21

13.6K 317 17
                                    


Ansia. Ansia. Ansia.

Ecco cosa sto provando in questo momento, con lo stomaco ingarbugliato e il cervello che non capisce nulla.
Seguire le lezioni è stata un'impresa ardua, non appena provavo a concentrarmi, la mia testa pensava solo ed esclusivamente ad una parola, ovvero un nome: Paulo.

Dove mi avrebbe portato?
Come ci saremmo trovati nel doverci comportare normalmente, senza litigare e soprattutto senza uno schermo fra di noi?
Tante domande senza risposta.

Avevo deciso di non vestirmi in maniera esagerata, ma nemmeno troppo da sciattona.
Non che io normalmente andassi all'università con un top così corto, e sopratutto con un trucco che andasse oltre il semplice mascara, eppure questa mattina mi sono svegliata con la voglia di rendermi più bella per lui.

Ho fatto colazione, ho lasciato i miei capelli mossi e sciolti al naturale e dopo essermi lavata e truccata ho indossato un semplice top nero in pizzo e un pantalone aderente a vita alta rosso e nero a quadratini.
Adoro come mi fasciano le gambe, ma non li metto molto spesso.
Infine ci ho abbinato delle converse nere e la mia giacca di pelle.

Le lezioni sono finite verso le diciassette, così mi sono recata immediatamente in biblioteca per trascrivere gli appunti presi, già abbastanza disordinati, in modo tale da non dimenticare nulla di quello che avevo seguito. 

Durante la lezione di spagnolo non avevo seguito e scritto quasi nulla.

Paulo: Fra poco sono fuori, raggiungimi.

Non appena i miei occhi leggono questo messaggio, catapulto tutta la mia roba che si trova sul tavolo della biblioteca all'interno della borsa e mi dirigo in bagno per un ultima controllata.

Ma quanto sono paranoica, è una semplice uscita fra amici.

Diciamo, quasi amici.
Amici che si conoscono da poco ma che sembra che invece lo facciano da un anno, o almeno per me era così.

Lascio l'università e comincio a cercare Paulo, rendendomi conto del fatto che non conosco la sua macchina.
Beh, sarà sicuramente una Maserati o qualche auto dal prezzo pari a quello di casa mia.

E invece no, Paulo Dybala mi sorprende ancora una volta.

Difronte a me lo guardo mentre scende da una semplice Jeep nera, che certamente fa la sua figura, ma non era assolutamente quello che mi aspettavo.
Istintivamente sorrido perché per l'ennesima volta questo ragazzo mi lascia senza parole.

Deve averlo notato perché dopo avermi vista e salutata con due baci sulle guance facendomi arrossire, mi squadra e cerca di capire il perché della mia espressione.

"Ti aspettavi una Lamborghini o una Maserati?" chiede, ridacchiando.
Il suo sorriso è favoloso.

Guardandolo meglio, mi rendo conto di quanto sia bello con un semplice jeans nero, una felpa azzurra che illumina e risalta il colore dei suoi occhi e una giacca nera in pelle.
Immancabile il cappellino.
È a dir poco una visione mozzafiato.

"Maserati, confesso, ma la Jeep non mi dispiace per nulla, anzi." dico, e apro la portiera, mentre lui fa il giro per raggiungermi in auto.

"Allora, giornata pesante?" mi chiede, per cominciare una conversazione, e io scruto ogni movimento che compie nel far partire la macchina. Indossa gli occhiali da sole Rayban poggiati sul cruscotto e mette in moto.
La sua mascella mi fa impazzire.

"Abbastanza, in realtà non credo di aver capito molto durante l'ora di spagnolo dato che mentre il professore spiegava avevo la testa altrove, ma so già a chi chiedere gli appunti." dico, molto tranquillamente, riferendomi alla mia compagna di corso Federica.

In realtà è così che mi sento, tranquilla. Come se fosse un'abitudine che lui mi venga a prendere dall'università e mi chieda come ho trascorso la giornata.
È una cosa così normale che mi appare incredibilmente bella.

"Hai un libro di spagnolo accanto a te nena, sai a chi chiedere in caso di necessità" si gira verso di me e mi fa l'occhiolino, creando un ulteriore sorriso sulla mia faccia.

Quel soprannome dal vivo è meglio che su uno stupido schermo.

"D'accordo, ci penserò. A te invece come sono andati gli allenamenti?" domando, girandomi leggermente in modo da poter guardare ogni tanto le sue labbra muoversi mentre mi spiega tutto quello che il mister gli ha fatto fare durante l'allenamento.

Sembra davvero felice mentre mi parla di calcio, eppure io resto del parere che se come me non ci capisci niente non puoi cominciare a fartelo piacere. Però riesco a seguire il discorso, e sentirlo parlare è davvero bello.

"Io comunque di calcio ci capisco poco quanto niente, dovrai insegnarmi qualcosa. Mio padre sarebbe anche contento di avere una figlia istruita nella sua materia preferita." affermo, e a ciò lui ridacchia.

"D'accordo, ci penserò." dice, citando le mie precedenti parole, e non appena le sento mi giro verso di lui e gli faccio la linguaccia.
A ciò lui se ne accorge e scoppia in una fragorosa risata.
Mi stava prendendo in giro!
Così mi avvicino a lui e gli tolgo il cappello dalla testa, mettendolo sulla mia.

"Però, sta meglio a te che a me." dice guardandomi e alzandosi gli occhiali da sole sulla testa, e non posso fare a meno di notare ancora una volta i suoi splendidi occhi color smeraldo.

Il tempo passa così velocemente che non mi accorgo nemmeno che Paulo ferma la macchina, tanto meno di dove la ferma.

"Adesso ti porto nel mio mondo, Anna." dice, mentre mi guardo intorno.
Questo posto lo conosco già.

Allianz Stadium.

😋😋😋😋

SALVEEEEEEE

Ma che ci fanno i nostri protagonisti tutti soli soletti nell'Allianz Stadium ?
Immagina, puoi. 

Il prossimo giuro che vi piacerà quasi quanto a me sta piacendo scrivere questa storia, e vi ringrazio un sacco per il supporto!💛

Oggi siamo #45 in Fanfiction, non posso fare altro se non ringraziarvi.

Non potevo non aggiornare vista la felicità della vittoria nel derby d'Italia, abbiamo lottato e il resto sono solo emozioni! 

Adesso vi lascio e buon fine settimana a tutte. 

Besos a todas😚

Anna

Casualidad; Paulo DybalaWhere stories live. Discover now