for you.

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L'odore nauseabondo di fogna misto a sangue andato a male,  era impresso nel palmo umidiccio, che premeva con forza sulle candide labbra della giovane vampira,  facendole arricciare notevolmente il naso.
Rimase immobile per un minuto, giusto il tempo che una fiamma d'accendino si accendesse di fronte a lei, illuminando con una fioca luce, il viso di un ragazzo sulla trentina d'anni.
Avvicinò la fiamma alla sigaretta, trattenuta tra le labbra secche,  e vide il suo sguardo posarsi su di lei, ancora imprigionata dalle braccia di uno sconosciuto.
Analizzò le cicatrici presenti su uno dei suoi assalitori, che ispirava profondamente il fumo, accorciando la stecca di qualche millimetro abbondante, aveva una barba decisamente crespa e sicuramente poco piacevole al tatto, un taglio ancora fresco che si dilungava dal labbro superiore all'occhio sinistro e svariati taglietti ormai chiusi da anni, forse decenni.
«Vampiro»
Sputò con disprezzo, rilasciando una grande quantità di fumo che si dissolse nell'aria in pochi secondi.
«Credevo ce ne fossero già abbastanza da queste parti»
il rapitore dietro di lei, che la reggeva saldamente attaccata al petto, si mosse appena, infastidito dal disprezzo verso la razza alla quale anche lui apparteneva.
«Smettila di fare l'idiota e uccidila, stai aspettando un invito?»
Ringhiò,  gettando il mozzicone ai suoi piedi, schiacciandolo con il pesante stivale da montagna che indossava.
L'uomo alle sue spalle indugiò, e inclinò il capo di una Caroline ormai al culmine dell'irritazione all'indietro, in quello che sarebbe dovuto essere un tentativo di collo spezzato.
La bionda portò, in un rapido gesto, entrambe le mani su quella grassoccia di lui, e infilzando con le sue unghie perfettamente curate,il suo dorso, lo staccò bruscamente, provocando un sonoro Crack, segno che il polso gli era appena stato spezzato.
Lo scaraventò nella parete di mattoni rossi, accanto al suo capo, un licantropo con problemi di odio verso la sua specie avversaria, stessa specie di cui usufruiva per uccidere le sue scocciature.
Patetico, pensò, scostandosi dal viso una ciocca bionda fuoriuscita dall'improvviso movimento.
Un vampiro di quel calibro ridotto come tirapiedi da un licantropo decisamente malandato, ormai incapace di battersi in uno scontro a pari armi.
Il secondo rapitore, quello che precedentemente la teneva imprigionata, si risollevò con sguardo omicida, pronto a staccare la testa di quella bella ragazza che aveva appena osato metterlo fuori gioco, avanzò di un passo, ma venne fermato dal suo capo che non smise di tenerla d'occhio neanche per un secondo.
«Ti hanno mai detto quanto sia sciocco mettersi contro qualcuno decisamente più anziano di te?»
Domandò,  sputando un'elevata quantità di saliva che le fece accapponare la pelle al solo vederla.
«Ti hanno mai detto che è maleducazione accogliere in questo modo i nuovi arrivati?»
Rispose a tono,  avanzando di un passo.
Era forte, in grado di batterli, le minaccie non le avrebbero fatto ne caldo ne freddo e tanto meno uno scontro diretto, anzi, le avrebbe solamente giovato.
Il più anziano, per lo meno di aspetto, diede il via libera al suo cagnolino di farsi avanti e lui, come un perfetto cane a cui era appena stato tirato l'osso, sorrise e scrocchiò il collo tozzo,  scuotendo le spalle in un lento avanzare.
La ragazza si posizionò, pronta a combattere, ma prima che l'uomo raggiungesse il mezzo metro di distanza,  cadde al suolo,  con lo sguardo privo di vita, seguito da una folata di vento che si irradiò verso il secondo, a cui capitò la stessa identica fine.
