Two Days

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*Più tardi quella sera*

«Grazie mille» sorrisi ad entrambi, mentre si giravano, specialmente Ginger, che allungò una mano per potermi dare due baci sulle guance.

«Buona fortuna» sfoggiò un sorriso enorme.

«Grazie, zio, per mantenere i segreti» gli diedi una botta al sedile.

«E' tua zia, è un bene che lo sappia anche lei, almeno può darmi una mano ad aiutarti!» si giustificò.

«Sta pur certo che non avrò più fiducia in te» risposi in tono altezzoso «Scusa, Ginger» le sorrisi roteando gli occhi al cielo.

«Tranquilla, ti capisco» gli diede una breve occhiataccia, tornando a sorridermi.

«Usate i preservativi» mi urlò, ormai quando ero fuori, aprendo il suo finestrino per ascoltare le mie perle di saggezza.

«Se non la smetti ti rigo la macchina, mh?» gli sorrisi «Buona serata, ragazzi! Ciao!» urlai, ormai a pochi passi dal portone.

Mentre io suonavo il campanello, loro ripartirono, lasciandomi sola con Robin che mi sorrise leggermente sconcertato nel vedermi davanti la porta di casa sua alle dieci di sera.

«Ciao, Ellen» mi sorrise lievemente.

«Ciao» ricambiai il sorriso «C'è Harry?»

«Harry è uscito, cara» comparve Anne alle sue spalle, poggiandogli una mano sul braccio, sorridendomi con quello sguardo preoccupato «Dovevate vedervi?»

«In realtà sì» mi morsi il labbro, sentendomi veramente fuori posto.

«Prova a chiamarlo, penso sia andato in centro» continuò a sorridermi.

«Grazie, Anne» indietreggiai.

«Se vuoi Robin ti dà un passaggio a casa»

«No, tranquilla, cammino un pò» le diedi le spalle, tornando in strada verso casa.

Quando trenta minuti dopo rincasai, la rabbia era così a livelli alti che non mi preoccupai nemmeno di fare piano per non svegliare mamma, che me la ritrovai sull'uscio della sua stanza in pigiama con uno sguardo spaesato.

«Scusa» accesi la luce in camera mia, tornando da lei.

«Non so cosa ti sta succedendo, ma da quando stai con Harry sei sempre arrabbiata o taciturna» mi squadrò da capo a piedi.

«Grazie mamma per queste perle» la schernii.

«Appunto» sbuffò una risata «Domani mattina viene tuo padre, vuole passare un po' di tempo con te» mi diede le spalle, tornando in camera lasciandomi da sola.

Ci mancava solo papà!

Andai in camera spogliandomi per infilarmi velocemente il pigiama ed infilarmi fra le coperte, rimanendo seduta a leggere il mio libro del mese, ma non appena rilessi per la decima volta la stessa frase, mi arresi, posandolo nuovamente sul comodino, con l'abatjour accesa.

Mamma aveva ragione, non facevo altro che essere arrabbiata o taciturna, il fatto era che Harry sapeva essere lunatico quanto bastava per uscire fuori matta ed io avevo delle cose da dire ma che non dicevo, il che favoriva il bipolarismo ad Harry, solitamente abbastanza solido, e la nevrosi a me.

Mi chiedevo se potevamo stare insieme oppure non facevamo altro che alterare i nostri difetti fino all'esaurimento.

Il cellulare cominciò a vibrare sul comodino, accorgendomi ben presto che fosse Harry a chiamarmi, così risposi, anche solo per sapere dove se ne fosse andato.

L-o-v-e || Harry StylesWhere stories live. Discover now