Yes God!

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*Quella stessa sera*

«Oh Dio, sì, lì» sbiascicai ad occhi chiusi, mentre spingeva in me ad un ritmo incessante.

Arrivati a casa incontrammo Karen, quasi pronta per andarsene, tutta vestita elegante e con un borsone sportivo sulla spalla dove aveva le sue cose.

Benché sapessi benissimo che avrebbe preferito lo facessimo nel letto, purtroppo troppo presi dalla frenesia, rimanemmo sul divano mentre Tom Cruise saltava di palazzo in palazzo come una cavalletta.

Mi avrebbe uccisa se avessimo lasciato macchie, così presi una coperta lasciata lì sul divano e me la misi sotto, almeno sarebbe stata più facile da pulire a confronto con il tessuto del divano.

Respirava velocemente, lasciandosi andare a qualche grugnito per via dello sforzo che stava facendo per farmi arrivare, ma continuavo sempre ad esserci vicina ma mai totalmente da potermi liberare.

«Ti prego, vieni» mi supplicò, cercando di provare tutte le direzioni per vedere se era meglio «Altrimenti vengo io e ti accontenti delle dita» quasi mi minacciò, ma risi divertita, avvolgendogli le braccia al collo per farlo fermare un attimo e baciarmi, e poi riprese più veloce e fu lì che mi lasciò senza fiato.

Letteralmente, non riuscivo a respirare, stava saltando tutte le tappe per farmi arrivare in fretta e quando sentii quel piacevole intorpidimento mi scappò quasi un urlo, così forte che non me lo aspettai.

Diciamo che somigliava di più a parole senza senso dette ad alta voce che ad un urlo, ma da quando avevo una vita sessuale mai mi ero lasciata andare così tanto, cosa che lasciò anche Harry un po' scioccato, ma non per questo si distrasse, continuando a spingere arrivando anche lui, sentendo perfettamente lo sperma riempire il preservativo.

Finalmente finii di sparlare, rimanendo comunque rigida, ancora scossa e leggermente rintronata, con Harry sdraiato sopra di me e dentro di me, entrambi con il fiato corto.

«Finalmente sta uscendo la tua vera natura a letto» mormorò, baciandomi la clavicola, tornando poi a poggiarci sopra la guancia.

«Di che parli?» mi rabbuiai, prendendo ad infilare le dita fra i suoi capelli corti e un po' bagnati per via del sudore.

«Il "porca puttana" e "cazzo sì" li hai detti te» rise divertito.

«Veramente?» mi fermai, sentendo le guance diventare bollenti.

«Sì, e mi è piaciuto» sollevò la testa, accorgendomi del fatto che fosse sincero, ma non mi lasciò altro tempo per rispondergli dato che riprese a baciarmi, uscendo lentamente da me, ed infine sollevarsi.

Si piegò sulle ginocchia, sfilandosi attentamente il preservativo, legandolo per tenere il liquido rinchiuso. Mi guardò, mi sorrise e si alzò gettandolo nel cestino della cucina.

«Vado a farmi una doccia, vuoi venire?» propose, ormai a metà strada, mentre io ancora ero a gambe aperte, totalmente rilassata e con uno stupido sorriso addosso.

«Sì, arrivo» sospirai, alzandomi di mala voglia ma ero veramente troppo sudata e la doccia ci stava da Dio.

«Domani mattina devo andare ad un pranzo di famiglia» cominciò, già dentro il box doccia, aspettando solo me e che l'acqua si riscaldasse.

«Andate da tua zia?» mi legai i capelli, incamminandomi verso di lui sotto il suo sguardo che mi perlustrava l'intero corpo.

«Sì, e sarà un po' una palla, perciò mi chiedevo si ti andasse di farmi compagnia» fece spallucce.

L-o-v-e || Harry StylesWhere stories live. Discover now