Capitolo 1

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CAPITOLO1

Sakura Haruno studentessa dell'università di medicina di Konoah, genio del suo corso, se ne stava lì davanti il suo professore: Kakashi Hatake ad ascoltare quello che per lei erano i suoi deliri mentali che terminarono tutti in una proposta assurda.  Il professore aveva loro proposto o meglio obbligato i suoi studenti a seguirlo in una stanza piena di specchi propinando a lei e ai suoi colleghi la flebile scusa che per diventare un buon medico ognuno di loro doveva conoscere prima se stesso e la propria anatomia esteriore, fisica e interiore per poi solo in seguito potersi dedicare ai propri pazienti. Sakura si chiese se quella situazione non fosse un assecondare il complesso di narciso che probabilmente Hatake nemmeno sapeva di avere e per di più si chiese cosa il professore avesse da ammirare da se stesso visto che teneva il volto coperto e teneva fuori da quella specie di maschera solo un misero occhio.

Osservandosi attorno e con sguardo scettico Sakura sussultò.

La giovane donna dai corti capelli rosa odiava profondamente gli specchi. Odiava la propria persona. Non lei stessa in se per se, ma la propria immagine riflessa in essi. Sakura era fermamente convinta che l'immagine che quegli specchi mostrassero di lei, non era la sua immagine, ma dopo mesi che il suo odio per quegli affari si era consolidato, lei ci aveva fatto l'abitudine. Lei nonostante ciò non si apprezzava, non si piaceva eppure molti le avevano detto che era una ragazza abbastanza piacente, ma ciò non le dava alcuna soddisfazione. Ogni giorno che passava Sakura sentiva che dentro di lei mancasse qualcosa di davvero importante. Un profondo vuoto continuava a tartassarle l'anima a ricordarle in continuazione che lei in realtà non era la persona che appariva, che la ragazza timida, riservata, studiosa, intelligente, raffinata, sofisticata, era solo una facciata che gli altri avevano scelto per lei e in quei panni lei ci stava dannatamente stretta. Desiderava scoprire chi era in realtà, accettarsi per quello che era ed essere accettata dagli altri nonostante pregi e difetti. Ogni tanto desiderava poter mostrare al prossimo la persona che disperatamente desiderava essere. Allegro, combattiva, forte, decisa, dolce, comprensiva, intelligente, pronta a lottare anche fino alla morte per le cose in cui credeva, ma soprattutto desiderava che qualcuno l'apprezzasse senza giri di parole o secondi fini, tipo quello di portarsela a letto. Desiderava qualcuno che la stimolasse non solo caratterialmente e che le permettesse di essere la persona che lei desiderava essere, ma anche qualcuno o qualcosa che la stimolasse anche mentalmente, qualcuno con cui avere una vera intesa, ma per lei questo era solo un utopia perché anche se Sakura sentiva questo profondo vuoto dentro di sé, sempre dentro di se sentiva una strana presenza, una forza assurda che premeva per uscire. Era quasi come se dentro di Sakura ci fosse un'altra persona imprigionata nel suo corpo ed era anche per questo che Sakura odiava gli specchi, perché quella presunta persona tramite uno specchio lei riusciva a vederla, a percepirla a sentirla e ciò la metteva a disagio e un inquietudine assurda le tartassava l'anima. In quella università Sakura aveva trovato solo una persona che pareva accettarla in tutto e per tutto, che pareva conoscerla dentro meglio di quanto lei non si conoscesse. Che la comprendeva, che la spingeva a dare il massimo, che la rincuorava, che l'ascoltava, che la consolava in quei momenti in cui lei non si sentiva se stessa, che sentiva di non possedere più il controllo della sua esistenza e che osservasse come una spettatrice muta di un film la sua stessa vita trascorrere sfuggendole di mano.  Solo quella persona pareva spesso riportarla con i piedi per terra e nel suo corpo e quella persona era la persona più importante della sua vita, la sua migliore amica Meilyn Nakamura. Più il tempo passava più Sakura sentiva di perdere la sua vera identità. Più il tempo passava e più lei si lasciava trasportare dagli eventi e da ciò che le capitava. A volte sentiva di non essere più lei a guidare la propria vita e che come un'automa faceva quello che gli altri le chiedevano di fare e Sakura era stufa. Sakura rivoleva se stessa. Riavere un vero contatto con se stessa.

Dark lover -Un amore ProibitoWhere stories live. Discover now