VI. Il più bello tra gli Dei

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"Stars are only visible in darkness,
fear is ever-changing and evolving.
And I, I can poison the skies."

Mi sollevai leggermente il vestito in modo da vedere dove mettevo i piedi mentre scendevo le scale. Inutile dire quanto odiassi quei vestiti eleganti e perfettamente lunghi, anche se ormai mi ero sommariamente abituata. Dovevo ricordarmi di chiedere a Freya riguardo un vestito in pelle che avevo visto addosso ad una donna giorni prima. Aveva i pantaloni (quanto mi mancavano!), le braccia scoperte e un mantello blu. E sembrava sicuramente più comodo di quello che stavo indossando io.

Presto mi ritrovai nel cortile. Alcune stradine in pietra attraversavano l'erba perfettamente tagliata. Delle fontane si ergevano qui e là, così come dei monumenti marmorei dedicati agli Dei e le loro imprese.

Da un lato l'area era circondata da un muro che separava il castello reale dalla città, mentre dall'altro lato il cortile continuava fino al confine con una foresta.

Era un posto estremamente pacifico e rilassante mi ritrovai a domandarmi come si potesse mai essere stressati in un posto del genere. Regnava il silenzio, interrotto solo dal canto degli uccellini e dal gorgolio delle fontane.

Vagai distrattamente tra le statue del cortile, osservandole una ad una. Mi fermai solo di fronte ad un enorme lupo bianco marmoreo che ringhiava minacciosamente all'osservatore. Un catenaccio spesso e pesante lo teneva fermo, ma ero certa che se la statua avesse potuto muoversi, il lupo si sarebbe dimenato e contorto per potersi liberare. Ero completamente rapita.

"Orrendo, non è vero?" una voce parlò dietro di me.

Mi voltai per vedere un giovane uomo avvicinarsi al mio fianco. Anche lui stava osservando il lupo. Mi resi conto che era la prima volta che lo incontravo dopo che Freya me lo aveva presentato il primo giorno. I suoi capelli biondo cenere risplendevano alla luce del sole, i suoi occhi blu profondi ricordavano due zaffiri. Era Balder Odinson, il più bello tra gli Dei.

Tornai a guardare la statua.

"No" replicai. "Forte, direi. Sofferente. E tenace. Probabilmente speranzoso."

Lo sentii ridacchiare leggermente.

"Pensavo sapessi chi, o meglio, cos'è questo."

Mi voltai a guardarlo. Un sorriso pomposo aleggiava sulle sue labbra.

"Lo so" dissi seriamente e tornai con lo sguardo sul lupo di marmo.  "È Fenrir. Il figlio di Loki."

"Beh, allora... Devo ammettere che non posso fare a meno di ammirare la tua abilità di trovare del buono persino nei mostri."

Lo guardai di nuovo. Volevo dirgli qualcosa riguardo la sua ultima constatazione, ma alla fine decisi di lasciare perdere e sorrisi. Litigare mi parve inutile.

"Camminiamo?" suggerii.

"Certo."

Prendemmo una stradina e la seguimmo con passo lento. Non riuscivo a smettere di pensare a quel monumento, a Loki e ai commenti di Balder. La mia mente continuava a correre e calcolare, mentre nascevano sempre più domande.

"Perchè tutto questo odio?" domandai ad un certo punto.

"Nel senso?"

"Tra te e Loki."

"Ah, quello" fece spallucce. "In realtà, non si tratta solo di me. Probabilmente odia me in particolare perchè tutti mi amano. Tende ad essere sempre molto invidioso riguardo molte cose, anche le più piccole."

Cercai di figurarmelo nella mente e mi domandai di cosa esattamente potesse essere invidioso. Faticai a trovare una risposta. La faccenda mi intrigò ancora di più, chiaramente tutti sapevano ben poco riguardo quel Dio.

"Com'è lui?"

"Loki?"

"Sì."

"Che ti devo dire... Sai, lui è il Dio dell'Inganno. Crea il caos quando nessuno se ne accorge. Può rovinarti la vita o renderla un paradiso e non puoi controllarlo. Potrebbe rovesciare il tuo mondo e non ti accorgeresti di star cadendo finchè non ti schianti a terra."

"Wow."

"Proprio per niente. È pericoloso. Meno hai a che fare con lui, meglio è."

Sospirai.

"I miei genitori mi hanno detto di non fidarmi mai di lui. Freya mi ha detto di stargli lontano, eppure..."

"Non dovrebbe esserci alcun 'eppure', Asja. Tutti quanti ti hanno dato degli ottimi consigli" disse e si fermò a guardarmi. Allungò una mano. "Lascia che ti aiuti."

Mi fermai a mia volta e incontrai il suo sguardo luccicante. Esitai.

"Sei una giovane donna bella e preziosa, Asja. Non vorrei che ti accadesse qualcosa di brutto" aggiunse e sorrise.

Il luccichio benevolo nei suoi occhi mi fece arrendere e presi la sua mano, sorridendo di rimando.

"Grazie" dissi, per i compliemnti.

"È la verità" mi strinse leggermente la mano prima di lasciarla andare.

Riprendemmo a camminare, mentre la mia mente ribelle continuava a pensare ad un certo tizio malizioso.

*
U

n uomo dai capelli corvini osservava il panorama da una delle terrazze del castello. Era appoggiato con le mani al parapetto di pietra, mentre i suoi occhi gelidi erano concentrati su una scena nel cortile, come quelli di un falco sulla preda.

Asja di Midgard aveva preso la mano di Balder e ora stavano nuovamente camminando verso il bordo del giardino.

Loki strinse gli occhi e poi si girò di scatto, il disprezzo dipinto sul volto.

*

O

dino camminava lungo uno dei corridoi di Asgard a passo svelto finchè non raggiunse le stanze di Frigga, come gli era stato richiesto.

Trovò la moglie che arrotolava una delle sue tele dipinte in modo che nessuno potesse vedere cosa ritraeva. Frigga era capace di vedere il futuro, alle volte. Sentiva quando qualcosa stava per accadere, ma non poteva fare nulla per cambiarlo. Ogni volta che accadeva, dipingeva il futuro su di una tela per poi nasconderla.

Le sue guance erano bagnate di lacrime, alcuni singhiozzi le scappavano ancora di bocca, scuotendola.

"Mia cara, cosa è successo?" Odino chiese, allarmato, correndo da lei. "Che cosa hai visto?"

Frigga scosse la testa debolmente e si posò la tela arrotolata in grembo. Sedeva su un morbido divando dorato. Odino prese posto accanto a lei.

"Non posso dirti ciò che ho visto, dovrai aspettare di vederlo con i tuoi occhi" rispose e deglutì. "L'oscurità sta arrivando."

"È di Ragnarok che stai parlando?"

"Potrebbe" disse, poi si voltò a guardare il marito. "Ma sono riuscita a scorgere anche una luce. Una speranza. Portare la ragazza ad Asgard è stata una scelta saggia."

Il Caos SilenziosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora