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Mi sveglio in un letto. Apro quasi subito gli occhi e mi guardo intorno.
C'è una piccola finestra a sinistra con una persiana. A destra, c'è un bagno.
Sono in una camera d'albergo. Mi alzo e mi fa male la schiena, il materasso dev'essere stato davvero scomodo.

Mi alzo e solo adesso ricordo. Ieri Emanuele mi ha tradita, chissà da quanto lo fa. Effettivamente è da un po' che mi dice che ha degli impegni da svolgere. Che stupida che sono.
Io credevo che si riferisse alla musica.

Mi siedo quasi subito, mi gira la testa.
Sono vestita con gli abiti di ieri sera.
Mi ricordo anche che ero nella macchina di Luca, poi nient'altro.
Mi devo essere addormentata.

Vado in bagno. Puzzo, devo farmi una doccia. Così inizio a spogliarmi e nel giro di dieci minuti sono sotto l'acqua bollente della doccia del piccolo bagno dell'albergo a cantare canzoni deprimenti e facendomi rigare il viso da qualche lacrima di troppo.

Continuo così per un po', finché non sento che qualcuno entra nella stanza.
Subito esco da sotto la doccia e avvolgo il mio corpo nell'asciugamano.

Esco dal bagno e vedo Luca sul letto con il telefono in mano impegnato a scrivere qualcosa.
"Io, non ho dei vestiti puliti" dico attirando la sua attenzione.

Mi guarda e poi nota che sono in asciugamano e percorre ogni centimetro del mio corpo con gli occhi, soffermandosi, forse troppo, sulle mie gambe. Deglutisce. Io arrossisco.
"Ti ho portato dei vestiti di Anna" dice indicandomi una tuta e dell'intimo disposti ordinatamente alla fine del letto. Io annuisco e mi avvicino agli indumenti.

Li prendo e vado in bagno velocemente, quasi correndo. Mi vesto e asciugo i capelli con l'asciugacapelli. Ci metto un bel po di tempo.

Quando ritorno in stanza, noto che Luca è in piedi a cercare di chiudere la sua valigia. Io mi butto a peso morto sul letto e provoco un rumore fortissimo. 
Infatti il ragazzo si volta spaventato e io scoppio a ridere.

"Sei impazzita? Così mi fai morire d'infarto!" dice alzando le braccia teatralmente. Io scoppio a ridere.
"Sei bella quando ridi" dice sedendosi vicino a me. Io mi fermo subito e lo guardo.
"Anche tu" dico spontaneamente. Solo dopo mi accorgo di cosa ho detto e arrossisco.
Lui scuote la testa sorridendo e si stende accanto a me chiudendo gli occhi.

Lo imito e in poco tempo mi riaddormento.

Sento scuotermi e apro subito gli occhi.
Mi spavento quando vedo che ci sono tutti nella piccola camera, che mi fissano. Io mi alzo sui gomiti e li guardo. "Che sta succedendo?" dico io confusa più che mai.
"Stavi dormendo e non sapevamo se svegliarti o no, ma fra un po' dobbiamo prendere il treno quindi Diego ti ha voluta lo stesso svegliare per avvisarti" dice Mario sorridendo.

Io annuisco e subito mi alzo.
Ma cosa ci faccio ancora qui? Devo andare a prendere le mie cose da casa mia e di Noyz, poi vedrò cosa fare.
Tutto ciò che voglio fare adesso è stare il più lontano possibile dalla storia avuta con lui.

Prenderò una casa in affitto. Ho racimolato un bel po' di soldi con i vari lavori che ho fatto e sono davvero contenta di aver sviluppato una tale autonomia.

"Tu dove starai?" mi chiede Luca.
"Non lo so, credo che prenderò un appartamento in affitto" dico.
"Perché non vieni con me a Salerno?" mi chiede mettendosi uno zaino in spalla. Io lo guardo, e rifletto.
Non sarebbe una cattiva idea. Vedrò cosa fare.
"Non lo so, devo ancora prendere la mia roba da casa" dico.
Annuisce.
"Tranquilla, il mio volo è domani sera prenditi tutto il tempo che vuoi" dice sorridendomi.
"Mi puoi portare a casa?" gli chiedo titubante. Lui mi sorride e mi prende la mano. Io guardo le nostre mani e dei brividi mi percorrono la schiena.

Non sentivo da tempo questa sensazione. Sono sicura che qualcosa dentro di me si sta svegliano, e l'artefice di ciò è Luca. Ma per adesso voglio convincermi che rimarremo in buoni rapporti di amicizia.

Ci dirigiamo verso a macchina e subito mette in moto. Nell'arco di dieci minuti mi ritrovo muta a fissare l'ingresso della casa in cui, ormai, vivevo.
Prendo un grosso respiro e sicura di me apro la porta di casa. Entro in salotto e vedo che è rimasto tutto come ieri sera, solo che non ci sono più vestiti sparsi.

Sento una presenza dietro di me, mi giro. È lui. Si trova proprio davanti a me.
"Sam..." cerca di dire.
Tutta la sicurezza che aveva prima di entrare, crolla e subito delle lacrime mi appannano la vista.
"Sono venuta per prendere le mie cose" dico iniziando a salire le scale.
"Ti prego, non te ne andare" dice prendendomi il braccio.
"Sam, ascoltami... io ti amo" dice iniziando a piangere anche lui.
"Da quanto ti frequenti con quella?" gli chiedo guardandolo dritto negli occhi.
"Due mesi" dice.
L'unica cosa di cui sono capace di fare adesso è tirargli un forte schiaffo in viso.
Lui abbassa il capo e inizia a piangere silenziosamente.
È ridicolo.

Arrivo in camera e chiudo a chiave la porta, per evitare che mi dia ancora fastidio. Il più velocemente possibile prendo tutti i miei vestiti, le mie cose e metto tutto in due grandi valige. Il resto, può anche tenerselo.
In uno zaino, invece metto tutti i miei soldi, che conservavo in una scatola infondo all'armadio. Non sono triste, solo arrabbiata.

Apro la porta e me lo ritrovo davanti, seduto a terra con la testa fra le mani.
Alza lo sguardo e subito si mette in piedi. "Mi spiace che sia andata così, ma mi sono accorta solo adesso che coglione che sei" gli dico prima di scendere in fretta le scale e aprire la porta.
"Sam, non mi lasciare! Non mi puoi lasciare, ti prego io-io ti amo" dice raggiungendomi. Vedendo che non rispondo tenta di avvicinarsi e baciarmi ma io mi scosto e abbasso il capo.
"È finita" gli dico ed esco di casa chiudendomi la porta alle spalle.

Sta iniziando a piovere e lentamente mi avvicino alla macchina di Luca. Appena entro mi abbraccia e io scoppio a piangere istericamente.

Sta canna non mi calma 2 |CAPO PLAZA|Where stories live. Discover now