Capitolo 7

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L' aria umida e fetida della prigione in cui Madara l'aveva rinchiusa dopo averla torturata per ore ed essersi nutrito del suo sangue, le dava il voltastomaco.

Meylin desiderava disperatamente trovare una via di fuga da quel posto. I ricordi continuavano a tartassarle la mente, ricordi in cui lei e Itachi erano felici e la voglia di piangere era talmente forte da serrarle il respiro in gola. Portò una mano tremante al viso tumefatto cercando di capire quanto gravi erano quei lividi. Un singhiozzo le sfuggi involontario dalle labbra e lei si diede mentalmente della stupida. Sin da piccola i suoi genitori le avevano insegnato che le lacrime erano per i deboli e le volte che in vita sua lei aveva pianto si potevano contare sulle dita di una mano.

Non le interessava più combattere, uccidere quel Madara per dare prestigio e onore al Clan delle streghe di Konoha, voleva solo lasciare quel posto e stringersi a Itachi.

Prima di incorrere nella spietatezza di Madara, nella notte in cui aveva scoperto cos'era in realtà Itachi e prima che la sua vita finesse completamente nelle mani di quel mostro/vampiro, aveva meditato l'idea di voler sapere che cose si provasse a essere morse da un vampiro.

A quanto pare la sua curiosità era stata soddisfatta e non era stata per niente un esperienza gradevole. Inoltre in quel posto le sue forze, i suoi poteri erano del tutto azzerati in quanto la fortezza soprastante e sottostanze la sua prigione era protetta da grandi e potenti pietre di luna in grado di inibire, azzerare, annullare i poteri delle streghe.

Meilyn non sapeva come fosse possibile che in un luogo come quello dove lei era stata rinchiusa e circondata da pietre di luna, riuscisse a percepire distintamente e chiaramente Sakura e Shannoro.

Non sapeva come ma la percepiva.

Sakura si era finalmente risvegliata. Lei e la sua strega interiore Shannoro si erano risvegliate.

Inoltre Meylin si sentiva dannatamente in colpa per non aver presenziato al compleanno della sua migliore amica e non aveva scuse, perché per andare a combattere contro Madara poteva aspettare ancora un giorno non sarebbe cambiato nulla invece lei aveva fatto di testa sua e le era finita male.

Se avesse saputo cosa l'aspettava, se i suoi genitori si fossero azzardati a darle qualche informazione in più su Madara o a riconoscere a vista i vampiri puro sangue o quelli in grado di celare la loro identità soprannaturale come Itachi, Madara e a quanto pare anche Sasuke erano in grado di fare, decidendo di allenarla a dovere prima di mandarla nel covo del diavolo, forse non si sarebbe trovata in quella situazione. Prigioniera, umiliata, usata, ferita.

Le dispiaceva infinitamente non esserci stata per Sakura nel momento del bisogno ed era furiosa con i suoi stessi genitori per averla mandata a morire.

Sperava solo di trovare una soluzione per riuscire a salvarsi la vita, liberarsi da quella prigionia e vendicarsi di chi aveva deciso di mandarla li e da sola per giunta.

Meylin ne era sicura.

Conoscendo Sakura avrà reagito con il sorriso sulle labbra, sempre disponibile ad aiutare il prossimo, ma chiunque non la conoscesse bene come la conosceva lei poteva pensare che in realtà della sua nuova realtà /natura non gliene fregava nulla, ma lei sapeva invece cosa significava quel comportamento da parte di Sakura.

La sua migliore amica non aveva ancora ben metabolizzato cosa significasse essere una strega, non aveva ancora ben metabolizzato i limiti e le proibizioni che una strega aveva e di sicuro non aveva ancora metabolizzato che una strega in se per sé è una cacciatrice di vampiri.

Dark lover -Un amore ProibitoWhere stories live. Discover now