Capitolo XXIII

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Il ristorante era un posto molto carino e tranquillo, si affacciava sul Poetto, un lungo viale di Cagliari che dava sul mare. I due si allontanarono dal locale e, scendendo delle piccole scale, arrivarono alla spiaggia, il posto preferito di Veronica. Era tutto buio, illuminato da qualche misero lampione lampeggiante qua e là lungo la strada lì vicino. Le piaceva andare al mare di notte: le stelle riflettevano nell'acqua, l'odore della brezza marina diventava un tutt'uno con i vestiti e il venticello che smuoveva le onde creava un suono rilassantissimo. Veronica si incamminò serena, come se si trovasse in paradiso, mentre Sergio la seguiva in silenzio aspettando che dicesse qualcosa. Dopo qualche minuto di camminata, Veronica si fermò a guardare il mare riflettendo bene: davvero voleva riferire tutto? E se lui non stesse provando lo stesso sentimento che prova lei? Se Laura le avesse mentito solo per farle fare brutta figura davanti al suo amato? Se lui avesse mentito per tutto questo tempo?
Le passavano mille pensieri per la testa, fin quando Sergio, stufo, le disse:

S: "Veronica... posso sapere cosa c'è?"

Lei si limitò a sorridere: sapeva benissimo cosa voleva e cosa doveva dire, ma era come se non riuscisse ad esprimersi, come se non riuscisse a far uscire le parole dalla sua bocca. Si sentiva come al teatro, quando la sera prima dello spettacolo gli attori dimenticano il copione a causa dell'emozione. Sergio era particolarmente nervoso ma non fiatava: si limitava a guardarla negli occhi, occhi nei quali avrebbe voluto perdersi per sempre.

V: "Sono stanca. Sono davvero stanca di tutta questa storia" disse sbuffando

S: "C-che intendi?" balbettò lui sbiancando di colpo

Veronica, dopo qualche secondo passato a fissare Sergio, si voltò e ricominciò lentamente ad incamminarsi per la spiaggia con le scarpe piene di sabbia, ma era la cosa che contava di meno in quel momento.
Sergio la seguì iniziando preoccuparsi sempre di più. Cosa voleva dirgli? Perché era così vaga nelle risposte? Ma soprattutto... di cosa era stanca esattamente?
Continuarono a camminare. Veronica, davanti, guardava in basso e "ripassava il copione". Sergio invece camminava con una faccia pallida e visibilmente ansiosa continuando a pensare a cosa dovesse dirgli di così importante.
Veronica si fermò di colpo.

V: "Sergio..." sussurrò lei senza voltarsi

S: "Eh, sono qua, cosa succede?" domandò con un probabile infarto in corso

Lei sorrideva e sorrideva tenendo lo sguardo fisso sulle piccole onde del mare. Rimase in silenzio per qualche minuto con gli occhi chiusi per godersi il suo pezzo di paradiso terrestre.

V: "Bello il mare, eh?" parlò ad un tratto riaprendo gli occhi per cercare quelli di Sergio per poi rivoltarsi subito verso il mare

Veronica continuava a temporeggiare: non riusciva a trovare il momento giusto per confessare, per parlare, per dirgli tutto quello che pensava. Si stava dando da sola della codarda e della stupida, ma non riusciva a smettere di sorridere, perché, nonostante l'ansia che provava, era felice di essere sola con lui nel suo posto che in fondo era anche un po' di entrambi.

S: "Senti Veronica, puoi dirmi quello a cui stai tanto pensando?" disse Sergio, stufo di aspettare

Veronica sbuffò e si voltò verso Sergio guardandolo con occhi storti.

V: "Non so come dirtelo, ok? Mi conosci, non sono molto diretta e mi faccio mille paranoie..." gli confessò lei

Restarono in silenzio. Sergio ora era preoccupatissimo e iniziava a pensare al peggio. Magari lei era stufa di lui e non sapeva come dirglielo.

V: "Sai..." iniziò lei "...mi sono trovata bene nelle ultime settimane..."

S: "Eh?" rispose lui confuso

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