X. L'inizio della fine

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"When your dreams all fail
and the ones we hail
are the worst of all
and the blood runs stale."

Ero nel mio letto, circondata dal nero della notte. Ero coricata sulla schiena, i miei occhi persi sul soffitto, ma non lo guardavo per davvero.

La mia mente era totalmente occupata da un certo Dio alto e oscuro. Non riuscivo a togliermi dalla testa il suo sorriso, ancora non riuscivo a credere quanto fosse reale, quanto fosse bellissimo. Luminoso come il sole. Come se il buio stesso avesse acceso una luce.

E continuavo a pensare ai suoi occhi e alla sua voce. E i suoi capelli, il suo mantello. La magia, le illusioni.
Scivolai nel sonno con il sorriso sulle labbra.

*

Quel mattino stavo camminando verso il bordo della foresta alla fine del cortile, dove avrei dovuto incontrare Balder. Mi aveva chiesto di fare così il giorno prima, affermando di avere una sorpresa per me.

La mia testa era completamente altrove, ma gli avevo promesso che sarei andata e io mantenevo sempre le promesse.

Quando arrivai, lui era già lì.

“Ciao, bella” mi salutò calorosamente, vedendomi.

Aveva cominciato a chiamarmi in quel modo da un po', ma non me ne importava molto. Non c'era niente di male, giusto?

“Ciao” dissi.

“Come stai oggi?”

“Sto bene, tu?”

“Sto bene anche io, ora.”

Okay? Pensai, ma restai in silezio. Venni colta da uno strano presentimento, ma decisi di ignorarlo.

“Allora, dov'è questa sorpresa? Non vedo l'ora!” esclamai sinceramente.

Balder sorrise, lo sguardo luminoso.

“Dobbiamo camminare un po', mi segui?”

Fece per muoversi verso la foresta e allungò una mano verso di me. La presi solo perchè altrimenti mi sarei sentita in colpa. E iniziammo a camminare verso il cuore della foresta.

Non ci ero mai stata prima. Le fronde degli alberi filtravano la luce, diffondendola ovunque. Un sottile strato d'erba copriva il terreno e i fiori crescevano rigogliosi, colorando allegramente tutto il sottobosco.

“Questo posto è magnifico” commentai per rompere il silenzio.

“Lo so” rispose con il suo solito tono sognante. “Spesso vengo qui quando voglio trascorrere del tempo da solo in pace.”

“Quanto manca?”

“Ci siamo quasi.”

Pochi minuti di camminata più tardi iniziai a percepire il dolce gorgolio di un flusso d'acqua e finalmente ci ritrovammo di fronte ad un piccolo ruscello trasparente. Le pietroline nel letto del fiume erano perfettamente sferiche e sembravano brillare alla luce del sole.

“Questo fiume è fatto di lacrime di un mostro che fu trasformato in una montagna, dove ora si trova la fonte” mi spiegò Balder sedendosi su di una larga roccia lì vicino e io lo imitai.

“Perchè il mostro piangeva?” domandai, accigliandomi.

Balder si voltò a guardarmi con un'espressione divertita.

“Chi lo sa? Magari aveva perso una battaglia o qualcosa del genere.”

Non ero per niente soddisfatta dalla sua risposta, ma decisi di lasciare perdere e tornai a osservare l'acqua.

Il Caos SilenziosoWhere stories live. Discover now