(GOOD END) 3;;

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Passi.
Passi lenti, e più ne compivo, più mi avvicinavo a tante cose.
Fisicamente all'altare, mentalmente al capire qualcosa.
Non volevo stare così male, volevo comprimere tutto e farla finita il prima possibile.
Era davvero ciò che volevo succedesse?
Il mio matrimonio doveva essere davvero il giorno più bello della mia vita, perché lo vedevo come una tortura da superare a denti stretti?
Laure mi mollò il bouquet poco prima di entrare in chiesa, mi fece gli auguri e mi lasciò sola.
Tremavo come una foglia, potevo sentire il mio cuore battere all'impazzata, non importava quanta musica ci fosse.
Entrai lentamente, e appena lo feci l'organo cominciò a suonare la melodia a cui ero abituata ormai.
Mio padre mi diede il braccio, e io titubante lo agganciai, muovendomi come a rallentatore verso Steven.
Una volta raggiunto, mi staccai dall'uomo, che mi rivolse un'occhiata fiera.
Io non ricambiai.
Mi posizionai di fronte il mio futuro marito, che mi guardò con un sorriso.
Poi, non sentii più nulla per un tempo indefinito.
Le parole del ripete erano ovattate, sentivo un vuoto nel petto senza fine.
Come ti chiami...
Come...
Badavo solo al pensare a lui.
Colui che mi aveva detto quelle parole, e colui a cui io ne avevo rivolte.
Qualcosa scattò nella mia mente.

«Bella.»

Quel momento fu un'esplosione nella mia testa.
Era come se vagonate di pensieri e di informazioni fossero arrivate in un solo colpo, tutti i miei ricordi.

Fresh...si...Fresh!
Fresh!

«Steven Sleeve, vuoi tu prendere come tua legittima sposa (t/n) (t/c), finché morte non vi separi?»

L'ha pronunciato.
Devo impedirlo...
Devo...devo tornare da Fresh...

«Si, lo voglio.»

Spalancai gli occhi dalla paura.

«E tu, (t/n) (t/c), vuoi prendere come tuo legittimo sposo Steven Sleeve, finché morte non vi separi?»

Rimasi in silenzio, bloccata, non capivo cosa dovessi fare.
Mi guardavo intorno, mentre il collo girava a scatti dal terrore.
Il prete tossì.

«Ehm...signorina (t/n), deve rispondermi.» mi sussurrò.

Vidi davanti a me un veloce flashback.

«Non lo so...non so più cosa provo.»

«Una ragazza che aveva più o meno la tua età mi disse la stessa cosa anni fa.»

«E lei cosa le disse?»

«Le ho detto di seguire il suo cuore. Di scegliere la via che lei credeva più giusta. Lei già sapeva che questa via protegge sempre chi si ama.»

«Io non so cos'è l'amore!»

«Allora ciò che farai ti condurrà da lui.»

Il mio sguardo si spostò in mezzo alla folla, scontrando quello di un vecchio.
Lui sorrise annuendo con la testa, e io feci lo stesso.

«No. Non lo voglio.» dissi ferma e sicura di me.

Un boato di bisbigli si formò su tutta la chiesa.
Guardai storto anche Steven, che era rimasto particolarmente sorpreso e scombussolato.

«Mi sarebbe piaciuto capirlo prima,» dissi scendendo dall'altare «ma purtroppo qualcosa ha mangiato il mio tempo.» continuai ridendo.

«Forse la mia ingenuità, la mia superficialità, qualcosa in più...chi lo sa. So solo che io non devo stare qua. Lo faccio per il tuo bene, Steven. Non ha senso sposarmi con chi non amo.»

Sapevo di essere l'unica a capire i miei discorsi, ma non mi interessava, ora ero felice, calma e sicura di ciò che stessi dicendo.
I miei genitori si alzarono di colpo, ma io li bloccai con una mano.

«Non è questo il mio posto. Addio.»

Corsi fuori, con gente che mi inseguiva e mi urlava di tornare indietro, ma io non lo ascoltavo, stavo ridendo, perché ero felice di scappare.
Ero felice di aver avuto la forza e la consapevolezza di dire addio a quella vita.
Dovevo ringraziare molte persone per quello, ed ero sicura che ne avrei avuto l'occasione.

Finii nella foresta, e ritrovai il portale che avevo preso tempo prima.
Alzai un dito medio a qualunque cosa mi circondasse, accompagnandolo a una risata un po' macabra, ma che esprimeva tutta la mia frenesia del momento.
Mi buttai senza ripensamenti.
Ero libera.

Immune;; 『Fresh x Reader』Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora