16. L'ultimo giorno

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«Amy entrò al locale alle quattro per il turno della sera. Era domenica. C'era il pienone alla tavola calda, anche se la maggior parte della gente era in vacanza. Andavamo avanti e indietro fra la cucina e i clienti. Alcuni tavoli erano stati messi anche all'esterno. Ricordo che non ricevette nessuna telefonata. A volte capitava che mariti, fidanzati o genitori chiamassero al locale per dirci qualcosa. Lei non ne riceveva molte di chiamate. Per lo più si trattava della sorella» spiegò una delle ex cameriere della tavola calda, amica della signora Johnson.

«Lavorai con lei fino alla conclusione del turno. I nostri orari coincidevano. Chiacchierammo nello spogliatoio della fine dell'estate e del futuro. Si cambiò e sciolse la coda. Aveva appena tagliato i capelli, le arrivavano poco sotto le spalle. Indossò un paio di jeans e una maglietta azzurra. Ne sono sicura, sì. Perse un po' di tempo ad infilarsi gli orecchini. Se ricordo bene, erano d'argento con pietre nere, ma sono stati ritrovati nell'appartamento. Non li hanno rubati, così disse la polizia quando allora azzardai l'ipotesi del furto al tempo.

«Uscimmo insieme salutando le altre. Il giorno dopo sarei stata di riposo, lei aveva il turno della mattina. Avrebbe dovuto presentarsi alle sei e mezzo per sistemare il locale prima dell'apertura. Ora la tavola calda, dove lavorano ancora due nostre colleghe attempate che la conoscevano, non chiude più. Aperta ventiquattro ore su ventiquattro.»

La donna si passò un dito sulle labbra asciutte e screpolate.

«Avevo la macchina e le chiesi se volesse un passaggio. Accettò; la lasciai poco distante dal palazzo dove abitava perché la mia vecchia Wolkswagen non ce la faceva in salita e la strada era in pendenza. Ci lasciammo. Lei frugò un po' nella borsa, tirò fuori le chiavi e se ne andò. Ero presente al funerale, il locale venne chiuso per lutto. Fu un brutto periodo. All'epoca avrei voluto poter dire qualcosa di utile, ma non sapevo nulla. Tutto si era svolto nella più assoluta normalità.»

Mae spense il registratore e ringraziò di cuore la signora Pierce.

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«Adesso manca d'interrogare il marito della Slade» disse Thomas salendo le scale fino al quarto piano.

Mae lo seguì con docilità, in tasca il registratore.

La signora Slade era in casa e aprì la porta. Comunicò che il marito mancava per lavoro quando le chiesero se fosse sola. Gli insegnanti sottostavano alla legge dei corsi d'aggiornamento, che di frequente si tenevano in città piuttosto distanti dalla scuola e dal domicilio.

«Ho finito il mio la settimana scorsa, ogni venerdì per quattro settimane, a un'ora da qui. I miei alunni si lamentano dei compiti senza sapere che anche i pomeriggi degli insegnanti sono pieni di impegni scolastici.»

«Ci dispiace averla disturbata» disse Mae.

«Mi avrebbe fatto piacere farvi conoscere mio marito.»

Il Mondo AltroveWhere stories live. Discover now