Capitolo 16.

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Per l'ennesima volta, capitolo non editato

Niall POV

Sono ancora sotto le coperte, nonostante siano le dodici passate e nonostante non ci sia poi così freddo per essere il quattordici settembre.
Ho la testa che mi scoppia, come se mille martelli avessero deciso di abbattere le pareti del mio cranio.
Tengo gli occhi chiusi anche se non ho più sonno già da un po', siamo tornati a casa verso le tre e mezza del mattino ma io ero già crollato alle due per quanto alcool avevo ingerito.
Sono un idiota, non riesco nemmeno a ricordare metà delle cose che ho fatto, so solo che ho bevuto come un fottuto alcolizzato.
Un rumore assordante mi porta a digrignare i denti e stringermi il cuscino contro le orecchie. Era soltanto il suono del mio cellulare che mi indicava che probabilmente ho appena ricevuto un messaggio ma ho una sbornia dannatamente colossale e ogni cosa mi uccide, tutto attualmente potrebbe farmi esplodere il cervello.
Sento che se apro gli occhi il dolore lancinante aumenterà ancora di più, e peggiorerà se proverò a guardare un display luminoso o a leggere qualcosa dal suddetto.
Però.
Però potrebbe essere Coraline, l'unica cosa che ricordo è che ieri ho bevuto principalmente perché lei non era con me, sono stato un fottuto coglione perché forse non era colpa sua, forse è stata male, forse i suoi non l'hanno fatta uscire di casa. Ci sono mille cose che sarebbero potute succedere e io mi sono incazzato con lei come il cretino che sono.
Allungo un braccio verso il comodino, scoprendolo dal calore delle coperte.
Afferro a tastoni il mio telefono e lo porto di nuovo al sicuro sotto le lenzuola.
La luce mi acceca per un attimo e il mal di testa aumenta radicalmente, proprio come immaginavo.
Vedo qualche messaggio e circa quattro chiamate, non ho nemmeno il tempo di leggere qualcosa perché prende a suonare tra le mie mani e per far cessare il rumore rispondo alla chiamata, senza leggere il chiamante.
"Pronto?" Dice una voce, familiare, aggressiva e molto femminile.
"Sì?" La mia voce esce fuori come quella di un fumatore sessantenne.
"Niall sei tu?" Chiede ancora quella voce, non riesco a ricollegarla ad un volto, forse perché sta urlando troppo e non riesco ad avere la mente lucida al momento.
"Io sono Niall, ma tu chi diavolo sei?" Rispondo mettendomi seduto.
"Non parlarmi così, hai capito?" Continua ancora più arrabbiata.
"Sono Anna."
Ah.
Non sapevo nemmeno avesse il mio numero, veramente.
"Anna? Perché mi hai-" mi interrompo in un attimo "Coraline, come sta Coraline? Ti prego dimmi che sta bene"
Salto in piedi e afferro il primo paio di pantaloni che trovo, tenendo il telefono incastrato tra il collo e l'orecchio, la testa piegata di lato.
"No, non sta bene, brutto idiota"
"Cos'ha?" Evito di rispondere al suo insulto solo perché c'è Coraline di mezzo.
"Hai la macchina?"
Che vuol dire? Perché non può rispondermi e basta?!
"Certo che ce l'ho!" Rispondo esausto dopo essermi infilato una felpa e le Supra.
"Stai calmo, bello. Ci vediamo tra dieci minuti di fronte alla nostra scuola" e chiude la chiamata.

Arrivo al piano inferiore e cammino verso il frigo, ho bisogno di bere un po' d'acqua, magari riuscirà a calmare qualcosa nel mio cervello.
"Buongiorno" mi giro di scatto e per poco non faccio cadere per terra la bottiglia.
"Sei un idiota" dico facendo un sospiro.
Harry indossa solo dei boxer neri e una maglietta grigia, si passa una mano tra i capelli e poi si guarda attorno.
"Ehm," gratta il retro del suo collo "come dire, ieri credo sia rimasta una ragazza qui ma adesso non so dove sia"
Stringo le labbra per trattenermi dal ridere. Non per la situazione, ma per la sua faccia, sembra preoccupato ma non so se perché ha paura che lei sia ancora qui o che non ci sia più.
"Hai perso la ragazza, piccolo Hazza?" Mi do mentalmente il cinque da solo per la rima e sorrido mentre Harry mi rivolge un'occhiataccia.
"Per caso l'hai vista in giro?"
Bevo il bicchiere d'acqua che avevo versato automaticamente e mi prendo il mio tempo per rispondere, facendo crescere la curiosità del mio imbarazzante amico dai boxer neri.
"In giro? Sai che sono soltanto sceso dal piano superiore?"
Alza gli occhi al cielo e poi apre l'anta del frigo, prende il cartone di latte e lo beve direttamente dal beccuccio.
"E comunque no"
Afferro il mio cellulare e le chiavi di casa.
Harry poggia velocemente il cartone di latte sul bancone e mi ferma dal braccio.
"Dove vai?" Mi chiede senza mollare la presa. Sposto lo sguardo dalle sue dita piantate sul mio gomito al suo volto supplicante.
"Non vieni con me."
"Ti prego"
Continuo a camminare verso la porta.
"Niall per favore"
Non voglio nemmeno girarmi per osservare il suo volto perché sono sicuro che stia sfruttando la carta "faccia da cucciolo" e sa che non riesco a dirgli di no.
Apro la porta e in un gesto repentino me la chiudo dietro, sono abbastanza sicuro che non uscirà mai in boxer fuori di casa.
Lo sento urlare e rido mentre apro lo sportello della mia auto.
La controllo per qualche secondo, dopo essermici seduto dentro. Passo la mano sui sedili perché ci sono davvero tantissime carte e briciole di Dio solo sa cosa.
Faccio spallucce capendo che non posso fare più di così, Anna si accontenterà.
Accendo la radio e inizio a guidare verso la scuola, dista solo qualche isolato da casa mia perciò non ci metterò molto.

Verde oceano.Where stories live. Discover now