Prima parte - Capitolo 5

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Il sole allo Zenith colpiva impietosamente le loro nuche celate dalle tese dei cappelli, e le spalle, pur coperte dai vestiti, davano la sensazione di un lento arroventarsi, di pelle piano piano staccata dall'inesorabile graffiare del giorno: il fumo denso e nero della casa di Frost data alle fiamme ancora si intravedeva all'orizzonte, quasi fosse un segnale indiano o la traccia dell'inizio di una nuova pista. Cash era rimasto in silenzio rispettando, più che i sentimenti del vecchio compagno, la situazione che stava vivendo. Se gli avesse fatto notare, in quel momento, che neppure lui aveva mai ucciso, seppur per placarne le sofferenze, sua moglie – ammettendo certo di non averne mai avuta una -, Frost l'avrebbe sbranato come fosse una belva senza dargli neppure il tempo di pensare che avrebbe potuto salvarsi.

Mangiarono accampati all'ombra delle grandi rocce di un canyon masticando carne essiccata, e dormirono protetti da un falò che si spense solo con l'alba. Cavalcarono per tre giorni attraversando l'intero stato, come due fantasmi sulla scia del vento, forti del legame che, Cash lo sapeva e Frost l'avrebbe negato a se stesso, permetteva a chi ha condiviso tutto di evitare le convenzioni usualmente imposte dalla socialità umana.

"Chi è morto?"

"Anjel, il Coyote, Leonard e Reno."

"Praticamente tutti. Qualcuno è davvero riuscito a fare fuori il Coyote?"

"L'hanno appeso cinque anni fa. Era ubriaco da mattina a sera, eppure ci sono voluti venti uomini per catturarlo. Le imputazioni sono durate più del processo."

"Gli altri?"

"Reno si è fatto beccare dopo una rapina, si era portato dietro i federali senza accorgersene, quella è gente con cui non si va per il sottile, lo sai bene."

"Il problema non sono i federali: non ha mai avuto stoffa."

"Concordo. Ad Anjel ha tagliato la gola una troia, da qualche parte a Sud. Debiti di gioco, pare. Leonard è uscito di testa, invece. L'hanno trovato con i polsi tagliati, stava in un ricovero a Est, in una grande città."

"Che cazzo di fine. Mi dispiace per lui."

"Sei troppo buono, Frost. Le cose capitano se le fai capitare. Ha sempre condotto una vita al di sopra delle sue possibilità. Uno come lui avrebbe dovuto fare il contadino, a quest'ora sarebbe stato a casa sua, con una moglie da picchiare dopo aver bevuto e figlie da stuprare."

"Non tutti sono come tuo padre, Cash."

"Lascia stare mio padre, non c'entra nulla, ora."

"E sono io a mentire a me stesso? Leonard non avrebbe torto un capello alla sua famiglia."

"Mi dici come cazzo puoi esserne così sicuro, Frost? Non ce l'ha mai avuta, una famiglia."

"Eravamo noi la sua famiglia, Cash."

Questa volta fu il pistolero nero vestito a tacere, incalzato dall'eloquio di Frost che, pur distrutto dal dolore per la perdita di sua moglie e da sempre limitato nell'istruzione era riuscito, come in gioventù, a colpire al cuore il vecchio compagno d'imprese. Anche quando si pensa di essere invincibili, o di aver costruito una barriera che preservi dal mondo, dalle persone, da ogni possibile ferita invisibile, esiste sempre qualcuno capace di penetrare le tue difese anche senza volerlo. Questa era la verità, l'unica, o una delle poche appartenenti al mondo degli uomini che Cash sarebbe stato, pur se a malincuore, disposto ad accettare: anche per un predatore, prima o poi, giunge il momento di confrontarsi con qualcuno di più forte. Il suo asso nella manica era cercare di tenersi lontano da questo incontro il più a lungo possibile: per questo era tornato alla ricerca del vecchio compagno, per questo accanto a sé voleva di nuovo, e così fortemente, Frost, l'uomo che più, al mondo, gli ricordava suo padre, e al contempo quanto di più lontano da quel verme schifoso vi fosse sulla merdosa terra.

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