Capitolo 1

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Eveline POV

Che schifo la vita.

Mi tocca trasferirmi di nuovo con la mia famiglia.
Per tre anni siamo rimasti in Ohio, poi ci siamo spostati a Boston per sei mesi, e poi ancora in Florida quattro anni.

E ora. Amsterdam.
Mio padre ha avuto un'offerta di lavoro veramente da capogiro, e quindi.....
Ora siamo qui in piedi a Schipol in attesa del nostro taxi.

Porco Giuda ma quanto è freddo! È marzo ma qui mi pare ancora dicembre!

Comunque... Non vi ho ancora parlato di me.

Mi dovrei presentare?

Si?

Beh avete ragione.

Mi chiamo Eveline, per gli amici Eve, compio vent'anni la prossima settimana. Da oggi vivo ad Amsterdam con i miei genitori e andrò a lavorare qui, aiuterò una parrucchiera in un posto figo in centro.

Ah, altra info. In realtà.... Quando parlo di mamma e papà.... Ecco. Loro non sono i miei veri genitori, sono stata adottata.
I miei veri genitori sono morti in un incidente stradale.
Non li ho mai conosciuti, quando è successo avevo tre settimane di vita.

Comunque.... Io adoro i miei genitori adottivi. Che comunque si chiamano Edward e Shenlee per informazione vostra. Li rispetto e loro rispettano me e le mie decisioni.
Fino a un certo punto ovviamente.... Eh!

Beh... Ora sapete qualcosa di me, comunque c'è tempo per aggiungere altre informazioni.

Il nostro taxi è qui finalmente. Il tassista prende le valigie e le carica sul pullmino Mercedes dai vetri oscurati, noi invece saliamo.

Io seduta nel verso opposto alla marcia, i miei genitori di fronte a me.

Mi guardano sorridendo.

Mio padre rompe il ghiaccio.
"Allora... Freddino qui. No?"

Io sorrido, guardando poi in basso.
"Già, sicuramente non come in Florida...."

Quanto mi mancherà la Florida, le estati intere a Miami....

Inizio a deprimermi.

Mamma nota qualcosa di strano in me.

"Hey... Tesoro. Lo sappiamo entrambi che ti manca già la Florida. Anche a noi, fidati... Ma..."

Mio padre e mia madre si guardano.

"Ma.. Cosa?" chiedo io.

Ridendo mi svelano un particolare della mia vita che non sapevo. E inoltre... Che non mi è affatto indifferente.

"Eveline.... Tu... In realtà.... Ecco. Sei olandese. E parecchio"

Io.... Io spiazzata.
Sbarro gli occhi

"Co...co... COSA?"

"Non penso ci sia mai stata l'occasione per dirlo. Ma è così. I tuoi erano olandesi"

E come per magia... Mi sento già più a mio agio al freddo. In fondo è pur sempre la mia vera terra.

Inizio a sorridere, finalmente capendo il perché degli occhi verde/azzurro ghiaccio.

Ah, comunque.... Mi sa che qualcuno di voi mi ha inquadrata male.

Non sono una brava ragazza.
Neanche lontanamente.
Il mese scorso mi sono fatta otto ragazzi diversi, di cui due la stessa sera. E no, non sono una troia. Ero semplicemente ubriaca e io da ubriaca non ragiono.

Ok no, sono patetica.

Anche se uno di quei ragazzi, Jack mi pareva si chiamasse, era un figo da paura e ci sarei comunque andata a letto volentieri.

Io scherzo ovviamente.
Ma quello era parecchio figo.

Comunque ho deciso di cambiare. Io in discoteca ora ci vado solo per bermi qualcosa con le amiche. Ho deciso. Ho ormai vent'anni e non voglio fare cazzate. Non più.


Tanto che ho trovato un lavoro. E soprattutto farò la cosa che più mi piace e meglio mi riesce: tagliare i capelli.

Sì, da oggi sono effettivamente una apprendista hair stylist. 

Ho mandato il mio Cv, mi hanno chiamata e boom ho un lavoro.

Semplice, no.

Ho solo avuto culo.


Tornando a noi.....

Eccoci davanti alla nostra nuova casa. Quartiere classico olandese, casette a schiera, biciclette dappertutto, alberi, canale....

Solito.

Mio padre tira fuori le chiavi di casa dalla tasca interna della giacca, identifica la chiave giusta dal mazzo e la inserisce nella toppa.

Inizia a girare la chiave....

"Ammazza... La hanno chiusa bene" dice dopo cinque giri che ancora non si è aperta la porta.

Si sente un click e finalmente riusciamo a entrare in casa.

Trascinando i nostri bagagli entriamo in ingresso, per dopo aprire le porte del salone principale, che si rivela enorme.

"Wow!" esclamo io.

"Ti piace tesoro?" mi chiede mamma stringendomi leggermente le spalle con le sue mani.

"Moltissimo! Organizzerò qualche festa!"

"Finché non è come quella di due anni fa.... Ok"

Eh, lunga storia. Vi dico solo che al rientro dei miei genitori c'erano ragazze nude per casa e un vaso che costava non so quanto in frantumi a terra.

"No, non credo capiterà mai più una cosa del genere neanche se dovesse passare un uragano" confermo io, ammettendo che quella festa era veramente esagerata, e non è nemmeno finita bene,  soprattutto per un mio amico che si è rotto un braccio...

Hehe. Oops. 

"Beh... Tesoro vai a vedere la tua stanza? Eh?"

"Ok!" sorrido eccitata all'idea. Una nuova stanza! Ma che novitaaaaaa....no. Che palle

Salgo le dannate scale, troppe per la mia pigrizia, e arrivo al piano di sopra, dove si apre un bel salottino e poi, da lì, il corridoio per le stanze.

Apro due o tre porte prima di trovare la mia stanza, fatta fare apposta per me color verde smeraldo sfumata al bianco.

Al centro il letto matrimoniale, mentre alle pareti un grande armadio e la scrivania, che non so a cosa mi serva ma ok.

Scendendo giù ritrovo i miei genitori, che però stanno parlando con un'anziana signora (che mi pare viva qui davanti) in una strana lingua.

...

Oh merda.

Io l'olandese non lo so.

Cazzo.

Avvicinandomi ai miei, la signora, sulla settantina, mi guarda. E inizia a parlarmi.

Ma io non capisco! Mio dio ma che? Ma che diavolo di lingua è???

I miei spiegano alla signora che io non parlo la sua lingua, e lei sembra comprendere che per parlare con me, per ora, le servirà un tramite.

Salutando, la vecchietta se ne va.

"Eveline.... Non siamo messi bene con l'olandese a quanto vedo"

"Mio dio.... Io non ci avevo pensato! E adesso?"

"Lo imparerai, vedrai che non è difficile. Poi tu non lo sai il tedesco?"

"Si, non benissimo ma...." 

"Allora non ci vorrà molto, se vuoi chiamiamo un insegnante...."

"No no non serve, mi arrangerò."

THE PRINCE ~ MARTIN GARRIX fanfiction~Where stories live. Discover now