Capitolo XII

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16 Novembre 2013

Mi mancano le nostre giornate passate insieme. Mi mancano quei giorni in cui uscivamo insieme, anche solo per portare Nami a fare una passeggiata. Mi mancano quelle mattinate in cui ti mandavo le maledizioni perché mi svegliavi troppo presto. Mi mancano quelle serate passate a discutere sulla serie TV da guardare. Mi mancano quei pomeriggi passati a nerdare sui videogiochi. Mi mancano le notti con te, specialmente quelle quando mi sveglio per un incubo e tu mi abbracci per tranquillizzarmi. Mi manchi tu.

Però ti odio. Ti odio perché mi hai nascosto tutti questo. Ti odio perché mi hai fatto preoccupare inutilmente. Ti odio perché non mi hai detto nulla. Ti odio perché mi hai mentito su tua cugina, se mi avessi detto di lei, non avrei mai dubitato di te. Ti odio perché mi hai fatta stare male. Ti odio perché adesso sono qui a scrivere questa nota. Ti odio per quella lettera che mi hai lasciato sul tavolo... mi ha fatto davvero male, se ti fa stare bene saperlo.
Ma in fondo io ti amo ancora, e, come hai detto tu, è un controsenso. Sono triste perché non hai detto nulla. Ti odio perché mi stai riducendo come una stupida, a pentirmi delle mie azioni raggomitolata nel letto 24h su 24. "È quello che ti meriti" dirai, e forse hai ragione. So di aver sbagliato, ma non puoi non ammettere che hai sbagliato anche tu. È di entrambi la colpa, anche se quella che ha agito sono io. Direi un buon 60/40, mi sembra onesto.

Sono ancora qui, a letto, con una coperta sulle ginocchia, a scriverti questa stupida nota che tanto non leggerai mai. Non mi alzo dall'ora di pranzo e ora sono le 17.
Mi mancano anche quelle leggere litigate che facevamo ogni giorno, dove io facevo l'offesa a e tu eri costretto a rimediare sempre.
Ma adesso siamo veramente al limite dell'infantilità.
Ho sbagliato, lo so.
Ma mi manchi. Mi manchi davvero tanto. Ho istintivamente reagito come se mi sentissi presa in giro. Ed io mi sento ancora presa in giro. Ma non posso far nulla. Chi ha sbagliato ha sbagliato, il danno è ormai fatto.

Ah, e la sai una cosa? Io l'anello ce l'ho ancora, non lo voglio togliere, non so bene perché. Sono furiosa, ma allo stesso tempo vorrei riaverti qui con me.

PS: A me di Matteo non è mai fregato nulla, era solo l'unica persona che mi è venuta in mente. Ha fatto male rivederlo, mi ha ricordato molto Marco ed è stato orribile. Era come se stessi parlando con lui e non con Matteo, tendeva a starmi troppo vicino. Perché sto scrivendo sta cosa? Vabbè, ormai l'ho scritta, la cancellerò più tardi... quando rileggerò la tua lettera per l'ennesima volta.

Mi manchi.

- Veronica

Sergio lesse attentamente ogni parola, rimanendo a bocca aperta. Si sentì improvvisamente in colpa, non credeva lei avesse provato tutto questo. Forse aveva ragione, era stato tutto frainteso. Anche a lui ora sembrava mancare lei, o forse gli era sempre mancata ma era troppo accecato dall'ira per accorgersene.

Sergio's Pov:

Le ho fatto del male, eh già. Perché? Non lo so nemmeno io. Non avrei mai voluto farlo, eppure l'ho fatto. Non avrei dovuto dire quelle cose. Ora che mi sono calmato, a dir la verità, non le penso davvero... non potrei mai farlo. Sì, una parte di me vuole ancora credere che mi abbia tradito, ma onestamente inizio a crederle. Quello sguardo cupo... quelle lacrime... stavolta erano colpa mia, e non di Marco. Quel "non toccarmi" con quel tono terrorizzato... sono un mostro. Chissà cosa penserà ora di me.

Posai il suo telefono sul comodino accanto a me e iniziai a pensare a quando e come glielo avrei tornato, non avrebbe mai più voluto vedermi. In quell'istante, lo schermo si illuminò mostrando una notifica Whatsapp. Anche se non si fa, sbloccai il cellulare e aprii l'applicazione. Inviai delle faccine sorridenti in risposta al meme che le aveva inviato suo fratello, tanto per non destare sospetti, quando l'occhio mi cadde sulla chat nominata "Marco Parkour". Mi risalì la rabbia, nei confronti di lui però. Ricordai cosa le aveva fatto e c'è mancato poco che non iniziassi a scrivergli qualcosa - che tanto non avrebbe ricevuto essendo in galera ma dettagli -. Scorrevo lentamente la chat. Era piena di foto di Veronica con le braccia tagliate e sotto i suoi messaggi: "brava bambolina". Stavo stritolando il cuscino da quanta rabbia avevo in corpo. Non capivo perché lei gli inviasse quelle foto, fino a quando non arrivai all'inizio della chat.

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