Capitolo 48

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PUNTO DI VISTA DI DAVIS
Staccai la chiamata, mio padre iniziava a stressarmi, ieri non l'ho avvisato della mia assenza. Mi diressi nella sala e non appena varcai la soglia mi accorsi dell'assenza di Grace. Dove diavolo è andata?. Scrutai per bene la sala quando sentii una risata provenire da un'oca. Ma io questa risata la conosco. mi avvicinai e....oh no! Tatiana! È seduta nel mio tavolo che sghignazza a più non posso. Misi gli occhi a fessura e strinsi i pugni dirigendomi da lei. <<tu>> dissi autoritario. Lei alzò lo sguardo e smise di ridere << ma guarda chi c'è, che onore rivederla Mr.Kyle>> << cosa diavolo ci fai qui? E dove è Grace?>> lei scoppiò a ridere << allora sai come si chiama. Davvero notevole da parte tua Davis, sei riuscito a ricordarti il suo nome ed è bastata una sola sera. Per ricordarti il mio sono passati mesi!>> disse con tono da presa per il culo. Mi infuriai e strinsi un suo braccio con sguardo minaccioso. Lei sussultò e un mugolio di dolore uscì dalla sua bocca << dove cazzo è Grace!>> dissi scandendo bene ogni minima parola. Lei sorrise maliziosamente << è nella vostra camera>> << perchè ci è andata cosa le hai detto?>> lei fece spallucce << la verità Davis, doveva sapere>> spalancai gli occhi al limite della sopportazione << quale verità >> << che tu sei solo un puttaniere e che questo è l'hotel riservato ad esse>> Cazzo no! Sta puttana non può rovinare tutto! Strinsi tutte e due le sue braccia << se succede qualcosa ti rovino>> queste furono le mie ultime parole prima di andare in camera da lei.
PUNTO DI VISTA DI GRACE
Entrai nella stanza e mi fermai sulla soglia. Forse sto sbagliando...dovrei fidarmi di lui però quella ragazza mi ha confuso le idee. Non tutto ciò che ha detto si è dimostrato sbagliato. Il mio sguardo cadde sul cassetto dove ieri sera Davis estrasse il preservativo. Mi si strinse lo stomaco e decisi di avvicinarmi. Con mani tremanti afferrai i manici del cassetto e lo aprii trovandovi, oltre una notevole provvista di profilattici, un gel spermicida, una boccetta di lubrificante e una boccetta dove c'era un olio per massaggiare. Il mio cuore cominciò a martellare. Realizzai il fatto che la ragazza aveva ragione. Per questo la receptionist ha capito con un solo sguardo quale fosse la stanza che Davis aveva bisogno. Non si erano scambiati nessuna parola. Era ovvio che questo hotel, in particolare questa stanza, fosse un rifugio attrezzato con tutto ciò che le serviva per stantuffarsi per bene la puttanella di turno che vi ci portava. In questo caso io. Provai un dolore allucinante nel petto e vi misi una mano sopra per creare una specie di calamai te mentre mi spostavo verso l'armadio al muro, spalancai l'armadio e dentro vi c'era un piccolo assortimento di abiti da uomo: camicie e pantaloni eleganti, jeans e t-shirt sportive. Mi raggelai e mi sentii invadere da un devastante senso di desolazione. I cassetti sulla destra erano pieni di T-shirt ben piegate, boxer, mutande e calze, mentre il cassetto in alto a sinistra conteneva giocattoli erotici: fruste, dilatatori vari e vibratori di ogni genere. Basta ho visto abbastanza. Barcollai ne tragitto che mi portò nel letto per prendere i miei vestiti ma non ressi più e mi sedetti nel letto cadendo in un pianto disperato.
