XXVI. Alto tradimento

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"We will find you
acting on your best behaviour.
Turn your back on mother nature.
Everybody wants to rule
the world."

Epilogo
Alcune settimane dopo

Le stelle non erano più visibili in cielo. Il regno d'oro non era più così brillante come lo era in passato.

Un manto spesso di nubi minacciose bloccava la luce, lasciando la città nell'ombra. La brezza fredda che soffiava da giorni sapeva di tensione e anticipazione.

Era la calma prima della tempesta.

Skirnir, il servo di Frigga, stava su uno dei terrazzi più alti di Asgard, in silenzio. I suoi occhi di miele erano concentrati sull'orizzonte, studiava le montagne, osservava l'oscurità che avanzava di giorno in giorno.

Il vento soffiò più forte, smuovendogli i capelli chiari. Era la profezia. Era il loro fato.

Ragnarok.

Lui sapeva. Era lì quando Odino aveva bandito Lady Asja su Midgard, era lì quando Frigga aveva parlato ad Heimdall. Lui era un'ombra, era gli occhi e le orecchie dei muri. E sapeva.

Sapeva cosa doveva fare. Ma se avesse avuto successo o avesse fallito, la sua sentenza sarebbe stata la morte per alto tradimento al Re in entrambi i casi. Lui non era niente più che un mero servo del castello reale e Lady Asja, oltre alla Regina, era stata l'unica ad avere rispetto per lui e di cui lui si fidava.

Sapeva che tutta la speranza non era persa. Nessuno si sarebbe mai osato di andare contro la parola del Re. Ma Skirnir... lui era pronto a rischiare la sua vita.

Il vento soffiò più forte ancora una volta, ora più freddo di prima, facendolo rabbrividire. Uno scintillio nell'aria di fronte a lui catturò la sua attenzione e lui alzò una mano, curiosamente.

Un delicato fiocco di neve, ghiacciato e luminoso, si posò sul palmo della sua mano, sciogliendosi immediatamente contro il calore della sua pelle. Il suo sguardo scattò di nuovo sulle montagne, il suo cuore prese a battere più forte mentre si rendeva conto di quanto poco tempo fosse rimasto.

"I Giganti" mormorò al vento.
"Stanno arrivando."

In un baleno era sparito. Corse lungo quei corridoi che conosceva così bene, prendendo scorciatoie e passando per vicoli bui. Fu così veloce e così silenzioso che nessuno notò i suoi movimenti. Aveva un piano.

Si fermò solo quando si ritrovò di fronte ad una grossa porta di legno blindata. Quella che portava ai sotterranei e le prigioni sotto al castello. Ansimava per la corsa. Chiuse i pugni e deglutì.

"Per Asgard" borbottò prima di spalancare la porta.

Tutte le guardie che pattugliavano le prigioni gli rivolsero la loro attenzione mentre si faceva avanti con aria devastata.

"I Giganti!" gridò con terrore. "I Giganti stanno arrivando! La Regina richiede la vostra presenza per difendere il castello, adesso!"

Non stava mentendo del tutto. Non ebbe nemmeno finito di pronunciare la frase che tutte le guardie stavano già correndo su per le scale. Sapeva che tutti se lo aspettavano, ma non pensava avrebbe funzionato così bene. Ora che tutte le guardie se n'erano andate, potè fare ciò che doveva.

Sospirò. Aveva probabilmente meno tempo di quel che immaginava.

Camminò tra le varie celle finchè non trovò quello che stava cercando. O meglio, chi.

Loki era seduto in fondo alla sua cella, con la schiena contro al muro. Skirnir non si fermò a considerare l'aspetto abbandonato del Dio, non aveva tempo.

"Principe Loki" chiamò con sguardo basso, facendo uso di tutto il coraggio che aveva in cuore. "Io sono Skirnir, il servo della Regina. Devo-"

"Vattene" sibilò subito il Dio, la sua voce rotta fece tremare il giovane.

Deglutì.

"N-no" alzò lentamente la testa e guardò Loki dritto negli occhi. "Non me ne vado. E ora tu mi ascolterai molto attentamente."

* * *

"Voglio un centinaio di soldati a coprire il perimetro nord-ovest e un altro battaglione al confine con la foresta!" ordinò Odino affrettandosi attraverso una sala, pedinato da Frigga e Thor. "Tutti gli altri: circondate il castello!"

Una guardia si fece avanti di fronte a loro.

"Mio Re, mia Regina. Principe Thor. Dovete venire a vedere. I sotterranei. Loki."

Prima che potesse finire di parlare, i tre erano spariti in un baleno. Corsero giù dalle scale e in un secondo raggiunsero le prigioni di Asgard. Camminarono fino alla cella di Loki. Frigga sussultò e si coprì la bocca, Thor si accigliò. Il volto di Odino si rabbuiò.

Il campo di forza della prigione era stato disattivato e la cella era vuota.

"Thor, vai e trovalo. Portalo da me" ordinò Odino con un ringhio.

Frigga strinse le labbra e Thor annuì, quasi riluttante. Ma prima che potesse voltarsi e andarsene, si levò una nuova voce.

"Non muoverti, Principe Thor!"

Era Skirnir.

Si voltarono tutti e tre.


"Come osi-" iniziò Odino, ma Skirnir lo interruppe.

"Sono stato io a liberare Loki" guardò tutti e tre negli occhi con sicurezza, poi si rivolse a Frigga. "Mia Regina, sapevi che era l'unico modo."

La bocca di Frigga si dischiuse mentre lentamente si rendeva conto.

"È questo alto tradimento?" chiese Odino, retoricamente.

"Lo è" confermò Skirnir. "Per Asgard."

"Bene, dunque. Se le cose stanno così allora andrò a cercare Loki io stesso, dopo che mi sarò occupato di te" sollevò un braccio verso il servo per finirlo con i suoi poteri, ma una mano si chiuse attorno al suo polso, fermandolo.

Era di Frigga. Odino si voltò a incontrare gli occhi determinati di lei mentre guardava il marito.

"No, Odino. Non oggi."

FINE
Prima Parte

Il Caos SilenziosoWhere stories live. Discover now