Finally

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*La sera*

«Mi sei mancata, Xu» le sorrisi.

Mi trasmetteva felicità e ci stava dopo due ore di Diritto, era rilassante poter fare un pezzo di strada insieme prima che le nostre strade si dividessero. Questo era uno dei privilegi di vivere da Karen.

«Anche tu, Ellen» ricambiò il sorriso, aggrappandosi alle bretelle dello zaino nero in pelle, dove le entrava tutto.

«Se vuoi ti passo gli appunti, così ti rimetti in paro, okay?» le proposi.

Purtroppo aveva avuto seri problemi di salute, costringendola a casa per un mese intero.

«Oh Dio, Ellen, grazie di cuore» mi guardò con quegli occhioni tutti suoi e lucidi.

Lì eravamo le uniche che non erano ancora riuscite a farsi un giro di amici, perciò ci capivamo per il nostro amore per la solitudine. Solo che lei era arrivata solo sei mesi prima, io ci stavo da tre anni.

Continuammo a camminare lungo le strade londinesi, ridendo e scherzando sotto un cielo buio e sicuramente pieno d'acqua che quella notte ci avrebbe affogati tutti.

La salutai al terzo bivio, continuando per la mia strada arrivando davanti al portone rosso, semi coperto da un corpo completamente nero.

«Da quanto stai aspettando qui?» tirai fuori le chiavi raggiungendolo.

«Qualche minuto» si spostò di lato, baciandoci con trasporto.

«Sei di buon umore» alzai un sopracciglio sorridendo, ancora molto vicina a lui.

«Passerò una settimana intera con te» rispose ovvio, notando che avesse il borsone in una mano.

«Come se non lo avessimo già fatto» aprii il portone, cominciando a salire le scale, insieme.

«Era diverso. A quei tempi eravamo solo amici e il massimo di contatto fisico che avevamo erano cazzotti e schiaffi» aspettò che aprissi l'entrata di casa, facendolo passare dopo di me, chiudendo così la porta.

«Quegli schiaffoni erano del tutto meritati» risi, poggiando a terra la borsa, levandomi il cappotto come lui.

«Domani mattina ci alziamo con calma?» domandò, seguendomi in bagno, rimanendo in piedi mentre io facevo pipì, cosa che odiavo, e lo sapeva benissimo, dato che aprì il rubinetto per agevolarmi e sbrigarmi.

Avevo la pipì timida.

«Sì, ho lezione il pomeriggio» scaricai, andando verso il lavandino lavandomi le mani.

«Allora possiamo anche non dormire» mugugnò, cingendomi la vita intanto che camminavo con più difficoltà verso la cucina.

«Ho fame, devo mangiare prima» me lo levai di torno, aprendo il frigo velocemente, sentendolo sbuffare seguendomi senza fare troppe lagne, sapevo perfettamente che avesse fame anche lui «Hai tutto pronto per la prossima settimana?» tirai fuori dal frigo un qualsiasi formaggio assieme a dei finocchi, lasciando a lui il piacere di lavarli e tagliarli.

«Sì, oggi ho saputo anche che camera mi hanno dato e con chi sto» prese il tagliere, dopo averli sciacquati, cominciando a tagliarli per bene.

«Con chi stai?» indagai, mettendo due fette del formaggio su due piattini, portandoli sull'isola per mangiare vicini non appena avesse finito di fare il suo compito.

«Con un ragazzo del posto, la stanza è grande, ha un bagno privato e l'Università è tutta super tecnologica»

Lo guardai, con le spalle ricurve mentre metteva la verdura in una ciotola. Riuscivo a vedergli il volto sorridente e un po' mi fece male. Ovvio, ero contentissima che facesse quell'esperienza, ma avevo sei giorni per godermi la sua presenza ed era relativamente poco.

L-o-v-e || Harry StylesWhere stories live. Discover now