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"Mi stai dicendo che ti ha portata a casa sua e che avete solo, e ripeto, solo mangiato pizza?" domanda ancora una volta Luca, dinanzi ad un caffè del Bar Cavour.

"Beh magari solo solo no, però nulla di quello che pensate tu e Flavia, assatanati di sesso!" replico, girando lo zucchero all'interno della bevanda.
Detesto il caffè troppo amaro, mi lascia un sapore orribile in bocca.

"Un vecchio saggio diceva che i veri piaceri della vita sono due: il cibo e il sesso. Perché non sfruttarli entrambi?" sempre la risposta pronta, a quanto pare è di famiglia.

"Questo vecchio saggio non conosceva lo stare sul divano a guardare le serie tv e il dolce far niente." affermo, finendo il mio caffè.

Oggi ho spiegato la situazione a Luca, che già la conosceva ma voleva sapere alla perfezione i dettagli.
È peggio di una ragazza a volte.

Lui naturalmente detesta Dybala come calciatore, perché granata convinto, ma non si vergogna dico io? In una famiglia intera di juventini tifa Torino!
A me non è mai importato nulla del calcio, forse per questo andiamo d'amore e d'accordo. Magari potrei fargli cambiare idea, chi lo sa!

"Adesso devo scappare, Alessia mi aspetta!" dice, raccattando le chiavi dell'auto, il cellulare e gli auricolari dal tavolo del locale.

"Ma non ti stavi frequentando con Ludovica?!" chiedo, riferendomi alla mia compagna di università.

"Troppo possessiva, non va bene per me." spiega, indossando la giacca che fino a qualche minuto prima era posta dietro lo schienale della sedia.
Alzo gli occhi al cielo.

"Vuoi che ti accompagni?" chiede, mettendosi gli occhiali da sole.
È un gran figo, ecco perché fa stragi di cuori.
Poverine quelle che perdono la testa per lui, non è proprio adatto alle relazioni serie.

"Si, non ho voglia di camminare." rispondo, prendendo la mia borsa e seguendolo per andare a pagare.

Dopo essere arrivata a casa, è ora di pranzo e casa mia sembra un putiferio: mio fratello che gioca a Fifa con un volume stratosferico che sembra di essere veramente allo stadio e mia madre che parla al telefono probabilmente con mia zia e come loro solito riuscirei a sentirle spettegolare anche dal secondo piano.

E per di più suona anche il campanello!

"Anna! Vacci tu, probabilemte sarà papà!" urla dalla cucina mia madre, e io sbuffo.

Appena apro mi ritrovo davanti il postino con un piccolo pacco.

"È lei la signorina Mirti?" mi chiede ed io annuisco, perciò continua  a parlare.

"Questo pacco è per lei, deve solo firmare." faccio come dice e chiudo la porta, correndo in camera curiosa di aprirlo.

Pian piano comincio a rompere la confezione, trovando due biglietti e accanto un cartoncino bianco con una scritta nera.

Visto che vuoi cominciare a capirci qualcosa di calcio, ti propongo di partire dall'assistere ad una partita di Champions.
Con mucho cariño,
P.D.

Incredula spalanco la bocca, è impazzito! I miei occhi analizzano e leggono attentamente Juve-Real con posto in tribuna d'onore prima di prendere immediatamente il cellulare e digitare il suo numero.

Al secondo squillo risponde.

"Buenos días, Anna." il suo favoloso accento argentino mi inebria le orecchie.

"Paulo! Sei impazzito per caso?!" rispondo senza nemmeno ricambiare il saluto.

"Ciao anche a te principessa, sì tutto bene, oggi è sicuramente una bella giornata. Tu invece come stai?" replica sarcastico, prendendomi palesemente in giro.

"Paulo! Sono seria!" dico con le mani tremolanti, pensando a quanto possano costare quei biglietti.

"Speravo ti sarebbe piaciuta l'idea." risponde immediatamente, a bassa voce. Mi sciolgo quando parla così.

"Certo che mi è piaciuta! Mi piacerebbe un sacco, Paulo. Il problema è che non me la sento di accettare, mi sembra fin troppo per me. È gente importante quella, cosa centro io fra loro?" continuo, rendendomi conto del fatto che questo discorso sembra non avere senso.

È sempre colpa delle mie insicurezze, maledette.

"Anna, se ti ho regalato questi biglietti è perché voglio che tu sia lì quel giorno. Sarà una partita importantissima e ho bisogno di tutto il sostegno possibile, inoltre puoi portarci qualcun'altro, così non sei sola. Fallo per me, por favor, tu presencia es muy importante para mi."  spiega, e ad ogni parola mi sento più cedere per via della sua voce dolce e pacata.

La frase in spagnolo poi chiude ogni mio dubbio, ma non gli rispondo e sospiro sapendo che mi ha appena sentita.

"Dai! Sé que vendrás." continua, e io mi passo nervosamente le mani fra i capelli.

"E d'accordo, verrò alla partita! Ad una condizione però..." replico quasi urlando.

"Cioè?" chiede curioso, e me lo immagino sollevare le sopracciglia.

"Almeno un gol devi farlo!" rido, e lui mi segue.

"Lo spero, nena. Ora però ti lascio perché devo tornare ad allenarmi. Allegri rompe, a dopo." dice velocemente, così ricambio il saluto e chiudo la chiamata.

Penso di essere completamente andata per questo ragazzo dagli occhi verdi, che aveva saputo ammaliarmi solo con la sua voce.

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Casualidad; Paulo DybalaKde žijí příběhy. Začni objevovat