Quando il corpo malandato del lupo raggiunse il pavimento, la figura di Klaus emerse dalle tenebre, due cuori stretti tra le mani e il sangue che gli colava lungo le braccia, scoperte da un maglioncino strappato ridotto uno straccio.
Portò uno dei cuori alle labbra e gli staccò un morso, costringendo Caroline a voltarsi inorridita nella direzione opposta
«Amaro»
Commentò gettandolo sul corpo, come fosse niente, come se la vita fosse niente.
Mosse con un piede il cadavere del lupo, alzando entrambe le sopracciglia
«Jasper, scontato»
Continuò, attirando nuovamente l'attenzione della sua piccola discendente su di lui, che lo fissava infastidita incrociando le braccia al seno in segno di disappunto.
Sollevò anche lui lo sguardo e notando la sua postura roteò gli occhi, inchinandosi e caricando sulle spalle i due bestioni.
«Vattene via»
Ordinò in tono serio, avanzando verso l'uscita di quel vicolo buio.
«Mi spieghi quale diavolo di problema hai?»
Sbottò spalancando le braccia, ma senza, però, seguirlo.
Fu ignorata, gesto che la fece innervosire ancora di più, scattò in avanti a velocità sovraumana e si sovrappose sul suo cammino, arrestando la sua camminata.
L'originale scosse lievemente la testa, puntando lo sguardo dritto nel suo, in una sfida che non sarebbe mai giunta al termine, una sfida che da anni continuava a persistere.
«Cosa vuoi»
Il tono aspro che utilizzò fece sembrare la domanda un'affermazione, che fece accigliare notevolmente la vampira, causando un leggero solco al centro della fronte,  tra le sue sopracciglia fini.
Aprì leggermente la bocca, procinta a dire qualcosa, ma le parole sembravano non venirle fuori, era furiosa.
Furiosa perché solitamente i ruoli erano invertiti, lei scappava da lui e lui la inseguiva, ma questa volta sembrava sul serio che volesse che se ne andasse.
Rimase a fissarla qualche secondo, i cadaveri sulle spalle e la faccia contorta in una smorfia di irritazione, in attesa di una sua riposta
«Caroline»
Sospirò avvicinandosi di un passo senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi blu, che vagavano disperatamente alla ricerca di una risposta nei suoi, che al momento sembravano avvolti da una strana luce scura rendendoli più scuri, quasi neri.
«Che cosa ci fai qui?»
Il tono era meno acido di quello utilizzato in precedenza, ma una punta di apatia era ancora presente al suo interno, provocando la formazione di una serie di pensieri all'interno della testolina della vampira Barbie che lo fissava in una silenziosa richiesta di restare lì e non volatilizzarsi nel nulla.
«Vacanza»
Rispose tranquillamente, facendo innarcare un sopracciglio all'ibrido che la guardava dall'alto verso il basso.
Non era noto per la sua immensa pazienza, bastava un niente per spazzare via la tranquillità instabile che lo circondava, portando il caos che solitamente si concludeva con una scia di morti alle sue spalle.
«Vacanza»
Ripeté con scetticismo.
Passò la lingua sul labbro inferiore in un movimento veloce e distolse lo sguardo, puntandolo sulla parete di fianco a lui, trasse un profondo respiro, come per calmare i nervi e tornò a guardarla.
«Caroline, sei deliziosa, ma se non ti toglierai immediatamente da lì non so quanto altrettanto delizioso potrei essere io.»
La superò nuovamente.
Non voleva che Caroline stesse nella sua
città, o meglio lo voleva, ma non così, non quando lui era in quelle condizioni.
«per te.»
Si arrestò di colpo all'udire quelle due semplici parole trasportate dal vento in un flebile sussurro, che gli fece quasi pensare di esserselo immaginato.

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⏰ Letzte Aktualisierung: Jun 03, 2018 ⏰

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