Capitolo 2.

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"Stai sempre in casa davanti a quel telefono"
Mi chiedo se mia madre abbia sempre avuto questa voce fastidiosa o è così solo quando mi fa le ramanzine.
Dagli sguardi di mio padre, fermo sull'uscio della porta, capisco che, sì, è sempre stata così fastidiosa.
"O stai al telefono, o leggi, o guardi la televisione, o dormi"
Continuo a scorrere la mia timeline di Twitter cercando di concentrarmi più sui tweet della gente che sulla voce acuta e stridula di mia madre.
"Non fai mai niente in questa casa" sbotta infine.
"Corie, tua mamma ha ragione, non ci ascolti nemmeno più, stai sempre con quel cellulare in mano-"
Alzo lo sguardo e lo fulmino, anzi, li fulmino entrambi.
"Cosa dovrei fare? Non mi fate uscire perché fa troppo caldo per me, non mi fate andare a casa delle mie amiche perché potrebbe succedermi qualcosa, non mi fate nemmeno andare al cinema perché pensate che le poltrone possano irritarmi la pelle!"
Temo che mia madre possa incenerirmi sul posto ma poi mio padre prende la parola, per fortuna.
"La questione delle poltrone è una cosa molto seria"
"Sì, seria. Ricordi quando abbiamo dovuto portare zia Meredith in ospedale?"
Sbuffo e mi metto seduta sul letto di mia sorella.
"Mamma, zia Meredith aveva le emorroidi, per questo l'abbiamo portata in ospedale"
Poggio il telefono sul cuscino e tengo la testa contro il muro mentre fingo di ascoltarli.
"Non cercare di cambiare discorso, eh!"
Dice mia madre. Certe discussioni non le capirò mai, sono i primi a impedirmi di fare cose da normali adolescenti e poi si lamentano se non le faccio.
"Quindi posso uscire con le mie amiche?" Chiedo, interrompendo qualunque cosa fosse quello di cui mia madre stava parlando.
"Katherine magari, e Anna"
Pronunciare quei due nomi mi suona così strano, d'improvviso tutta la malinconia si impossesso di me, per tutto questo tempo avevo ignorato quanto mi mancassero le mie amiche. Sentivo Els e Lea quasi ogni giorno, Anna anche, ma di Sadie e Katherine non avevo notizie da davvero tantissimo tempo.
Osservo i miei genitori scambiarsi qualche occhiata.
"Noi domani sera andiamo a cena fuori, puoi invitarle qui, oppure ti accompagniamo a casa loro verso le sei e mezza." Proclama infine mia madre.
Sorrido e batto le mani, dibatto interiormente se alzarmi o meno per abbracciarli, ma il letto è molto comodo e io non ho intenzione di fare molto sforzo fisico.
"Grazie, grazie, grazie" dico allungando le mani verso di loro.
Mia madre, temperamento discutibile e personalità cangiante, si piega per darmi un bacio sulla guancia e mio padre mi si lancia addosso mentre io faccio dei rumori per farlo alzare il più in fretta possibile.
Prendo il cellulare e faccio immediatamente una chiamata a tre con Katherine, Sadie e Anna.
Anna è la prima a rispondere, non le do nemmeno il tempo di salutarmi che sto subito chiamando le altre due.
Quando finalmente riesco a stabilire una conversazione che vada oltre i "mi senti?", "Corie?", "Sadie?", "Kat?", "Anna!" E gli "oh, mi sentite?" Spiego velocemente il piano alle tre ragazze.

"Aspetta che chiedo a mio padre se domani abbiamo casa libera" dice Kat.

"Cosa scarico per domani? Horror?" Chiede Anna.

"Sì, sì, ti prego, amo vedere Kat che si copre gli occhi e le orecchie per la paura" ride Sadie.

"Okay, mio padre ha detto che per domani va bene, ordiniamo la pizza e ceniamo tutte qui, come i vecchi tempi"

"È passato così tanto tempo, devo raccontarvi tante cose e voi dovete raccontarne tante anche a me, ne sono sicura" Katherine è sempre stata quella sempre felice e spensierata del gruppo ma si innamorava troppo facilmente dei ragazzi.

"Corie, non ti vedo da tantissimo tempo, domani ti stritolo di abbracci!" Sadie era davvero popolare a scuola, aveva mille amici e cento ragazzi pronti a fare la fila per lei, fortunata la ragazza.

"Non stritolatela troppo, eh, io arriverò mezz'ora più tardi, lasciatene un pezzo anche a me" Anna invece era sempre stata la mia migliore amica, per me c'era sempre, anzi, molte volte ero proprio io a nascondere le cose e a non renderla partecipe per tenerla al sicuro e non farla soffrire troppo. Anna è davvero bella, ha cento ragazzi che le vanno dietro perché è giusto che sia così, ha gli occhi oro, il nasino piccolo e all'insù e i capelli color cioccolato morbidi e pieni di boccoli.
È sempre stata bellissima, anche quando, qualche anno fa, aveva deciso di fare la pazzia di tagliare i capelli corti a maschiaccio.
Anna è quella ragazza bella che tu speri di essere ma che non odi, non cerchi di trovarle un difetto perché è bella, non ne sei gelosa, lo riconosci e basta, riconosci che lei è molto più bella di te e stai in un angolino ad ammirarla, o nel mio caso, a ricordarglielo ogni giorno.

Verde oceano.Where stories live. Discover now