Primo giorno

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'Gigio buongiorno. Sei tu il mio primo paziente problematico?'
Chiedo facendogli segno di sedersi sul divano mentre ridiamo.
'Vedo che ti trovi bene.' Dice mentre si sdraia e io mi sto piacevolmente rigirando sulla mia sedia girevole. Nel mio nuovo ufficio. Sono al settimo cielo.
'Solo un po'' dico indicandogli pure la targhetta sulla scrivania con il mio nome seguito da un "dott.ssa" e la mia faccia prende un sorriso ebete. Lui ride e dopo che mi sono andata a sedere sulla poltrona accanto al divano inizia a parlarmi del più e del meno mentre mi appunto delle cose sul suo quaderno personale, come nei film americani. Gattuso mi ha chiesto di avere un quaderno per ogni giocatore così poi da analizzarli uno a uno per fare poi un profilo generale della squadra e infine poter aiutare ognuno nei suoi problemi senza confondermi. Ma non sono una che si confonde con i problemi delle persone.
Mi sento molto Freud in questo momento e mi sto divertendo un casino. Gigio principalmente mi parla del rapporto con suo fratello è come in tutti i rapporti fraterni c'è ostilità, risentimento, gelosia e amore.
'Comunque abbiamo parlato con Davide'
'Quindi?' Rispondo mentre Gigio è sulla porta del mio studio.
'Quindi boh è molto distratto e non credo nemmeno abbia capito chi tu sia, anche se con loca gli abbiamo appunto suggerito di venire da te se ha problemi. Sei qui per questo.'
'Se lui non ha interesse a conoscermi, non c'è l'ho nemmeno io, ora scusami.' Dico tornando a sedermi sulla sedia girevole facendo un altro giro di 360 gradi.
'Ehi, ci siamo io e loca a volerti bene comunque'
'Scemo!' Gli rispondo mentre lui si chiude la porta alle spalle sorridendo.

***
'Non puoi capire cosa mi è successo.'
'A bergamo non si bussa?' Chiedo dopo che Chiara si è abusivamente sdraiata sul divano.
'Non posso ricevere visite mentre lavoro Chiara.'
'Zitta e psicanalizzami'
Mi siedo sulla poltrona accanto al divano e aspetto che inizi a parlare.
'Come è possibile che abbia già perso la testa per lui?'
Non c'è bisogno che dica nomi o altro perché so già a chi si riferisce e la lascio andare avanti.
'Abbiamo messaggiato tutta la sera ieri e anche tutta stamattina e oggi pomeriggio.'
'Come fai ad avere già il suo numero?'
'Me l'ha dato ieri e nulla abbiamo cominciato a massaggiarci e oggi mi ha chiesto di vederci ma io non gli ho ancora detto di sì. Lui sta correndo troppo e anch'io o almeno la mia testa sta correndo troppo.'
'Respira ora.'
'Grazie secondo te cosa stavo facendo!'
'Si ma normale, non affannosamente. Comunque tu hai già il numero di Patrick e lui ti ha chiesto di vedervi e l'unica persona con cui io abbi stretto rapporto è stato Gigio.'
Dico alzandomi per andare a prendere una bottiglia d'acqua, dopodiché mi siedo sulla scrivania sentendo il suo sguardo accusatorio.
'Non è come pensi eh.'
'Ahhh. Mi avresti profondamente delusa.'
'Ma va, siamo molto in sintonia e se posso, lo definirei amico.'
'E con..'
'Non ha interesse a conoscermi a quanto pare e stessa cosa vale per me. Lo pensavo diverso.'
'Cucciola.' Dice Chiara alzandosi e venendomi ad abbracciare.
'Perché tutta sta confidenza? Io sto bene.' Rispondo ridendo.
Si, dopotutto quando pensi di conoscere qualcuno di famoso e poi scopri che non è come te lo immaginavi, è normale sentirsi un po' male, ma è ovvio che non puoi conoscere qualcuno finché non l'hai realmente conosciuto. Se si è famosi, si può apparire diversi sullo schermo, attraverso i social e le persone possono farsi un idea sbagliata di come sei.
O ne mio caso, a quanto pare, ci si può fare un idea positiva che poi risulta completamente errata.
'Senti parliamo d'altro va. Ho parlato con Rino e vuole almeno un acquisto in primavera e uno in prima squadra. Dove vogliamo guardare?'
Chiede Chiara staccandosi da me e tirando fuori il suo cellulare.
'Beh io avrei una proposta per la primavera. È un portiere che attualmente gioca nella juve ed è molto bravo a livello tecnico è molto gestibile a livello personale e professionale. È un po' una testa calda ma quando si parla di lavoro sa dove deve stare. '
'E questo come lo sai?' Chiede Chiara ridendo e vendendo a guardare il mio cellulare.
'È mio cugino.'

