Parte prima - Capitolo 3

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Cash accarezzò il muso del suo cavallo, senza pensare al domani: lo aveva comprato quando ancora era un puledro, e l'aveva allevato quasi fosse suo figlio, o, considerando il ricordo che aveva del padre, decisamente meglio. Si sciacquò il viso al pozzo, e sistemò il vestito orgoglioso di sé, specchiandosi nell'acqua. Avrebbe voluto radersi, odiava restare in disordine, gli ricordava l'infanzia e la vita cenciosa della campagna: da che ne avesse memoria, aveva scelto di vivere in città da quando i soldi avevano cominciato a fluirgli nelle tasche, ai tempi della banda. Pensò che allora Frost era un grand'uomo, e non il vecchio rammollito che stava richiamando sperando in una resurrezione. Sbuffò.

Anche il peggior Frost che potesse trovare sarebbe stato certamente meglio di qualsiasi stronzetto assoldato in una qualsiasi delle polverose capitali del Sud: nel corso degli anni aveva rischiato di essere beccato troppe volte a causa di uomini presi quasi alla cieca per rischiare così tanto in un colpo che sarebbe stato in grado di sistemarlo per tutta la vita.

Rise sottecchi: anche se quello che stava preparando da quasi due anni e che l'aveva portato a dormire in quel granaio che puzzava di merda di vacca fosse stato il colpo di maggior successo del secolo, sapeva che non avrebbe mai potuto smettere. I compagni, vecchi o nuovi che fossero, avevano tutti accettato per lo stesso motivo, perfino chi, come Frost, aveva fatto di tutto per dimenticare se stesso: un ladro resta un ladro, un assassino un assassino, un figlio di puttana un figlio di puttana.

Cash calciò divertito la polvere sulla porta spalancata del granaio illuminato dall'alba nascente: l'uomo era al pari degli altri animali, per quanto molta della gente di città continuasse a millantare il contrario. Niente più di animali. Come suo padre, come lui, come i suoi compagni e i suoi figli, se mai ne avesse avuti. Tutti i papaveri che nel corso degli anni avevano provato a contraddirlo, specie davanti alle sue pistole, erano morti e sepolti.

E lui aveva sputato sulle tombe di tutti, perché mai si sarebbe aspettato che qualcuno potesse fare il contrario con la sua, una volta venuto il momento.

Passeggiò misurando l'aia a passi lenti, domandandosi come fosse possibile passare da una vita come quella che li aveva condotti fuori dal paese a una realtà come quella: riflettè un momento sul valore degli affetti e della famiglia, e pensò che non si era mai fatto problemi a far fuori qualcuno con un parente di fronte. Cash era giunto alla conclusione che tutti quei legami tanto decantati dalla Chiesa altro non erano che un rifugio per i deboli, e tornò al giorno in cui, dieci anni prima, proprio su un sagrato, aveva stretto la pistola nella mano tremante di una mulatta che allora si scopava e cui aveva intimato di uccidere il marito fresco di matrimonio in cambio della vita: lei aveva obbedito in un tempo che Cash aveva sempre reputato imbarazzante. Passarono la notte in una stanza d'albergo tanto costosa da fare impallidire l'intera esistenza della ragazza. All'alba la uccise nel sonno: come poteva pensare che, dopo le sette persone al matrimonio e gli sceriffi in allerta, potesse davvero risparmiarla?

I patetismi l'avevano sempre divertito, come chi pensava di saperne una più di lui, o di essere diverso. Nessuno è diverso, semplicemente alcuni se la cavano meglio di altri. Tornò a pensare agli animali e alle regole della Natura che all'Uomo continuavano a risultare indigeste. Tornò a un altro episodio legato al cibo, ma prima che potesse rievocare l'immagine di Herrera che mangiava fino a vomitare sotto la minaccia della canna della sua pistola fu distratto dal rumore sordo di un ramo spezzato, uno schiocco secco sotto il suo stivale destro. Avrebbe giurato che fosse ben più forte, di quello che sarebbe dovuto essere. Poi capì.

Alzò lo sguardo e annusò l'aria come un segugio. L'odore di polvere da sparo non tardò ad arrivare alle sue narici.


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I RisvegliatiWhere stories live. Discover now