PUNTO DI VISTA DI DAVIS
Mi precipitai nella mia stanza e non appena aprii la porta mi si bloccò il cuore. Vidi la piccola figura di Grace seduta sul letto. Ma la cosa che mi spiazzò fu quando alzò i suoi occhioni su di me e vidi che erano pieni di lacrime. << oh piccola>> dissi avvicinandomi. << stai fermo lì non ti avvicinare!>> disse con voce spezzata ed io mi fermai sui miei stessi passi. Vagai velocemente per la stanza con gli occhi e vidi che tutti i cassetti e le ante degli armadi erano aperti. Lo ha scoperto. Guardai il pavimento e per la prima volta in vita mia mi sentii mortificato. Poi sentii un sussurro da parte sua <<perchè, dimmi perchè lo hai fatto....mi odi così tanto?>> disse in un sussurro. Oh piccola non ti odio, non lo so cosa mi è preso << mi sono lasciato trasportare dalla situazione, non volevo ferirti lo giuro. Non ti reputo una puttana, sei la mia ragazza>> lei rise istericamente << la tua ragazza? Non farmi ridere Davis>> disse amaramente. << credimi piccola, non me ho mai avuta una in vita mia, voglio solamente te>> lei scattò << BASTA DAVIS NE HO ABBASTANZA DELLE TUE CAZZATE! TI AVEVO DATO UN'OPPORTUNITÀ, DA UNA PARTE MI SONO VOLUTA FIDARE MA DALL'ALTRA LO SAPEVO CHE MI AVRESTI DELUSA MA NON PENSAVO DOPO SOLO DUE GIORNI!!!>> sbottò irritata lei. Sospirai << tu sei una ragazza fantastica, lì fuori ci sono un mare di uomini che ti meritano e che probabilmente ti potranno trattare meglio di me e non ti feriranno ma devi capire che sono egoista>> dissi facendo una paura <<io.Ho.Davvero.Tanto.Bisogno.Di.Te.>> dissi scandendo bene le parole. << ti prego non lasciarmi, so di aver fatto una cazzata ma questa volta è stata colpa mia, mi sono lasciato trasportare dalla situazione. So che non mi crederai ma cercherò di non fare più uno sbaglio simile>> lei continuò a stare in silenzio << ti prego Grace, io non mi sono mai spinto a questi livelli di arrivare a supplicare una ragazza. Lo sto facendo perchè ci tengo veramente a te.>> finalmente tornò a guardarmi in faccia. << non importa Davis, tanto non ci siamo ancora innamorati è meglio che ci lasciamo adesso che siamo ancora in tempo>>. Disse fredda. Scossi la testa << e chi te lo dice questo?>> le parole mi uscirono senza che me ne rendessi conto. << lo vuoi negare? Vuoi per caso dire che sei innamorato di me?>> quella domanda mi spiazzò. Io non so cosa significa amare. Chiusi gli occhi in segno di frustrazione <<no, non lo nego>> lei fece spallucce << ci siamo detti tutto>> disse per poi alzarsi. Io mi avviai da lei e la bloccai sul letto << ti prego non farlo>> << Davis dai lasciami, per favore sono stanca di te>> disse con gli occhi lucidi. Stava riprendendo a piangere. <<io voglio imparare ad amarti. Voglio amare solo te Grace.>> restò spiazzata dalle mie parole e scoppiò a piangere. << ti prego dammi questa opportunità di amarti. Insegnamelo tu e ricambia il mio amore. Amiamocci alla stessa maniera piccola>>santo cielo non mi riconosco più. Davis che parla di amore? Ma cosa diavolo mi ha fatto questa ragazza? Non me ne importa al diavolo tutto il mondo io la voglio e non mi vergogno a dirlo. << morirei senza di te, senza poterti guardare, senza poterti toccare, senza le tue labbra>> dissi baciandola con tutta la passione che avevo. Ad un certo punto iniziai a stuzzicarle il labbro inferire con la lingua chiedendole l'accesso alla sua bocca, che con mia sorpresa non negò e mi diede l'accesso. La mia lingua danzava in una danza tutta sua insieme a quella di Grace. Ci baciammo come se non ci fosse stato un domani e mi venne un colpo al cuore al solo pensiero che molto probabilmente quello sarebbe stato l'ultimo bacio. Mi staccai da lei per prendere fiato e poggiai la fronte alla sua. Presi la sua manina e la condussi nel mio petto << lo senti come sono impaurito? Non è mai successa una cosa del genere>> lei mi accarezzò il petto e si asciugò le lacrime. Poi mi abbracciò forte e la sue dolcezza mi sorprese << anche io voglio amarti Davis ma non posso>> la strinsi fra le mie braccia << perchè? Si che puoi non dire così >> lei scosse la testa << lo vedi? Ci stiamo solamente facendo del male a vicenda, è meglio che la finiamo adesso visto che siamo in tempo>> disse con voce spezzata << non voglio>> dissi con un filo di voce senza allentare la presa che avevo su di lei << nemmeno io ma dobbiamo>> disse malinconicamente. Restammo abbracciati per un tempo che parve interminabile fino a quando lei non smise di piangere perchè si era addormentata. La misi comoda sotto le coperte e mi distesi di fianco a lei contemplando la sua bellezza. È così tenera quando dorme. Non voglio perderla, non so cosa farei senza di lei. Ci tengo troppo. Mi squillò il cellulare e mi toccò rispondere e uscii dalla stanza.
