il diluvio

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Ma posso, dico io, rovinare sempre tutto?

Il fanciullo scrive, io lo guardo;

poi inciampa e tutto l'inchiostro cade.

Giochi con le lettere per creare cosa? Suoni?

Spastici ammassi di cubi e adesivi che lasciano lo schifo sulle dita

Se solo capissi l'impellenza del mio vivere

I miei sono solo pensieri ritmati che iniziano a parlare tra loro

Creano società che si chiudono dividono ed esplodono

Nodo scomodo da tenere al collo se ci penzoli ma è per mano tua

Mia nostra di tutti che come me perdono per dono loro.

Ora che sono disattento, che disattendo momenti importanti

Mi chiedo perché mai non dovrebbe esserci tutto dovuto

Insomma

Tutti facciamo tanto e c'è una tale abbondanza che è solo un complotto dire che non è vero

Non è per qualcosa eh, sono pigro e voglio le cose senza faticare

Perché tanto alla fine tutti sentono l'insensatezza di avere un cervello in un mondo dove andiamo a morire

L'importante cos'è? Ve lo dico io bestie,

difendere quel che c'hai con i denti di un cane incazzatissimo

perché siamo cani se per cani si intende bastardi sbavatori pelosi e disgustosi

infreddoliti e pietosi a chi non è abbastanza vicino per vederci

e cosa c'è da aggiungere? Di tutto e di più, sennò che cazzo scriviamo a fare?

Parola del signore.

Carta da forno sul corpo nudo o vestito o in mutande o che sia.

Prendi le misure il pennello e sforni un ritratto fantastico

Se non fosse che è una merda

E butti tutto a terra, tutto schizza, che casino, però cazzo qualcosa ce la vedi

E allora cosa fai?

Foglio bianco, trasparente comprato al negozio, una penna e tratti un tratto nuovo sul vecchio

Ed è bellissimo stavolta, se non fosse che fa schifo

Allora butti tutto per aria e si alza il truciolo della gomma

Ma che cazzo!

Non è possibile,

cosa ci vedo?

Prendiamo questo foglio e appiccichiamolo a un vetro che si opacizza di antrace e lapìte.

Rimane un'impronta figa. Oh questa è figa sul serio!

Questo sono io!

QUESTO SONO IO!

Ma poi succede una cosa, ti tira la faccia mentre il millesimo ti chiede se sei tu quello dell'antrace

E mentre tu dici beh sì certo capisci che non è proprio possibile dire di essere un vetro sporco della carta della carta dal forno

E ti tira la faccia

Ti tira sotto l'albero il flauto e i piccoli uccelli

Fuggono i secondi con i primi

Ti tira la faccia

Qualcosa sta uscendo e ti nascondi nel primo camerino del primo camerone della prima camerata del primo palo trasparente

Ti nascondi come un cadavere bianco nel banco di melma

E quindi perché

Ti tira la faccia?

Non voglio dirlo perché non so dirlo e perché è disgustoso.

È una perdita di tempo.

Ma dove ti vuoi nascondere?

Non ti rendi conto che ti nascondi dal mondo?

Non te ne rendi conto.

Giorni in casa a fare cosa? Non devo fare per forza, non devo, giusto.

Devo studiare dici, ma poi cosa fai, due pagine, un esercizio e una lunga cagata?

Non apprezziamo l'impegno.

Hai ragione.

Nessuno ti capisce.

Siamo noi.

Ma tu non ti nascondi, ci tieni lontano.

Noi mostri sotto il letto ci annidiamo dove? Cazzo indovina!

Insicurezze belle grosse che escono fuori dal tuo tappeto, le orecchie

Gli occhi e le mani quando le apri e tocchi il frigo coi piedi scalzi sul pavimento polvere e pozzanghere

Fuori piove

Dentro piove

Ovunque

Non ci sei

Non ci siamo finché non ci sei se non pensi questo non motivo il tuo non esserci per non essere a noi.

Ora hai capito? Ma cosa dico dico mai, non sei tu.

SEI SOTTO IL MIO MIRINO E TI FUCILO QUANDO CAZZO MI PARE!

PoesieWhere stories live. Discover now