***
"Io non voglio andare!'
'Chiara, per uscire da milanello dobbiamo passare dalla sala relax quindi tu di conseguenza devi per forza vedere Cutrone.'
'Ma chi dice che io voglia andarmene?'
'Chiara. Sono le 8.30. Ho lavorato tutto il giorno. Ho psicoanalizzato te, Gigio, rodriguez, Suso e i suoi problemi con la ragazza, che mi hanno fatto sentire ancora più di merda perché non ho uno straccio di vita sentimentale e in più arrivi tu a dirmi che non vuoi incontrare un ragazzo che ti ha chiesto di vedervi mentre io ho fame? O esci da sola o ti porto di peso.'
Chiara abbassa la testa ed esce dal mio studio, chiudo la porta a chiave e infilo il mazzetto nella giacca di pelle per poi mettere un braccio sulla spalla della mia amica riccia e darle un buffetto sulla guancia per farla ridere.
'Alla buon ora!' Dice Patrick accogliendo la mia amica con un sorriso, si, solo la mia amica.
'Sempre lieta di esistere.' Dico passandogli accanto per andare a buttarmi su uno dei divanetti della sala relax.
'Delicata eh'
Mi alzo svogliata per vedere a chi appartenga la voce alle mie spalle e poi lo vedo. Bello come traspare dalle foto, gli occhi azzurri magnetici e brillanti che si intersecano coi miei e non capisco più nulla.
'Scusa pensavo non ci fosse più nessuno.'
'Sei la tipa che devo portare a casa?'
'Scusa?'
Dico scuotendo la testa non capendo a cosa si stia riferendo per poi alzarmi e dirigermi alla macchinetta a prendermi qualcosa da mangiare. Chiara continua a parlare con Patrick e sono felice per lei, ma ho lavorato e ho fame e non ho voglia di litigare con uno che si comporta da stronzo strafottente.
'Figa!' Urlo tirando un pugno alla macchinetta quando questa mi ruba i soldi.
'Aspetta. Si fa così.'
Calabria arriva da dietro di me spostandomi per poi tirare una manata laterale e abbassarsi a prendere il mio kit-kat, aprirlo e staccarsene un pezzo.
'No fai pure.' Dico riprendendo la mia merendina e allontanandomi senza guardarlo.
'Ehi aspetta. Scusami per i modi ma è un brutto periodo.'
'So che non ci conosciamo, ma io sono qui per te. Per voi, cioè. Nel vero senso della parola. Ma visto che non sono così importante da farti uscire dieci minuti dalla tua stanza per venire a conoscermi, beh allora risolviti i tuoi problemi da solo.'
Dico distogliendo controvoglia il mio sguardo dal suo e ritornando il sala relax, dove trovo Chiara e l'attaccante piacevolmente seduti sul divano.
'Mi spiace interrompervi. Chiara andiamo.'
'Io veramente andrei con, lui, se non è un problema?' Mi risponde facendomi la faccia da cucciolotta come per chiedermi il permesso.
'Massi fai pure. Ci vediamo a casa.' Dico salutandola per poi uscire dalla porta di milanello.
Piove e anche forte, ma non me ne importa, tutto per uscire da lì il più in fretta possibile.
'Devi venire con me aspettami.'
Sento la voce di Davide urlare alle mie spalle ma continuò ad andare dritta verso la fermata dell'autobus.
Sento una mano stringermi il polso e farmi girare per poi dover affrontare di nuovo il suo sguardo. Sbuffo e provo ad alzare gli occhi al cielo ma è abbastanza impossibile. Nonostante la pioggia, l'unica cosa che riesco a fissare sono quegli occhi di ghiaccio.
'Perché ti do così fastidio?' Dice Davide interrompendo il silenzio imbarazzante nella sua auto, dopo che mi ha più o meno preso di prepotenza e mi ha portato nella sua auto.
'Non mi dai fastidio.'
'Eh no, se non ti dassi fastidio parleresti con me come fai con Gigio e Loca e non con il finestrino.'
'Senti, è stata una giornata pesante, è stato il mio primo giorno e non devo darti spiegazioni comunque. Visto che, come ho già detto, non hai avuto interesse di conoscermi.'
'Scusami se avevo i miei problemi.'
'Scusami se sono a milanello per fare la psicologa ed ascoltare i problemi di tutti e darvi la possibilità di sfogarvi.'
'Io questo non lo sapevo.'
'No infatti, perché ti interessa più di te stesso che incontrare qualcuno che comunque lavora per te.' Dico scendendo dall'auto e non sbattendo la porta come solito, perché non è la mia auto, e vado ad aprire il cancello del condominio.
'Scusami.' Lo sento urlare dalla sua auto ma non mi giro e salgo su dalle scale.

Anima Complicata || Davide Calabria Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon