Capitolo 6.

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Prendo lo zainetto marrone e infilo una matita, una gomma, il portafoglio e il taccuino con gli appunti dentro.

Mi guardo un ultima volta allo specchio e complimento me stessa per il mio outfit, sembro uscita da qualche favola per bambini.

Ho il vestito azzurro che mamma mi ha comprato un mese fa e un nastro cerca di contenere i miei ricci in un fiocco.

Indosso lo zaino ed esco di casa gridando un saluto a mia madre.

La libreria non è molto lontana da casa mia, perciò posso andarci tranquillamente a piedi, altrimenti mia madre avrebbe rotto l'anima per accompagnarmici o cazzate del genere.

Prendo il cellulare e mando un messaggio a Niall:

"Ehilà, io sono quasi arrivata"

Tengo il telefono in mano mentre cammino. Mancano cinque minuti e poi sarò arrivata davvero.

Controllo mentalmente la lista di libri da comprare che avevo appuntato nel taccuino.

Sono due ma ho in mente di comprarne qualcun altro una volta lì, magari qualcosa riguardante l'arte, ultimamente ne sono stata così affascinata che ho avuto voglia di disegnare su una tela ma (a) sono pessima a disegnare/dipingere e (b) non ho una tela o (c) dei pennelli o (D) dei colori ad olio, o qualunque sia il loro nome.

Inizio a fantasticare sulla mia carriera da artista quando arrivo davanti la libreria.

Ancora nessuna notizia da Niall, così decido di chiamarlo, sono quasi le cinque, dovevamo incontrarci alle quattro e un quarto, siamo in ritardo entrambi.

Porto il telefono all'orecchio.

Non ricevo nessuna risposta così mi siedo sulla panchina di fronte alla vetrina e osservo la strada, sperando di vedere arrivare Niall, ora che ci penso non so nemmeno che macchina abbia.

Aspetto per un'infinità di tempo- che poi si dimostrano come 25 minuti- perciò decido di entrare in libreria.

Non sono una persona paziente, sono sempre ritardataria ma odio il ritardo, odio aspettare, forse è per questo che arrivo sempre tardi, per non aspettare.

Sono arrabbiata e delusa allo stesso tempo, chi voleva prendere in giro, avrei dovuto sapere che non si sarebbe mai presentato.

Non appena entro la campanella risuona e mi volto verso James, il ragazzo carino che lavora qui, e gli sorrido, cercando di nascondere la mia rabbia.

L'odore di legno e libri mi invade e la mia rabbia si dissolve immediatamente, mi sento subito più tranquilla e rilassata.

"Ehi, non ti si vede da tanto tempo" la voce calda di James è quasi irriconoscibile, è davvero passato tantissimo dall'ultima volta che sono venuta qui.

"Sì, sono stata ... Impegnata" sorrido e lui ricambia.

"Allora, cerchi qualcosa in particolare?" Mi chiede mentre ci spostiamo lentamente verso le scale.

Osservo ogni libro attorno a me mentre parlo con James, non so se sia un segno di maleducazione, è che sono veramente interessata a comprare qualcosa di nuovo.

"Cercavo prima di tutto questi due libri" sfilo lo zaino dalle mie spalle e prendo il taccuino, porgendoglielo.

Spero riesca a comprendere la mia scrittura orrenda ma sembra di sì dato che annuisce, mi rivolge un sorriso e alza l'indice per poi sparire.

"Vado sopra" gli dico.

Scorro i mille titoli e vengo attirata dal reparto fantasy prima di tutto.

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