14. Scott

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«Con le dovute proporzioni, la storia di Amy mi ricorda il martirio di Santa Maria Goretti» disse Alexander, seduto al tavolo con Thomas e Mae

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«Con le dovute proporzioni, la storia di Amy mi ricorda il martirio di Santa Maria Goretti» disse Alexander, seduto al tavolo con Thomas e Mae. «Chi l'ha uccisa era, o è, di sicuro, qualcuno che si è sentito offeso perché respinto. Un delitto a sfondo sessuale.»

«Sono passati più di vent'anni e, a quanto dice il signor Garcia, i nominativi dei clienti che entravano nella casa li conosceva solo la Signora. Era un club esclusivo basato su una forma di privacy discutibile, un ecosistema chiuso in cui nessuno o quasi sapeva chi fossero veramente le persone che lo frequentavano. La proprietaria è morta; i registri, diari o documenti che conservava furono consegnati come eredità a probabili nipoti oppure bruciati. Non c'è nulla su cui possiamo lavorare. È impossibile risalire alle persone che sono passate da laggiù» disse Thomas.

«Molti di loro potrebbero far compagnia ad Amy nel mondo altrove» aggiunse Alexander.

«Non c'è niente che possiamo fare se non sarà Amy a confidarci chi è il suo assassino.» 

Mae attendeva in silenzio cercando di percepire la presenza del fantasma. Amy era lì, li ascoltava, ma sembrava non volere o potere dipanare la matassa. Esistevano regole a cui gli spiriti dovevano sottostare nella loro comunicazione con i viventi oppure Amily non aveva davvero coscienza di chi fosse il suo omicida? In fondo si era addormentata ignara di cosa l'uomo o la donna – non si poteva tralasciare nulla, perché in assenza di liquido seminale poteva essere stata violata con qualsiasi tipo di oggetto – intendevano fare. Il suo era stato un trapasso in cui emergeva una tranquillità deviata, una sorta di prolungata anestesia che l'aveva traghettata nell'altro luogo. Eppure il dolore fisico che era in grado di trasferire negli sventurati cui sottraeva l'energia per comunicare riconduceva all'acciaio penetrato a fermare l'ingranaggio perfetto che era il suo cuore. Si era accorta di stare morendo sebbene non fosse cosciente o aveva realizzato in un secondo momento d'essere energia e non più carne e sangue? Se sì, come l'aveva capito? Se si fosse trovata a fluttuare sopra il suo corpo inerme avrebbe dovuto vedere l'assassino mentre fuggiva. Probabilmente era davvero qualcuno che frequentava la casa della Signora, di cui Amy ignorava il nome. Un nome ormai smarrito senza possibilità di essere recuperato.

«Nonostante tutto, Amy ci ha fornito un indizio» disse la medium alla fine dei ragionamenti. «Ha detto "palazzina". Il ragazzo che l'ha introdotta in quella casa potrebbe saperne di più. Dovremmo incontrarlo e chiedergli di parlare con noi. Tom, sai come si chiama?»

«Chiunque entrava nella casa usava un nome fittizio o un soprannome. Il signor Garcia ha detto che Amy si riferiva al ragazzo chiamandolo "il vicino del primo piano" e che fu lui a presentarla alla Signora. Il signor Smith ha indicato sul foglio nomi e cognomi degli inquilini della palazzina nel Novantatré, ma non gli appartamenti occupati. Deve essere il primo tizio che compare nell'elenco. Quattro hanno lo stesso cognome, Thompson...»

«La famiglia del secondo piano.»

«E gli ultimi due sono gli Slade, anche se la donna portava il cognome da nubile. David Slade e Carole Harris.»

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