IV. I due fratelli

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"I must stay conscious
through this madness and chaos,
so I call on my angels."

Dal momento che scoprii la biblioteca, mi abituai a trascorrerci moltissimo tempo, leggendo. C'erano miliardi di libri su letteralmente qualunque argomento riguardante l'Universo, era praticamente il miglior posto dove potessi nutrire la mia curiosità.

Ero accovacciata su di una poltrona quel giorno, catturata dalla storia delle antiche guerre tra gli Æsir e i Vanir. Non potevo fare a meno di chiedermi quanto tempo fosse passato da quando accaddero, considerando che Freya e Frey erano Vanir eppure ora viveano pacificamente ad Asgard.

Avrei continuato a leggere per il doppio del tempo probabilmente, ma qualcosa mi fermò. Due voci maschili provenivano dal corridoio fuori dalla biblioteca. Una era profonda e tuonante, l'altra maliziosa e sibilante. Fin troppo velocemente abbandonai il libro sulla poltrona e mi ritrovai premuta contro la parete vicino all'entrata, in modo da poter ascoltare senza essere vista.

“Non posso credere come i Giganti Utgardiandi si siano presi gioco di noi” la voce tuonante disse. “Pagheranno per questo!”

“Hai già ucciso la metà di loro, fratello, non è abbastanza?” l'altra replicò con cautela.

“Devono imparare a temerci!”

“Come puoi essere così cieco, Thor? Non pensi che potrebbero tornarci utili in futuro? Non dovremmo renderli nostri nemici.”

Thor! strillò la mia mente. E iniziai a pensare che l'altra voce appartenesse a Loki, visto che si rivolgeva a Thor come suo fratello. Strinsi le labbra mentre il mio battito del cuore accelerava.

“Il futuro resta nel futuro, ora dobbiamo pensare al presente.”

“Non per sempre. Dovresti imparare a fidarti di me.”

“Io ho già imparato a non fidarmi di te. Divertente, non trovi?”

Sì, l'altro era decisamente Loki.

Dovevo fare qualcosa, non potevo perdere l'occasione di vedere i due fratelli leggendari. Di vedere Thor, il Dio del Tuono! Quello sul mio calendario in cucina ogni giovedì.

Mossi qualche passo indietro prima di uscire dalla biblioteca con nonchalance, osservando il pavimento. Ma non appena mi ritrovai di fronte ai due Dei, i miei piedi si incollarono a terra. Alzai lo sguardo e studiai la scena di fronte a me.

Erano entrambi più alti di me, la loro presenza era assolutamente intensa e opprimente.

Proprio come la mitologia mi aveva insegnato, Thor aveva capelli e barba ramati. Indossava un'armatura metallica, reggeva Mjollnir, il martello leggendario, nel suo pugno destro. Un lungo mantello cremisi gli copriva le larghe spalle e accarezzava il pavimento.

Loki indossava degli strati di tessuto di pelle nera con bordi e placche d'oro sul busto e sulle spalle. Anche lui portava un lungo mantello, ma verde. I suoi capelli corvini gli sfioravano le spalle, le sue labbra formavano una linea sottile. Quando incontrai il suo sguardo, i suoi occhi verdi di ghiaccio trapassarono i miei, taglienti come lame, obbligandomi a guardare altrove.

“Tu devi essere Asja” disse Thor.

Deglutii.

“Sì. E voi due siete terribilmente intimidatori, lo sapete?”

Non ero sicura da dove fossero uscite quelle parole, ma quando me ne resi conto fu troppo tardi. Mi odiavo. Non riuscivo proprio a tenere la bocca chiusa.

Thor si aprì in una risata gentile e io mi rilassai.

“Ah, io lo sono di sicuro” scherzò, dando una gomitata a Loki giocosamente, ma lui non si mosse.

Al contrario, alzò il mento per squadrarmi dall'alto al basso.

“Ancora mi domando cosa ci faccia qui una mortale con sangue midgardiano” commentò con tono piatto.

Trovai improvvisamente un rinnovato coraggio e osai alzare lo sguardo su di lui, assottigliando gli occhi.

“Il mio sangue è tutto tranne che midgardiano, purtroppo.”

Per un secondo pensai fosse sul punto di uccidermi, ma poi prese semplicemente a camminare, mi superò e se ne andò. Il suo mantello verde mi sfiorò il braccio nudo e il movimento d'aria dovuto al suo passaggio mi smosse i capelli. Percepii una leggera pelle d'oca.

Mi voltai a guardarlo camminare via. Trovai il suo mantello ondeggiante quasi ipnotico. Sentii i passi di Thor arrivare al mio fianco.

“Non preoccuparti per lui” mi disse. “Mio fratello non è mai stato carino con nessuno.”

Mi voltai e vidi che mi stava sorridendo. Trovai qualcosa di stranamente rassicurante in quel Dio.

“Sono Thor” si presentò. “È un piacere fare la tua conoscenza.”

“Il piacere è mio” sorrisi per la sua gentilezza.

“Allora, ti piace il posto? Odino mi ha raccontato un po' la tua storia, dev'essere stato abbastanza terribile per te.”

Iniziò a camminare lentamente e io restai al suo fianco.

“In realtà sto bene, qui è bellissimo. Però se ci penso, mi mancano i miei genitori. E i miei amici. Ho dovuto lasciare tutto e tutti all'improvviso. Pensi che riuscirò mai a rivederli?

“Oh, sicuramente. Noi asgardiani siamo praticamente immortali, c'è abbastanza tempo per fare tutto quello che desideri.”

Fissai il vuoto per diversi istanti. Non ci avevo ancora pensato prima d'ora. Mi dava una strana sensazione quindi per il momento decisi di ignorare l'argomento.

“Quanti anni hai?” chiesi per curiosità.

“Qualcosa come mille cinquecento anni.”

“Miseriaccia, sono un bel po'! Sei veramente stato insieme a Sif per tutto questo tempo? Come fate ancora a sopportarvi?”

Sapevo dalla mitologia che Thor era sposato con Sif. E Loki con Sigyn.

Thor sorrise ampiamente, osservando il paviemnto.

“Non vedo più Sif da moltissimo tempo. Lei ha cresciuto i nostri figli finchè non hanno preso la loro strada, così come io ho preso la mia e lei la sua. Non sei obbligato ad essere legato ad una persona sola per l'eternità se non lo volete.”

“E Loki e Sigyn?” domandai, incapace di trattenermi.

“Oh, Loki è il peggiore. Ha avuto molti amanti e molti figli da ciascuno.”

“Che play boy” commentai in un sussurro.

“Che?” Thor chiese, non avendo sentito bene.

Sollevai le sopracciglia e mi guardai attorno come niente fosse.

“Er, niente. Oh, guarda, uno scoiattolo!”

Il Caos SilenziosoWhere stories live. Discover now