Parte prima - Capitolo 2

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Il vento e la notte non avevano stemperato il caldo secco di quel periodo, e Frost boccheggiava seduto nel portico fumando la pipa, assaporandone l'anima.

Cash si avvicinò a passi lenti e pesanti, uscendo dall'ombra con braccia larghe e leggermente sollevate, come a sottolineare che le sue intenzioni non erano ostili.

"Hai deciso, Frost?"

"Non ho mai dovuto."

"Bene allora, partiamo domattina all'alba. Vedi di chiudere i conti che devi."

"Ripensavo alla moneta, oggi."

"Stai diventando vecchio."

"In un certo senso, lo sono."

"Hai quarantasei anni."

"Non è questo che conta."

"Frost, se devi sparare come ti lagni tanto vale che resti."

"Dopo tutto questo tempo non sei cambiato, Cash."

"Sono rimasto fedele a me stesso, io."

"Invecchiando si cambia, nessuno scampa alla regola."

"Se cambi muori, Frost. Un tempo nessuno sarebbe stato in grado di fermarti."

"Hai sempre capito poco degli uomini, Cash. Non sei mai stato un leader, e non lo sarai mai."

"Almeno non sono un rammollito appresso a una troia che tira le cuoia."

Frost scattò dalla sedia, sollevando di peso Cash fino a sbatterlo contro il porticato. Cash rideva, poggiando la bocca fredda della sua Colt sotto il mento del vecchio compagno.

"Ti voglio così Frost, con la bava alla bocca."

"Il prossimo tuo come te stesso."

"Che stronzate vai dicendo?"

"Che siamo tutti bestie, Cash, bestie al macello che non meritano altro che il boia."

"Stronzate."

"Come credi."

Frost lasciò cadere il vecchio compagno sul pavimento di legno del portico e rientrò claudicante in casa, accompagnato dal cigolio di una porta che pareva già sfondata.

"Non puoi cambiare la nostra natura, Frost, nessuno può! Non esistono meriti, ognuno si prende ciò che vuole, come facevamo da bambini! Chi accetta il destino è un perdente, ed io non lo sono!"

Frost corse fino alla stanza di Lynn, precipitandosi all'interno quasi lei avesse gridato aiuto con tutta la forza rimastale: la donna socchiuse appena gli occhi, pur vedendolo comparire così d'improvviso sulla soglia.

"Va tutto bene, caro?"

"Certo tesoro, solo un momento di sconforto."

"Non preoccuparti, tutto passa, lo sai. Il Signore ci guarda."

"Scusami, Lynn. Dovrei essere io, a consolarti. Hai bisogno di qualcosa? Vuoi che ti porti dell'acqua? Che ti bagni ancora il panno?"

"No, grazie. E' tutto a posto, amore."

Uscì dalla stanza richiudendosi la porta alle spalle più delicatamente che potè, prima di tornare al baule delle pistole, rovistandovi all'interno come posseduto: scovò una bottiglia di Mezcal, sul fondo. La afferrò e bevve avidamente, fino a che il fiato resse l'urto: dunque sputò, tossì, pensò a quanto tempo doveva essere rimasta celata da ombre e ricordi.

Veleno puro, di quelli che rifilavano agli indiani per distruggerli prima di una schermaglia. Dall'ultima sbornia erano passati più di quindici anni. Il suo fisico era cambiato, e non in meglio. Lo sentì da subito. Ma non aveva altro modo di soffocare le lacrime.

I RisvegliatiWhere stories live. Discover now