XIX. Volti famigliari

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"All around me are
familiar faces,
worn out places,
worn out faces."

Presi la sua mano e intrecciai le mie dita alle sue. Riuscivo a leggere la preoccupazione e il disagio nel suo sguardo e gli lanciai un sorriso rassicirante.

"Ce la faremo" dissi.

Lui non rispose, sospirò. E quando chiuse gli occhi, un lampo di luce ci circondò e scomparimmo.

Per la prima volta atterrai in piedi e quando la luce svanì, Loki mi stava ancora tenendo la mano. Eravamo comparsi in un corridoio del castello di Asgard.

"Loki?"

"Asja!"

"Ma che-?"

Ci voltammo e sussultai.
Frigga ci stava guardando e fui sorpresa di vedere i miei genitori accanto a lei.

"Madre" Loki mormorò con tono piatto.

Deglutii, muovendo lo sguardo tra i miei genitori. Mio padre mosse un passo avanti, notai una strana ostilità dipinta sul suo volto mentre camminava verso Loki.

"Tu!" ruggì, puntandogli un dito contro. "Tu hai rapito mia figlia!"

"No! Papà-" cercai di fermarlo, ma mi interruppe.

"Stai indietro, Asja!"

Ma io saltai in avanti e mi interposi tra i due uomini prima che potesse accadere qualcosa. Mio padre si fermò davanti a me.

"Asja, vieni qui" mia madre ordinò velocemente, ma io non mi mossi.

"No" obiettai. "Lasciatelo stare. Non ha fatto niente e io sto bene."

"Quale piacere rivederti, Hrym" sentii Loki miagolare dietro di me. "Pensavo stessi già preparando il tuo esercito per Ragnarok."

Mio padre divenne livido. Mi spaventò quasi.

"Te lo prometto, Loki, io ti ucciderò un giorno" sibilò.

"Oh, va bene. Ti aggiungerò alla lista."

Deglutii quando i suoi occhi atterrarono su di me. Mi sentivo colpevole, come una bambina che aveva fatto qualcosa di sbagliato e stava per essere sgridata dal padre.

"Dobbiamo parlare" scattò prima di voltarsi e andarsene.

Mia madre mi guardò con aria illeggibile prima di seguire mio padre.

Mi voltai e alzai lo sguardo per incontrare quello di Loki. Notai una scintilla di dolore nei suoi occhi. Mi dispiaceva così tanto. Non sarebbe stato per nulla facile.

Sentii i passi calmi di Frigga avvicinarsi a noi. Mi posò una mano sulla spalla con gentilezza e io la guardai.

"Va tutto bene" mi disse con un sorriso rassicurante. "Adesso vai a parlare con i tuoi genitori. Anche io desidero scambiare due parole con mio figlio."

Annuii leggermente e mi girai verso di lui. Mi guardava, come volendomi dire qualcosa, ma le sue labbra rimasero sigillate. Non volevo lasciarlo, ma mi obbligai a muovere un passo dopo l'altro, mentre loro si allontanarono nella direzione opposta. Eravamo arrivati ad Asgard da meno di dieci minuti ed eravamo già divisi.

Il Caos SilenziosoWhere stories live. Discover now