1970

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In tarda serata il foglio fu tappezzato da un'infinità di bozze riguardanti la palestra, il ballo si sarebbe tenuto là vista la quantità di spazio offerta.
Osservò annoiata la Playlist scelta in gran parte da Elena e sbuffò quando il dito le si fermò sul titolo di Perfect

«Avevamo detto niente Ed sheeran»

L'ammonì distraendola dal suo disegno di una rondine e un corvo adagiati su un cipresso. Alzò lentamente gli occhi su di lei e sollevò le spalle innocentemente

«No Caroline, tu l'hai detto»

Alzò gli occhi al cielo e segnò un asterisco affianco al nome sotto lo sguardo giudizioso di Elena.
Adorava quel cantante, ma da qualche anno aveva iniziato ad odiarlo senza un apparente motivo.
Forse perché nessuna di quelle canzoni descriveva la realtà, tutte le coppie ricevevano il loro lieto fine ma quante di loro in realtà lo raggiungono per davvero?
Si ritrovò a pensare a tutti i suoi amici, che oltre a Damon ed Elena avevano sfiorato l'amore solamente con la punta delle dita.
Tutte le illusioni di una vita felice spazzate via dal gelido freddo della morte

«A cosa pensi?»

Sussultò alla domanda improvvisa di Elena che la distrasse bruscamente dai suoi pensieri

«Alla morte»

Sussurrò aggiungendo Skinny Love tra i lenti.
La ragazza corrugò la fronte rivolgendole completamente la sua attenzione e spostando di lato il suo disegno

«Stai bene?»

Domandò posando una mano calda sulla sua gelida.
Sollevò lo sguardo su di lei e annuì abbozzando un sorriso.
Era vero in parte, stava bene ormai, non poteva attaccarsi morbosamente ai ricordi del suo passato e restare triste per tutta l'eternità che era diventata la sua vita.

«Andrai al ballo?»

Questa volta fu lei a guardarla scettica.
Tolse la mano e ridacchiò piegando il foglio in quattro parti uguali

«Perché dovrei andare al ballo dei miei alunni?»

Si sollevò in piedi e lo posò accanto ai numerosi fogli con le idee secondarie, in caso le altre non dovessero andare a buon fine.

«Sei un vampiro, hai comunque la loro età se non più giovane»

Osservò imitandola e alzandosi in piedi anche lei.
In effetti era vero, ma si sentiva in imbarazzo anche solo al pensiero di vestirsi e ballare in mezzo a loro

«Tu sei pazza Elena Gilbert»

Rise piano voltandosi verso di lei.
Il suo sguardo si fece strano, come penoso, odiava quando qualcuno provava pena per lei.
Dopo la morte di Stefan tutti avevano iniziato a farlo, quando qualcuno pronunciava il suo nome solitamente era susseguito da uno stupido "poverina".

«Prima questi balli erano la cosa più importante per te»

Schiuse le labbra a quella frase.
Certo, forse quando non aveva due bambine di cui occuparsi, non era preside di una scuola di magia e la sua vita era un via vai di stupide feste e competizioni.

«Gli anni sono passati anche per me»

Affermò distogliendo lo sguardo.
Annuì in accordo e la tirò in un abbraccio

«Fammi sapere se ti serve qualsiasi cosa»

Rimase immobile un attimo prima di ricambiare chiudendo gli occhi

«Lo farò»

Si allontanò con un sorriso e uscì dalla cucina.
Quando sentì la porta richiudersi lasciò un respiro liberatorio lanciando uno sguardo all'orologio, nessuna giornata era mai stata così opprimente e maledettamente lenta.
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La musica risuonava a palla all'interno della palestra che pullulava di numerosi alunni, portò alle labbra il punch osservando il capolavoro ottenuto dalle idee sue e di Elena e arricciò il naso al forte sapore del liquore

The Klaroline diariesWhere stories live. Discover now