Rain

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«Cosa fai?!» domandò sconvolto.
«Voglio giocare.~» sussurò malizioso gettandosi sul corvino.
«Eh?» sconvolto provò a staccare il castano dal suo corpo; gli poggiò una mano in testa spingendolo.
«Tu scotti!» notò facendolo risedere al proprio posto, mentre il gatto miagolava sconvolto, essendo stato gettato di peso ai piedi di Eren, in tutto quel trambusto.
«Stai delirando!» sbottò mettendogli la cintura.

Levi sbuffò e si passò una mano tra i capelli, ancora scosso e con il cuore palpitante, senza sapere il motivo di quell'accerellazione cardiaca.
«Ti sei pres-» si bloccò quando vide il castano dormire, sospirò, e si diresse verso casa di Eren.
Mentre guidava, e pensava a tutto ciò che era accaduto, cercò di stabilizzare il proprio cuore, e anche una parte un po' più giù.
«Sei proprio un idiota.» sussurò, senza sapere, se ciò che aveva appena detto era rivolto a se stesso o al castano che, giaceva tranquillo al suo fianco, mentre il gattino tornava a scaldarsi sulle gambe, del suo probabile nuovo padrone.

***

«Moccioso.»

«Ehi, moccioso.» riprovò nuovamente.
«Mm, altri cinque minuti.» si lamentò.
«Oh andiamo, non fare il bambino, svegliati.» sussurò dandogli qualche altra spintarella.
«Ma mamma! Non voglio svegliarmi adesso, voglio continuare a dormire.» si lamentò ancora dando una pacca a Levi, che sbuffò infastidito.
«Non sono tua madre.» sibilò.
«Allora chi sei?» sussurrò con la voce impastata dal sonno.
«Sono tuo padre. Idiota, sono Levi.»
Borbottò sarcastico «Ora ti muovi a svegliarti?» chiese spazientito.

«Mm, Leve... Levo... Leva... Levi... Mm, Levi... Leeeevi...» Mormorò assonnato.
«Oh, mastrolindo mio!» piagnucolò spazientito, senza sapere cosa fare.
«Leviiiiiiiiiiuccio~» mormorò aprendo gli occhi smeraldo, ancora un po' assonnati.
«Ma lo sai che sei proprio bellooo?~» ridacchiò, quasi come un'ubriaco, avvicinandosi pericolosamente al corvino.
«Si, grazie. Lo sapevo già, ma non sei il primo a dirmelo, mi dispiace per il tuo tempismo.» si vantò allontanando il castano dal suo corpo, e facendolo risedere al proprio posto.

«Dove sono le tue chiavi di casa?» domandò sospirando, cosciente che la situazione non si sarebbe aggiustata.
«Mmmmmm, nella tasca di dietro dei pantaloni.~» ridacchiò malizioso.
«Diamine.» borbottò, girando di scatto il moccioso a pancia in giù.
Gli mise, le mani nella tasca facendolo sussultare, quando gli sfiorò il sedere con le mani.
Scavò nella tasca ma non trovò nulla.
«Qui dentro non c'è nulla.» mormorò confuso.
«Lo so, volevo solo che mi toccassi.» sussurò malizioso, sotto lo sguardo sconvolto del corvino.
«Non ti conviene giocare con il fuoco, moccioso.» lo avvertì.
Il castano sbuffò e alzò gli occhi al cielo.
«Diamine, quanto sei noioso!» sbuffò. «Le chiavi sono nella tasca posteriore della cartella.» lo avvertì sbuffando.
Levi, prese la cartella, ai piedi del castano, e ne tirò fuori il mazzo di chiavi.

«Non voglio andare a casaaaaaaaa.~» piagnucolò lamentandosi.
«Perché non restiamo in macchina a divertirci?~» propose ridacchiando e avvicinando le mani al corpo di Levi.
«Perché tu stai delirando a causa della febbre alta, non sai quello che dici, e se mi approfittassi ora di te... dopo mi ammazzeresti.» spiegò scendendo dall'auto, fece il giro della vettura, raggiunse il lato di Eren e aprendo la portiera fece uscire il castano.
La pioggia continuava a cadere, e Levi cercò di prendere il castano al volo, perché non riusciva a reggersi sulle proprie gambe.
Mise il braccio destro del castano intorno alle spalle, e iniziò a correre veloce sotto la pioggia.
Raggiunto il portone del palazzo, dopo varie difficoltà nell'aprirlo, si fiondò all'interno.

«A che piano alloggi?» domandò sospirando guardando la lunga rampa di scale, che si estendeva davanti ai suoi occhi.
«Mm, il secondo?... no, era il terzo... no no, era il secondo, ha ha... ah no.
Mm, il quarto forse? O era il terzo...»
Levi sospirò e lo fece sedere per terra.
«Come si chiama tuo cugino?» chiese sospirando massaggiandosi la schiena dolorante.
«Mm, James Martin...? Si, si.» Levi non era del tutto convinto, ma non ebbe altra scelta. Si caricò il castano sulla schiena, e iniziò a salire controllando i nomi segnati su ogni porta.
Arrivato al terzo piano, trovò la porta targata con il nome del cugino e della moglie, e vi entrò.
Esausto, lanciò di peso il castano sul divano, che non faceva altro che lamentarsi.

KINGS MAN ~ RirenWhere stories live. Discover now