Il Castigatore

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Vi narro dell'uomo ch'un tempo
abitava il vecchio teatro ligneo
il suo nome era incerto a molti
dei pochi che bene lo conobbero
per eco riflesso

Miti, Leggende, Controversie;
era al centro di tutto essendo ai bordi
delle piccole paure e ansie
dei minuti tra i giganti e ingordi,
i ragazzini con fantasia lo chiamavan
Il Castigatore.

Era questo un appellativo errato
disonorevole e per di più ritrito
egli era uomo zelante ma scorretto
quanto bastasse a sé per insìto
sentirsi uomo.

Puniva, è vero, seppur a suo modo,
piccoli e grandi commettóri,
non odio o avàra rettitudine era oro,
era senso di protezione, ei diceva
O noi con per lui.

S'era innamorato, giovane, d'una
dolce ragazza, per caso fu che la salvò
da un terribile fato ineluttabile;
seppur acerbo egli era marchiato
da un grande dolore e stacco
e grande tristezza.

Ei cercante fallì misero se per un
piccolo fondamentale pezzo,
di chi mise a morte, il pazzo lucente
assassino di sogni, miti ed eroi,
scomparso pure lui.

Lei stava lì nel suo cuore e nella testa
ma lui non poteva o forse riusciva
A dare peso giusto a giusto e ira
del piu mistero maledettissimo dei
defunti.

Un giorno prese una strada per cui
dovette fuggire da quanto aveva lì
perse quel giorno quanto di vivo
dava fuoco al suo senso
or disperso.

Nuova volontà era accecante e bugia
proteggi chi hai allontanando chi sia
tua forza e luce e sua grande atroce
verità curatrice del male veloce
a gran voce si dice.

Ma in un film già visto le cose son
sempre uguali, però la paura è lì
voglia che questo faccia altro e si
ricordi e capisca ma non può, caténo
nel tempo.

Bruciava i campi del lucente,
eredità genomica del grande nemico
e questo non tempo perde a suo tipo
che presto conosce a chi dar suo
vaccino.

Cadde una sera piovosa,
e lei nuova in sé, lacrime addietro,
andava convinta verso un nuovo lui
che la accoglie in un vicolo stretto
armato, luce, buio.

Era un caso o forse destino che anche
Egli passasse e capisse il pericolo,
scese dal nulla, irriconoscibile, ira
infinita; furono quattro spari,
e venne preso da due.

Alla fine egli lo travolse brutalmente
con poca poesia di certo, era omicidio.
si girò e vide lei, seduta, macchiata
un colpo arrivava dritto all'addome
e per poco era cosciente.

È questo il momento in cui capisce
che poco importa il mondo a cospetto
d'un piccolo fondamentale istante
senza virtù, bellezza e ideale
è solo dolore vero.

Accorse velocemente, strinse lei
vicina e lontana più che mai
si ritrovarono dunque a capire
l'importanza di ciò che è scontato
ma presto a svanire.

Lei divenne nulla, lui sperò lo stesso,
ma il suo corpo infame era al centro
di un momento catartico e per cui
fuggì senza gloria, mesto ma certo
codardo.

Coprendo la scia non fu subito trovato
ma non era più nulla suo faro
era ora di spegnersi
ma il destino
non voleva

Fu allora che in quel ligneo teatro
ei trovò una prigione fredda
i rimpianti di una vita
le sofferenze di una scelta
sbagliata in partenza.

Divenne bestia, poi agnello, si ferì
fino a impazzire, ma rinsaviva
e soffriva
e spariva
fuori, oltre, risorgeva.

Furioso in anni tentò di salvarsi
come lui lurido assassino pavido
volesse un dovuto riscatto
trovò i temibili luminosi
e fu un massacro.

Lui sopravvisse. Era eroe a pochi
scemi, mostro a molti altri pochi.
sempre più sporco, volle stringere
un tesoro non suo, mentre il suo vero
giaceva in cielo, perduto.

Era la morte che voleva, salì sul tetto
d'un grande palazzo
all'anniversario della tempesta.
guardò giù e scorse due auto
lanciate senza sosta.

Poi il boato, terrorismo, assurdo,
l'auto rincorsa si ribalta e finisce
al muro.
Egli scese a vedere e presto si trovò
di fronte a quel tremendo orrore.

Solo un fanciullo, madre e padre.
Gli inseguitori erano fuggiti
e avevano distrutto quanto rimasto
di una famiglia a lui nota
dai tempi in cui era luce il massimo.

Poi si accorse
Era il bambino a muoversi
un miracolo incredibile
e dunque egli capì l'incomprensibile.
Fuggì con lui.

Lo nascose e lo curò, sapeva che
di base lui era un bersaglio
di una banda Toscana, gli inseguitori
della notte funesta erano tra questi.
Alla Luce seguivano essi.

Avrebbe difeso questo alla morte
e lo crebbe protetto dal cielo
sorte volle che rinsavì dal delirio
di suicidio e sentì un nuovo ardore
in quell'ora cresciuto ragazzo.

Egli come lui volle la verità,
suo fratello nei Toscani era a capo
e tanto voleva che poco sapeva
Egli avrebbe carpito da lontano.
Lui capiva e tremava.

Il giorno venne e sperò egli nel bene,
ma ancora e di nuovo avvampò
un incendio. Il fratello il giovane
lui il macello del giorno della conta
dei colli toscani.

Protesse sommerso ma proteste a lui
che incorre a nel grande pericolo
che portava il suo sangue.
Accadde che presto fu tradito
il ragazzo, ferito.

Ogne cosa è Ogne orrore.
Ei non voleva che il tempo ritorcesse
e rincorse il ragazzo suo lampo, tuono
ma non attaccò, bensì fece scudo.

Nel fuoco a decine i coltelli trafissero
ma lui non smuoveva e difendeva
a prescindere. Migliaia i crimini
dei Toschi quel tale portava,
ma era caro a chi a lui gioia dava.

Il ragazzo vide e pianse e urlò
il fratello mosse fino a fermarlo
Fu all'urlo, 'puoi sentirlo?'
che smise il disastro e il tempo
ferito dissolse.

I due si guardarono e il Castigatore
crollava e secco lacrimava
che forse il momento giunse a lui
per cogliere ciò che nessuno coglie
prima del tempo.

Non c'era futuro più da un millennio
Tutto era da tener come perso
Eppure fu allora, si dice, che questo
risultò nell'ultimo abbraccio
tra purezza e peccato.

Si dice che ancora nessuno trova lui
né dei fratelli si ha alcuna traccia
né è detto che questa è storia vera
o solo un volto senza una faccia.

PoesieWhere stories live. Discover now