PUNTO DI VISTA DI GRACE
Sussultai sentendo la porta chiudersi. Davis non c'era, sarà andato a fare una chiamata. Devo approfittarmi di questa situazione chissà quanto starà via. In pochissimi secondi radunai tutte le mie cose e lasciai un biglietto prima di andarmene sul letto. Guardai per l'ultima volta la stanza prima di andarmene. Scappai dalle scale e una volta arrivata giù la receptionist mi squadrò per bene facendomi un cenno educato di saluto che ricambiai timidamente. Chiamai un taxi e tornai a casa.
PUNTO DI VISTA DI DAVIS
Entrai in camera e andai nel panico quando vidi che ne Grace ne le sue cose erano qui. Mi guardai intorno passandomi la mano nei capelli in segno di frustrazione quando un biglietto che prima non c'era attirò la mia attenzione. Mi avvicinai e lo afferrai. 'per Davis'. È di Grace pensai. Lo aprii e lo lessi. ' Caro Davis è stata un'esperienza unica passare del tempo con te, non dimenticherò mai il bene che hai fatto per me. Grazie di tutto Boss, addio.' Iniziai a tremare in preda al panico e strappai quel bigliettino gettando i coriandoli per la camera ed urlai a squarcia gola.
PUNTO DI VISTA DI GRACE
Nel taxi chiamai i miei avvisandoli di essere da Megan e di non preoccuparsi. Andai da lei e mi sfogai un pochettino. Avevo bisogno di sfogarmi. << vieni qui>> disse abbracciandomi. << ci sono io con te>> disse al mio orecchio. << che ne dici di un pò di shopping per dimenticare tutto?>> disse lei sorridendomi. Annuii e andammo al centro a fare compere. << abbiamo svaligiato i negozi, siamo vergognose>> disse Megan e scoppiai a ridere. Adoro stare in sua compagnia mi fa dimenticare tutto. << andiamo a prenderci un bel gelato?>> annuii e andammo a prenderci il gelato. Dopo un intera giornata passata con lei mi sentivo più tranquilla e determinata ad andare avanti. Non appena l'accompagnai a casa presi un taxi per tornare a casa. Rivolsi il mio sguardo al finestrino e vidi tutta Manhattan scorrermi davanti. Ormai era buio, saranno le 11 di sera. Sentii il cellulare squillarmi e vidi un numero che non avevo mai visto prima. Dopo un attimo di esitazione risposi << pronto>> dissi fredda. <<miss. Bennet>> udii una voce femminile impaurita. << chi è lei?>> dissi con tono più morbido. << sono Rosita la governante dei Kyle, la scongiuro deve assolutamente venire in villa, il signorino Kyle sta dando di matto. Solo lei può aiutarlo, i suoi sono fuori sede la prego cerchi di venire il più presto possibile>> disse staccando la chiamata. Ma cosa diavolo stava succedendo? Sospirai e diedi un colpetto alla spalla del taxista. << cambio di programma, mi pori in villa Kyle>> gli dissi.
COSA AVRÀ COMBINATO IL NOSTRO DEMONE? LO SCOPRIRETE NEL PROSSIMO CAPITOLO. AGGIORNERÒ AL PIÙ PRESTO VI ADORO COME SEMPRE :)

Quegli occhi color argentoWo Geschichten leben. Entdecke jetzt