Capitolo 18 - End

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[Pov You]

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[Pov You]

[10 anni dopo] – dialoghi completamente in  coreano

«Jin, ti prego vieni qua, ora! Ho bisogno di te! Muoviti!». Urli al telefono cercando di respirare con calma e non perdere la pazienza per il dolore.

Non passano nemmeno due minuti quando Jin entra dalla porta principale della casa preoccupatissimo.

«JIN! Ospedale. ADESSO!».

«Oddio Y/N ti si sono già rotte le acque? Ma è presto!!».

«Taci e portami a partorire, cazzo!». Gli gridi in faccia perdendo la pazienza.

«Ok, ok, va bene. Riesci ad alzarti?». Ti chiede porgendoti le sue ampie spalle come sostegno.

Provi a non farti intralciare dal tuo enorme pancione e accetti volentieri l’aiuto del tuo ormai amico fidato Seokjin, dirigendoti così verso la macchina parcheggiata davanti a casa tua.

Nel tuo viaggio verso l’ospedale ti torna in mente come tutto questo è cominciato.

[Flashback]

Ti eri trasferita in Corea da un po’ di tempo, in realtà appena finiti gli studi. Hai seguito Jungkook e ti eri anche guadagnata un bel posto di lavoro come investigatrice a Seoul.
Avevate deciso di convivere insieme nonostante la giovane età.

In realtà quella casa non era nemmeno molto distante dalla sede della BigHit per ovvie ragioni.

Dopo un po’ di anni, purtroppo anche Jungkook fu chiamato a fare il suo servizio militare, non l’avresti visto per due anni e questa cosa ti demoralizzò e non poco. Ci fu un momento in cui lo lasciarono tornare a casa per una breve vacanza, verso Natale. Quei momenti ve li godeste a pieno, non potevate sprecare quel tempo prezioso che avevano deciso di darvi. Ti si spezzò il cuore vedendolo partire per una seconda volta, ma cazzo se era figo con quella divisa!

Ci fu un periodo dove quasi non riuscivi ad alzarti al mattino, avevi delle nausee assurde e spesso rigettavi la colazione. Per un po’ di tempo ti sei detta che fosse colpa dello stress, della mancanza di Jungkook, ma poi la cosa iniziò a farsi più seria e anche tu ti preoccupasti.

Ricordi chiaramente di aver chiamato Jin, non ti sentivi in grado di guidare, avevi già mandato malattia a lavoro, ma stava passando troppo tempo.

«Ehi, ciao Jin, come stai? Potresti accompagnarmi al pronto soccorso?».

Lasciasti sfuggire un sorriso quando ti vedesti comparire sulla porta di casa tutti loro preoccupati, con le facce sbiancate. Peccato che una volta usciti dall’ospedale quella con la faccia sbiancata fosti tu.

Unexpected Gift (Jk x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora