tre

2.8K 86 9
                                    

Ho scoperto che anche Mario e Plaza verranno con noi a Roma. A quanto pare sono dei cantanti, abbastanza conosciuti in Italia, e vogliono fare una collaborazione con il gruppo di Nico.

Arrivati a Roma ci salutiamo e io vado verso casa. Appena entro, poggio le chiavi sul tavolo ed Ema mi si fionda addosso, facendomi scoppiare a ridere.
Inizia a baciarmi ripetutamente il viso e le labbra, mi era mancato tantissimo.

Lo stringo forte.

"Ti amo e mi sei mancata" dice abbracciandomi.
"Anche tu" gli dico stringendogli la vita.
Passiamo la serata a casa, insieme.

Il mattino dopo decidiamo di fare una passeggiata in centro.
Per strada incontriamo Mario che sembra conoscere Ema. Probabilmente sono amici, ma non stretti, Ema me ne avrebbe parlato.

Poi saluta anche me e Noyz rimane perplesso.
"Lo conosci?" chiediamo all'unisono.
Io rido e lui rimane serio.
"Sì era uno dei ragazzi del gruppo di Salerno" gli dico riferendomi a ciò che già gli avevo detto. Annuisce.

"Venite in studio? Vi facciamo sentire i nuovi pezzi" dice Mario.
"Va bene" dice subito il mio ragazzo.
Gli do una gomitata, non ha neanche chiesto un mio parere, odio quando fa così. Lui ridacchia e io mi arrabbio sempre di più.

Seguiamo Mario fino a un condominio immenso, ci sono miliardi di palazzi. Suona a un citofono e subito la voce dall'altra parte dice un numero di scala e altri numeri che non capisco cosa c'entrino. Mi limito a seguire i due.

Appena arrivati ci fanno accomodare su un divano rosso davanti ad un vetro trasparente, dove ci sono dei microfoni.
L'intera stanza è di colore rosso e c'è anche un grande tavolo di legno nero sopra il quale ci sono un computer e altre cose strane che servono per i beat.

Nella piccola stanza entra un ragazzo che non ho mai visto e si siede davanti alla consolle. È carino e resto ad osservarlo per un po'. Ema nota che lo sto guardando e mi prende la mano, stringendola. È insopportabile quando fa così, veramente. Non posso guardare nessuno, a parte i suoi amici, e nessun ragazzo che lui non conosce mi può parlare. Sbuffo.

Entra qualcuno nella camera, un ragazzo che non credo di aver mai visto, ma ha un viso familiare.
Poi entra Anna e rimango spiazzata.
Non perché non la vedo da tempo, non solo, anche per la sua enorme pancia.
Mi si avvicina lentamente, e nota cosa sto fissando, infatti si accarezza il pancione.

Mi abbraccia e io scoppio a piangere, troppi ricordi si fanno strada nella mia mente.

FLASHBACK

Manca poco, fra una settimana, anche meno, avrò la mia bambina fra le braccia. Abbiamo comprato già tutto ciò che ci servirà e non vedo l'ora di guardare negli occhi mia figlia.

Ema mi si avvicina e mi lascia un bacio sulle labbra e poi uno sulla pancia.
Mi aiuta a sedermi sul divano e restiamo tutta la serata a mangiare come non mai. La maternità è una delle esperienze più belle che credo mi siano mai potute accadere. Ormai mi trovo nel mio piccolo mondo con le persone che amo, qui, vicino a me.

Andiamo a dormire.

Mi sveglio di colpo. È notte fonda. Sono sudata, credo di aver fatto un incubo.
Noyz non c'è.

Vado in cucina, ho fame di nuovo.
Sento dei rumori provenire da fuori, noto che la porta di casa è leggermente aperta e sento delle voci.

Mi avvicino e vedo Ema con il viso ricoperto di lividi e con un coltello puntato in gola. Ci sono quattro tipi che gli stanno attorno e lo minacciano.
Non appena risponde a tono, come suo solito, uno dei ragazzi prende una pistola e la carica. Io rimango paralizzata. Il tipo spara il colpo e io grido dalla paura e dal dolore. Non so cosa stia succedendo, so solamente che sto perdendo molto sangue.

Sta canna non mi calma 2 |CAPO PLAZA|Where stories live. Discover now