dodici

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Ieri sera è stato fantastico io e Luca dopo tempo, abbiamo fatto l'amore.

Apro gli occhi, ero già sveglia da un po'. Giro il viso e vedo che accanto a me dorme ancora e lo guardo: la penombra fa sembrare i suoi lineamenti più delicati, simili a quelli di un bambino.

Gli accarezzo il profilo lentamente.

Prendo il portacenere che si trova sul comodino e mi accendo una sigaretta mentre lo continuo a guardare finché non si inizia a svegliare.

Sbadiglia e mi si riempie il cuore quando lentamente apre gli occhi e mi sorride.

Mi prende la sigaretta dalle mani e la spegne,  mi ruba un veloce bacio e si alza.

"Adesso mi devi una sigaretta, l'avevo appena accesa!" gli rispondo ridendo.

Ride anche lui e mi lascia un tenero bacio fra i capelli. 

Ci vestiamo e andiamo a fare colazione in un bar sotto casa. Come sempre appena entra saluta tutti.

Ci sediamo in un tavolo iniziando a consumare il nostro cibo. Un ragazzo sulla ventina si avvicina da dietro Luca e mi sorride. Lo guardo confusa. Ha i capelli biondi, gli occhi verdi, è pieno di tatuaggi ed è abbastanza alto e muscoloso. Non l'ho mai visto prima.

"D'orso, è un po' che non ci vediamo!" dice al bruno che appena sente quelle parole si congela sul posto. Mi guarda spaventato.

"Cosa cazzo ci fai qui Samuel?" gli chiede.
"Niente amico, sono venuto solo per presentarmi alla tua ragazza, è carina sai?" dice il biondo.

Io lo guardo male, ma non dico niente.

"Vattene" dice Insistendo Plaza.

"Luca non scherzare con me sai bene chi sono e mi devi quei soldi entro sabato sera" dice Samuel che si avvicina a me.

"Altrimenti- avvicina la testa al mio viso e mi prende una ciocca di capelli tra le mani e se la arrotola attorno al dito- la tua ragazza si troverà nei guai" dice per poi andarsene.

Lo guardo interrogativa.
"Luca, mi devi dire qualcosa?" gli chiedo.

Mi guarda preoccupato.
"Tranquilla, sistemerò tutto, te lo prometto" dice facendomi uno dei suoi sorrisi più falsi.

Sbuffo, non è possibile che si cacci sempre nei guai. Per una volta però, voglio farmi da parte.

"Ok" gli dico incerta.

Mi prende per mano e usciamo dal bar.

***

Oggi è sabato e stasera Luca deve dare i soldi a quel tipo.

Sono preoccupata stamattina mi sono svegliata con una morsa allo stomaco.

Vado in salotto ma non trovo nessuno. Faccio il controllo del diabete.

Mi vesto e chiamo Luca, che mi dice di aspettarlo sotto casa.

Dopo poco comprare con il suo scooter, sorridendomi, oggi sembra felice. Non appena mi lascia un bacio sulle labbra, la morsa che mi si era accumulata sullo stomaco svanisce.

Gli sorrido e salgo sul motorino.

"Dove andiamo?" gli chiedo stringendolo da dietro.
"Al palazzo abbandonato" mi sussurra.
Sembra pensieroso, non so se preoccuparmi o no.

Appena raggiungiamo il terrazzo, arriviamo giusto in tempo per vedere il sole calare.

"Samantha, mi faresti un favore?" mi chiede.
Dopo aver pronunciato il mio nome per intero, mi incomincio ad agitare.

Mi porge un foglietto "Potresti girarti e leggerlo? È molto personale" mi dice facendomi un sorriso triste.

Prima di fare come ha detto, mi lascia un bacio. Gli cade una lacrima che gli riga il viso pallido.

Ubbidisco e mi giro per leggere il foglio di carta.

Ciao Sam, adesso dovremmo essere sul palazzo abbandonato.
Mi ricordo ancora di quando ti vidi per la prima volta, eri seduta all'ultimo banco, ridevi con la tua amica. I miei occhi si sono incollati a te dal primo momento. Eri bellissima, con i tuoi occhi azzurri e i tuoi lunghi capelli neri, la tua pelle bianchissima e il tuo sorriso da togliere il fiato.
So di essere stato stronzo un po' di volte, ma lo facevo solo per non ammettere a me stesso di essermi fottutamente innamorato di te.
Vuoi sapere precisamente quando l'ho capito?
Al concerto di Salmo, sì, mi ricordo benissimo.
Ti guardavo mentre cantavi a squarciagola tutte le sue canzoni, mentre ballavi e sorridevi come una bambina facendomi scoppiare il cuore. Ho capito da lì che tu sei la mia felicità, l'unica mia certezza in questo fottuto mondo insicuro.
Ti ricordi quando siamo partiti? E quando l'abbiamo fatto la prima volta, il nostro primo bacio. Non puoi immaginare come mi sia sentito quando te ne sei andata.
Vuoi sapere perché non ti potevo stare sempre vicino? Ho dei grossi problemi con gente pericolosa e sapevo che prima o poi mi avrebbero portato via tutto, così è successo, ma volevo fare in modo che non arrivassero mai a te. Quando sei partita i guai sono diventati molti di più. Ho iniziato ad abusare di cocaina, e mi sono ritrovato con grossi debiti.
Ho iniziato a fare musica per racimolare denaro, ma non mi è servito, avevo troppo poco tempo...
Sam, ti amo più della mia stessa vita, e non voglio che qualcuno te la strappi via per colpa mia.

Dopo aver letto l'ultima frase resto in silenzio.
Mi scende una lacrima appena capisco il peso delle sue parole.

"Luca, che cazzo vuoi fare lì?" gli chiedo, vedendolo sul cornicione in piedi.

Si gira verso di me facendomi un sorriso e mi accorgo che ha il viso pieno di lacrime. Resta immobile sul cornicione.

"Ti amo" mi dice.

Succede tutto troppo in fretta.

Lo vedo cadere all'indietro e corro verso di lui.

È troppo tardi quando mi avvicino al cornicione.

Una grossa pozza di sangue è sotto al suo corpo, immobile.

Fine.
Vi prego non ammazzatemi, lo so, è una roba un po' drastica ma vabbè.

Sta canna non mi calma 2 |CAPO PLAZA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora