arrivò come uno schiaffo in pieno viso, per tutto questo tempo era stato inesistente e aveva la faccia tosta di saltare fuori con domande del genere, banalissime a gli occhi degli altri, ma significanti a quelli suoi.
Si scambiò uno sguardo con Elena, che era a conoscenza delle visite indesiderate da parte di Klaus e sembrava non vedesse l'ora di saperne di più.
Si schiarì la gola e abbassò lo sguardo su un graffio presente sopra il tavolino di legno prima di proferire parola

«No, tutto é tornato alla normalità»

Affermò con decisione alzando lo sguardo su di lei che lo ricambiò riluttante.
Dopo qualche minuto di silenzio imbarazzante la conversazione si spostò su altro, dove si limitò ad annuire e a sorridere ogni tanto in segno di partecipazione, nonostante afferrasse solo metà delle cose che venivano dette.
[...]
Il tragitto verso casa sembrò per Caroline una vera e propria tortura, Elena aveva insistito tanto per accompagnarla liquidando così i due ragazzi rimasti per qualche altra bevuta, e nel momento in cui il suo sguardo si era puntato sul suo aveva capito che non avrebbe deviato ancora l'argomento.

«Quindi mi stai dicendo che è scomparso? così? nel nulla?»

esclamò incredula parandosi davanti a lei una volta arrivate davanti a casa.
La conversazione la rendeva nervosa, era strano dover parlare di lui con qualcuno dopo tanto tempo, soprattutto con Elena, che lo aveva odiato più di tutti.

«Si Elena, si è volatilizzato nel nulla, e ora puoi per favore smetterla di continuare a parlarne?»

Si lamentò incrociando le braccia al petto cercando con lo sguardo una via d'uscita.

«Ma tu devi stargli lontana Caroline»

Le impose incatenando lo sguardo al suo.
Lo aveva già promesso e sapeva che avrebbe dovuto mantenere quella promessa, ma più qualcuno lo  nominava più la curiosità la assaliva mettendo a tacere la sua parte razionale.

«Questa volta devi farlo sul serio»

Il tono duro variò verso la preoccupazione, alimentando ancora di più la sua curiosità.

«Perchè?»

Inarcò un sopracciglio battendo ripetute volte il tallone sul marciapiede.
Quella domanda sembrò turbarla, così come alla maggior parte delle persone che affrontavano un discorso sulla famiglia Mikaelson

«Perchè é pericoloso, potrebbe farti del male»

Scosse la testa superandola, basita dalla sua risposta

«Klaus non mi farebbe mai del male, Buonanotte Elena»

Concluse entrando in casa, senza attendere che ribattesse alla sua affermazione.
Posò il cappotto sulla sedia in cucina e si lasciò sprofondare su di essa, divorata dalla curiosità verso quella famiglia.
Sfregò i palmi delle mani l'uno contro l'altro e puntò nuovamente il suo sguardo nel vuoto.

«Quindi è così che passi i tuoi sabato sera? Davvero patetica»

Si girò di scatto al tono acido dietro le sue spalle rizzandosi, pronta a combattere.

«Rilassa gli ormoni mammina, sono solo di passaggio»

Si sistemò una ciocca bionda dietro all'orecchio scorrendo con gli occhi la figura di Caroline.

«Cosa vuoi Rebekah»

Sputò con la sua stessa acidità.

The Klaroline diariesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora