"You're good with your mouth"

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*Quella stessa sera*

«Ti senti male?» entrò in camera, vedendomi abbandonata sul letto con sopra la pancia una borsa dell'acqua calda.

«Ho il ciclo» brontolai, girandomi di fianco quando si stese vicino a me, abbracciandolo.

«Ma doveva tornarti la prossima settimana» mormorò confuso.

«Ho dovuto cambiare pillole, quelle che prendevo erano troppo leggere» continuai con lo stesso tono di voce.

«Sei andata dal ginecologo?»

«Sì»

«Potevi avvisarmi, ti avrei accompagnata io»

«Oggi è venuta mamma» non gli diedi retta.

«Ecco perché mi hai detto di non venire qui per pranzo» rise leggermente.

«Quella donna diventa sempre più pazza ogni anno che viene»

«E adesso come facciamo?» si stropicciò gli occhi, cambiando nuovamente discorso.

«A che riguardo?» alzai la nuca verso di lui, guardandolo, levando la borsa dell'acqua calda sentendo stessi meglio.

«Avevo programmato ogni istante di puro e fantastico sesso e adesso tu hai il ciclo» sbottò.

«Posso sempre rimediare» mormorai, allungandomi per baciargli le labbra sempre con più intimità, ritrovandomi a portare una mano sulla patta dei pantaloni, slacciandoglieli.

Non sapendo le mie vere intenzioni, guidò la mano nei boxer, ma la ritrassi smettendo anche di baciarlo, per poterlo osservare con quell'aria confusa che aveva, soprattutto nel vedermi in ginocchio al centro del letto, allungando una mano per sfilargli dal polso il solito elastico nero che portava per potersi legare i capelli, ormai inutile dato che li aveva corti, mettendomi in mezzo alle sue gambe, e lì capì tutto.

Lo vidi eccitarsi sempre di più, mano a mano che mi muovevo e gli sfilavo i jeans e i boxer, lui fremeva come non mai, e quando finalmente gli liberai l'erezione, ormai completamente dura, sospirò di sollievo.

Gliela presi in mano, ma come al solito avevo le dita congelate, tanto da farlo sobbalzare e gemere di piacere allo stesso tempo, abbandonandosi sul cuscino quando presi a massaggiargliela lentamente.

Mi sistemai meglio sul materasso, con le ginocchia piegate e la schiena bassa, ormai pronta ad accoglierlo in bocca, ma prima gli baciai la punta facendolo gemere più forte.

Non mi aveva mai insegnato il sesso orale, anche se lo menzionò, perciò andai ad intuito, sentendo dentro di me una strana nota di eccitazione che mi portò ad appiattire la lingua sull'intera lunghezza fino ad inglobarla interamente in bocca, cercando di arrivare alla base, compensando con la mano, avvertendo ogni vena fra le pareti della bocca, che scorrevano senza problemi.

«Porca puttana, Ellen» disse a denti stretti quando presi ritmo, sentendo come si tendesse sempre di più e come i muscoli di tutto il corpo si stessero contraendo.

Lo tolsi di bocca, smettendo di massaggiarlo, per potermi togliere la felpa e la maglia, assieme al reggiseno sportivo che avevo, per rimanere mezza nuda davanti ai suoi occhi pieni di eccitazione e lussuria allo stato puro.

Tornai piegata su di lui, mettendomi leggermente di lato per dargli una visuale migliore del mio corpo, questa volta tenendo un contatto visivo il più a lungo possibile, aumentando sempre di più la velocità, finchè improvvisamente non mi fermai sulla cupola succhiando forte e con le mani a sfregare l'intera erezione, finchè non mi posò una mano sul gluteo venendo poco dopo appena in tempo per toglierla dalla bocca e lasciarmi sporcare il petto.

L-o-v-e || Harry StylesKde žijí příběhy. Začni objevovat