My Lovely Mum

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*La mattina dopo*

Se ne stava lì, in silenzio, mentre mi guardava con sguardo ambiguo. Era molto scocciata, arrabbiata, stava forse cercando di sfidarmi, come se potessi cedere sotto quello sguardo che mi perseguitava da quando ero bambina e facevo cose che non dovevo fare.

«Karen lo sa?» domandò scettica.

«Me lo ha proposto lei e gliene ho parlato questa mattina» drizzai la schiena.

«Fai come credi, Ellen» disse infine «Sei grande, è giusto che tu faccia le tue scelte» sembrò quasi che si sforzò per dirmelo.

«Okay...Ehm, stasera torno e prendo le mie cose» mi avviai verso le scale, cercando di fare il più presto possibile, visto che Harry era tornato a casa sua per cambiarsi, ma tempo dieci minuti e sarebbe tornato a prendermi.

«Perché? Adesso dove vai?» mi seguì verso le scale.

«Hai presente la zia di Gemma ed Harry? Liz?» alzai la voce per farmi sentire, ormai con la testa nell'armadio, di cui avevo sentito una grande mancanza.

«Certo! Venivano qui con i figli durante l'estate» mi venne affianco, facendo esattamente ciò che Karen faceva quando ero davanti l'armadio: disturbarmi decidendo lei per me «Questo no» mi bocciò un abitino celeste che rimisi appeso, continuando a cercare, ma ben presto cacciata via per prendere il mio posto.

«Per questo fine settimana sono nella loro casa in campagna ed Harry mi ha chiesto di andare con lui» conclusi semplicemente.

«Metti questo» mi passò un abito che non ricordavo di avere, forse perché non era mio.

«Non me lo metto!» glielo ridai schifata.

Sapevo di chi era il vestito e sapevo la storia che c'era dietro, l'unica cosa che non mi era chiara era il perché fosse nel mio armadio!

«Karen, sei una deficiente!» esclamai a bassa voce, prendendola sotto braccio per accompagnarla dal vialetto alla sua camera da letto «Domani c'è scuola! Papà è furioso» continuai, guardandomi intorno con circospezione «Adesso fa piano»

«Piano piano» sbiascicò ridendo come una stupida, ma l'azzittai immediatamente.

«Zitta» la guardai male, rientrando in casa insieme e in punta di piedi.

Erano ormai le tre del mattino e solitamente uno dei due l'aspettava sempre sveglio, ma verso le due e mezza avevo sentito papà inveire contro Karen che ancora non si faceva vedere, e così mi svegliai, aspettandola vicino alla finestra del salotto per guardarla arrivare e recuperarla.

Sapevo perfettamente che ci avrebbero sentite, ma non potevo lasciarla mezza morta sul marciapiede vicino casa, così la portai in camera sua, la spogliai e la misi a letto.

Fu solo quando presi da terra il vestito che lanciai con non curanza mentre la svestivo, che mi accorsi delle tracce di sperma sulla gonna, così lo lanciai lontano da me ancora una volta, schifata per ciò che avevo appena toccato.

Avevo solo tredici anni, non sapevo nemmeno cosa farci con quel coso penzolante che avevano i maschi.

Riprese a cercare ed io ripresi il mio solito posto seduta ai piedi del letto, controllando l'orario sul cellulare per vedere quanto tempo mi mancasse prima che mi venisse a prendere.

«Ti dispiace che me ne vado?» le chiesi, approfittando che fosse di spalle.

«No» titubò un pochino, guardando bene un vestito avana che mi aveva regalato Karen qualche anno prima ma che non misi mai, troppo chiaro, troppe rouches, troppo campagnolo «Insomma, ovvio che mi dispiace, ma sei grande, devi farti una tua vita» fece spallucce «Lo capisco» me lo fece guardare, ma scossi negativamente la testa «Ti presto un mio maglione?» propose, e non servì nemmeno che le rispondessi visto che uscì di lì con me al suo seguito.

L-o-v-e || Harry StylesWhere stories live. Discover now