// CHAPTER 6 //

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Anno 2006.
Un bambino stava osservando dalla finestra della sua piccola cameretta della casa famiglia il palazzo di fronte dai molteplici colori, uno che gli rimase impresso era il viola. Era l'ultimo colore dell'arcobaleno, l'ultimo ad essere sempre nominato nella filastrocca per ricordare i colori di esso, il colore dei fiori più belli e più intensi che lui da piccolo avesse mai visto. Gli piaceva tanto quel colore, gli dava spensieratezza, qualcosa che non avrebbe mai più avuto nel corso della sua vita. L'ultimo colore che gli avrebbe per sempre ricordato un piccolo brezza di serenità.
Fu a quel punto che entro' qualcuno nella sua stanza, un uomo sulla quarantina ubriaco fradicio che lo blocco' nel lettino, gli coprì la bocca con una mano e si slego' i pantaloni, abbasso' anche quelli del bambino dai capelli corvini. Il piccolo cercava di urlare ma l'unica cosa che ne uscì fu un urlo strozzato a causa della mano; non aveva la forza per sovrastare un uomo così grande che poteva benissimo essere suo padre, se non fosse morto qualche mese prima.
Poi un dolore atroce lo fece iniziare a piangere, non sapeva cosa fosse, non sapeva il perché di tutto quello che stava succedendo ma sapeva e capiva da dove il dolore provenisse.
La puzza d'alcool che veniva dalla bocca dell'uomo gli faceva venire tanta voglia di vomitare ma rendendosi conto che nulla lo avrebbe potuto fermare, ed essendo che il dolore era così intenso: svenì; lasciando all'uomo il tempo di venire e distruggere maggiormente la sua vita, come fece nei mesi successivi.

Anno 2018.
Jimin dopo essere crollato in un sonno profondo, si era risvegliato in un forte sobbalzo a causa degli incubi che fin da quando era piccolo ad allora lo perseguitavano come i peggiori dei paparazzi ed urlo'. Urlo' così forte da essere sentito dal piano superiore, dalla camera proprio sopra la sua, da un ragazzo che anche quella notte nonostante avesse dormito per un'ora, all'incirca, non era riuscito più a chiudere occhio immaginando sempre quel ragazzo, forse per la prima volta nella sua vita dopo tanto tempo, all'udire di quell'urlo straziante gli si accappono' la pelle facendolo reagire d'istinto e così scese al piano inferiore, sapendo perfettamente quale fosse la camera del ragazzo, essendo sotto la sua. Entro' senza far troppe cerimonie, poiché le porte delle camere dovevano rimanere sempre aperte come regola dell'istituto.
Quando entro' e vide il ragazzo completamente nudo sul letto, terrorizzato da qualcosa di incomprensibile ai suoi occhi, Yoongi provo' un senso di piacere, lo vide nei suoi occhi il terrore ed era qualcosa che al ragazzo faceva provare una certa adrenalina.
Si avvicino' maggiormente al biondo cenere e noto' il suo essere sporco da cosa aveva combinato qualche ora prima, anche lui aveva reagito a quelle provocazioni esattamente come il biondo più chiaro, lasciandosi andare al piacere.
Il che gli fece leccare le labbra per qualche istante, come se davanti a sé avesse un delizioso pasto.

Il più piccolo alzo' lo sguardo notando Yoongi e si strinse su sé stesso, allontanandosi dal maggiore prima di prendere parola.
«Che cazzo vuoi?» Disse il piccolo, guardando furioso il ragazzo davanti a sé oltre all'essere spaventato, si coprì con il piumone per non rimanere completamente nudo davanti a lui, sapeva che quest'ultimo avesse perfettamente intuito cosa era successo in quella camera solo qualche ora prima, ma non gli interessava, non era il momento.
«Ti ho sentito urlare e non ero io la causa.» Disse molto semplicemente, inutile dire che il minore arrossì visibilmente in volto, quel ragazzo sembrava persino diverso quella sera, quasi sereno. Ma al contrario, lui era ancora in preda al panico dentro di sé per l'incubo avuto.
«Non penso dovresti essere qui.» Prese parola Jimin, guardando l'altro negli occhi, da quando parlavano come se si conoscessero da sempre? E perché Jimin sentiva i brividi quando in realtà la stanza era calda e confortevole?
«Non penso dovresti urlare alle due di notte.» Replico' Yoongi, avvicinandosi maggiormente a lui ed era come se quella notte stesse stravolgendo le idee l'uno dell'altro ma che allo stesso tempo le accertasse. Anche lui, quei brividi, li sentiva.
«Yoongi, Min Yoongi.» Parlo' ancora il più grande porgendogli la mano, ma ripensandoci la ritrasse continuandolo a guardare.
«Debolezza.» Cito' il più piccolo quasi prendendosi gioco della parola utilizzata dal più grande in una situazione totalmente differente da quella, le sue preoccupazioni e la sua paura si erano come volattilizzate.
«Non citare.» Disse il maggiore avvicinandosi maggiormente al ragazzo che prese forza e si avvicino' a lui con la stessa estenuante lentezza.
«Non parlare.» Aggiunse, invece, Jimin che prese pieno possesso delle sue azioni e si mise a cavalcioni sulle cosce del più grande, nudo. Sentendo il respiro quasi mancare, erano incredibilmente vicini.
«Cosa credi di fare?» Chiese Yoongi leccandosi le labbra alla vista del corpo statuario del più piccolo portando inevitabilmente una mano sulla coscia di egli, stringendo con molta forza fino a far diventare le nocche bianche.
Poi lo sguardo si posiziono' sulle labbra, così piene che bramava sul suo corpo ma che allo stesso tempo odiava; si avvicino' di più, i respiri erano diventati uno solo.
«Baciarti.» Disse Jimin passando lo sguardo dagli occhi del ragazzo sotto di sé alle labbra in millisecondi, sentendo pervadere il suo corpo dal bisogno di sentirsi diverso. Ma fu a quel punto che Yoongi lo sposto' da sopra di sé e lo fece ricadere sul letto, andandosene con un groppo in gola troppo grande.

Non gli piaceva quella sensazione che stava provando, non gli piaceva essere risultato debole a tal punto da dire il suo nome a quel ragazzo. Aveva mostrato debolezza.
Il giovane dai capelli biondo cenere rimase completamente freddato da quell'andare via in fretta e furia da parte dell'altro, lasciandolo davvero con l'amaro in bocca, poiché era sicuramente risultato ridicolo agli occhi di quel Yoongi che in realtà, pensava di aver trovato l'attrazione principale del parco divertimenti della sua mente malata, oltre ad odiare la debolezza che aveva mostrato.

| Complicity | Yoonmin |Where stories live. Discover now