Sleepover

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*La sera*

Gli andai incontro, non capendo il vero motivo per cui mi stesse aspettando, quando sapevo che doveva essere a casa per studiare per uno degli esami più importanti del suo corso.

«Che ci fai qui?» lo abbracciai, baciandolo, stringendomi di nuovo a lui, odorando a più non posso il suo profumo Gucci.

«Andiamo a cena fuori» si spostò dallo sportello per aprirmelo e farmi salire, ancora leggermente scioccata, ma mi chiarì tutto quando salì anche lui e mise in moto «Ho sentito mamma e Lauren parlare in soggiorno, questo pomeriggio» cominciò, fermandosi per far passare alcuni ragazzi, anche loro diretti alle loro macchine «Parlavano di noi» si accomodò sul sedile, mettendo immediatamente la mano sul ginocchio, accarezzandomi «Tua madre questa mattina ti ha fatto il cazziatone, vero?» sbuffò una risata, vedendomi spostare lo sguardo verso il mio finestrino «Questa situazione sta scomoda a tutti, a quanto pare» sospirò.

«Mi ha detto di non tornare questa sera» gli confidai.

«Lo so, lo ha ripetuto molte volte, mentre con la forchetta uccideva la fetta di torta» sghignazzò.

«Dovrò chiamare Karen» sospirai, accorgendomi che se non lo avessi fatto sarei rimasta a dormire in strada.

«Già l'ho fatto io, ha detto che non c'è problema» mi anticipò «Adesso non ci pensare, andiamo a cena, ci godiamo la serata e poi ti porto da Karen» si strinse nelle spalle, sminuendo il tutto.

Sospirai, continuando a guardare fuori, allungando però la mia mano sulla sua stringendogliela, avvertendo stesse facendo la stessa cosa con il mio ginocchio.

Non ci voleva anche quella litigata con mamma, non volevo assolutamente ritrovarmi in quella situazione anche perché ero riuscita a trovare una soluzione con Harry, ma ovviamente doveva presentarsi l'ennesimo problema, sicuramente scatenato da me e dalla mia "insolenza", come avrebbe detto lei durante i suoi attacchi di rabbia.

Con una semplice cena in un piccolo bistrot vicino casa di Karen, riuscì a distrarmi, abbastanza da dimenticarmi il litigio con mamma e tutte le cose annesse, solo quando arrivò il conto e insieme arrivò il momento di andarcene tornai alla realtà.

Passeggiammo un po', fra le strade affollate del centro di Londra, abbracciati il più possibile, tranne quando qualche ostacolo ci costringeva a prendere le distanze fra di noi, ma immediatamente tornava ad attrarci e a tornare uniti.

«Oggi ho parlato con Darren» annunciai, ormai con entrambe le braccia a lambirgli la vita, mentre lui mi circondava le spalle.

«Chi è Darren?» sorrise leggermente.

«Gioca nella squadra di basket ed è nel mio stesso corso di Sociologia»

«Mh...E che vi siete detti?» domandò schivo, divertendomi per il tono che aveva usato.

«Ci ha invitati al dopo partita al Pretty»

«Ahh, la semifinale» annuì ricordandoselo.

«Non mi sembri molto contento» allentai la presa, tornando a camminare più comodamente, ma più distaccata da lui, limitandomi a tenergli la mano.

«Mi sto chiedendo come mai questo Darren ci abbia invitati al dopo partita»

«Gli ho dovuto consegnare una cosa e già che c'era mi ha chiesto di andare» scrollai le spalle.

«Lo ha chiesto a te» insistette.

«Oh, ma dai, Harry! Non sapeva nemmeno chi fossi prima che glielo ricordassi, come faceva a sapere che sto con te?» gli strattonai la mano, non appena lo vidi sollevare le sopracciglia con fare infastidito «Sei geloso?» mi rabbuiai.

L-o-v-e || Harry StylesWhere stories live. Discover now