// CHAPTER 8 //

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Anno 2017.
Yoongi ed il suo migliore amico si trovavano nella loro camera, perché sì, anche Yoongi era riuscito ad aprire il cuore a qualcuno e questo qualcuno gli era stato affianco per i primi tre anni all'interno della struttura, man mano che passavano i giorni, i mesi, gli anni Hoseok non riusciva a riprendersi dall'anoressia che purtroppo lo aveva anche sconfitto. Una notte invernale il più grande tra i due, ovvero, Hoseok sentì dentro di sé come la sensazione che non si sarebbe più risvegliato da quella notte e così, dopo aver richiamato il più piccolo lo fece mettere comodo nel letto insieme a lui, come facevano quando avevano bisogno di conforto o semplicemente di qualcuno con cui parlare di qualsiasi cosa.
Il maggiore dopo che Yoongi si sdraio' poso' una mano sulla sua guancia e la accarezzo' tremante, poiché non aveva più le forze per potersi muovere senza troppa vulnerabilità.
Il più piccolo sapeva, in cuor suo, che il suo migliore amico non sarebbe riuscito a superare quella malattia e che presto lo avrebbe abbandonato, ma non si sarebbe mai immaginato che il tempo lo avrebbe portato via proprio quella notte d'inverno. Fu a quel punto che Hoseok prese parola, girando il viso verso quello del più giovane con gli occhi lucidi, il suo corpo ormai era ridotto a pelle ed ossa e nonostante le flebo per idratare e nutrire il suo corpo, lui non aveva più nessuna possibilità.
«Min, sei stato la cosa più bella che mi sia mai capitata in tutta la mia vita.» Disse a fatica continuando ad accarezzare con mano tremante il viso paffuto del ragazzo, lasciando che qualche lacrima scivolasse lungo le sue guance incavate.
«Hai provato a salvarmi dai miei demoni indossandoli, facendone di essi la tua stessa pelle, dando a me qualche speranza, credo che sia il momento di ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me.» Continuo', appoggiando la fronte contro la sua, vedendo gli occhi di Yoongi per la prima volta prendere una sfumatura più scura ancora di quanto in passato avesse mai visto Hoseok nei suoi occhi, notando la lucidità e le lacrime che da lì a poco tempo sarebbero scese anche sul suo volto simile a quello di un angelo.
«Ti scongiuro, Hobi, non lo dire nemmeno per scherzo e non osare dire quella parola. Domani andremo di nuovo fuori sotto la statua a fare freestyle e vincerai per l'ennesima volta. Ti prego.» Disse lasciando che un piccolo singhiozzo uscisse dalla sua bocca, lasciando che le lacrime scendessero amare e dolorose.
«Non ti dirò quella parola perché ci rivedremo e questo é solo un arrivederci.» Rispose infine posando un piccolo bacio sulle sue labbra, l'ultimo bacio che avrebbe mai dato a qualcuno, l'ultimo per cui avrebbe dato tutto sé stesso. Il legame che li legava era molto più forte di un amore piuttosto che di una migliore amicizia, era qualcosa di platonico, universale, unico.
«Arrivederci, Hobi, ci rivedremo presto.» Sussurro' tremante Yoongi lasciandogli un altro bacio prima che l'altro gli rispose.
«Arrivederci, angioletto, ricordati di non abbatterti mai più, sarò sempre con te. E spero che ci incontreremo molto tardi, voglio che vivi la tua vita e che un po' tu riesca a vivere anche la mia.» Disse prima di chiudere gli occhi e lasciare che la presa dell'altra mano in quella di Yoongi si affievolisse, lasciando un vuoto incolmabile nel petto del ragazzo che dopo quell'abbandono non sarebbe più riuscito a rialzarsi.
Quel giorno fu il 21 Dicembre 2017.

Anno 2018.
Ad un anno dalla morte della persona di Yoongi, quest'ultimo si ritrovava sotto alla statua angelica, con un diario in mano pieno di strofe, versi, parole e quant'altro dedicate ad un'unica persona, a due uniche persone: Hoseok e lui.
Un insieme di strofe scritte a due mani, quando ancora l'altro era in vita e quel giorno per ricordarlo maggiormente, aveva ripreso in mano quel diario che non toccava da un anno a quella parte, perché il dolore che sentiva era così atroce che aumentarlo lo avrebbe fatto morire anche lui ed una parte di sé stesso sarebbe andata da Hobi. Facendogli compagnia su una nuvola alta nel cielo, perché ne era più che convinto del fatto che lui fosse diventato un angelo con grandi ali folte e bianche, esattamente come quella statua che lo sovrastava.
«Mi manchi.» Sussurro' Yoongi, non dando segno di lacrime ma non perché non volesse, ma perché non riusciva; aveva pianto talmente tanto dopo quella morte ingiusta e dolorosa che aveva utilizzato tutte le sue lacrime, non ne aveva più da esporre all'aria fredda dell'inverno.
Era passato già un anno ma il dolore che provava ancora al ricordo era così forte che non credeva di poterlo mai superare e dentro di lui nemmeno voleva dimenticare, perché questo sarebbe significato non dare più vita ad una persona meravigliosa come Hoseok: la persona più bella che lui avesse mai incontrato nella sua vita.
Avrebbe voluto dare tante spiegazioni Yoongi al più grande ma la verità era che non riusciva più ad esprimere sé stesso dopo quello che era successo, ed erano successi tanti fatti nella sua vita piuttosto pesanti, eppure, quello lo aveva distrutto più di tutto il resto perché aveva confermato a sé stesso che tutto quello che doveva fare era rimanere solo, solo con sé stesso.
L'aria era fredda e pungente, il colore del cielo era di un grigio chiaro causato dalle grandi nubi che avrebbero sicuramente portato a piovere e/o a nevicare; gli alberi si piegavano leggermente a causa del vento e la felpa di Yoongi si muoveva dolcemente a causa di esso, lasciando al ragazzo un senso di purezza in tutto il corpo.
La sua pelle congelata e bianca come la neve quasi poteva sostituire il marmo della statua per quanto era bella, i suoi occhi erano puntati sopra il cielo nuvoloso e spento, dando quasi un senso ai suoi pensieri.

Hoseok sei lì?
Puoi sentire i miei pensieri?
Puoi sentire la mancanza che provo nei tuoi confronti?
Puoi sentire una parte di me insieme a te in questo cielo meraviglioso?
Sei e sarai per sempre la mia luce dopo tanta oscurità, lo sai?
Mi manchi come l'aria.
Tuo per sempre,
Yoongi.”

Queste parole erano state scritte su un foglio qualche ora prima nella loro camera, erano parole così semplici e quasi ovvie, ma lui sapeva che Hoseok avrebbe capito, perché lui non era bravo a scrivere determinati poemi dando sé stesso, riusciva a farlo nella musica ma non con le parole dedicate ad una persona. Sapeva anche che il suo migliore amico avrebbe sentito la sincerità delle sue parole attraverso le sue emozioni e sentimenti, sapeva che qualcosa lo avrebbe raggiunto.

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