Capitolo 4

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I giorni passavano e più Giulia guardava suo figlio crescere, più le sembrava che fosse identico al padre. Sentiva un peso spingerle forte nel petto, la rendeva piccola, vulnerabile e insicura. Aveva sempre mostrato a tutti la sua parte dura, stronza, indossava la sua corazza e non permetteva a nessuno di scavarle nel profondo, come aveva fatto lui. Lo aveva lasciato entrare, si era preso tutto ed aveva lasciato solo dolore e rabbia. Con quegli occhi verdi, che avrebbero fatto invidia al mare più cristallino che esista, le aveva permesso di fidarsi.

Flashback

"Dove mi porti?" Chiese Giulia con insistenza per la milionesima volta spintonando Federico che nel frattempo guardava la strada concentrato.

"Ti ho già spiegato che è una sorpresa!" Si finse scocciato sbuffando e provocando una risata da parte della riccia di fianco a lui.

"Io odio le sorprese." Si lamentò cantilenando.

"Beh, un'altra cosa che ho scoperto di te!" Esclamò eccitato il biondo cercando di alleggerire il clima.

Dopo circa quindici minuti in cui entrambi troppo assorti nei propri pensieri hanno mantenuto il silenzio, Federico accostò l'auto in una piazzola di sosta.

"Possiamo scendere." Disse sorridendo alla ragazza mettendole una mano sul ginocchio e accarezzandola sorridendo per darle sicurezza. Giulia si sentì attraversare da un brivido, una scossa elettrica che le percorreva tutto il corpo, si sentì mancare il respiro in un attimo e si complimentò con se stessa per essere riuscita ad aprire la portiera dell'auto. Federico le prese la mano e si incamminarono insieme per una stradicciola.
L'unico rumore che si poteva udire erano le foglie secche cadute dagli alberi che venivano calpestate dai due ragazzi.

"Metti questo." Disse Federico porgendo una sciarpa a Giulia che lo guardò di traverso. Si strinse il pezzo di stoffa al collo facendo scoppiare a ridere il biondino.

"Sugli occhi." La riprese sfilandogliela dal collo e legandogliela delicatamente attorno al viso.

"Quante sono?" Chiese ridendo per assicurarsi che non riuscisse a vedere e mostrandole quattro dita.

"Tre?" Disse tirando ad indovinare per accontentarlo.

"Bene, possiamo andare!" Esordì Federico prendendola per mano e conducendola fino alla cima della collina. Senza parlare la fece sedere su una panchina e piano le tolse la sciarpa da davanti agli occhi. Si sedette accanto a lui e continuando a tenerle saldamente la mano le diede il permesso di aprire gli occhi. Davanti ai propri occhi Giulia vide Firenze come non aveva mai visto prima, il tramonto faceva sembrare quella città se possibile ancora più bella.

"Che bello!- esclamò la riccia tornando a guardare gli occhi di Federico, più belli di qualsiasi panorama esistente- Perché mi hai portata qui?" Chiese poi ancora più perplessa.

"Questo è il mio posto segreto, ci porto solo le persone importanti." Confessò il ragazzo guardandola a sua volta.

"Quindi sono importante?" Chiese sorpresa per quella risposta così spiazzante.

"Un po'." Rispose prendendola in giro e portandole una mano sulla guancia per poterle dare un pizzicotto che la fece rabbrividire.

"Un po' quanto?" Lo sfidò sorridendo. Lui in risposta le posò le labbra sulle sue. Le diede il bacio più bello e coinvolgente che avesse mai ricevuto. Sentì le farfalle nello stomaco che si contorceva ogni volta che la sua lingua incontrava quella di Federico.

"Ti piace qui?" sentì dire Giulia alle sue spalle. Dopo una settimana passata a rifiutare appuntamenti su appuntamenti con lui alla fine aveva ceduto ed era uscita con Lorenzo. L'aveva portata su una collina poco fuori Torino per farle vedere il panorama. Per tutto il tragitto lei non aveva parlato, le sembrava tutto troppo familiare, quasi un déjà-vu. Una volta arrivati, si era poggiata al parapetto ed aveva iniziato a fissare il sole calare lentamente. Erano rimasti in un silenzio tombale, interrotto dopo un paio di minuti da Lorenzo.

"Si sta bene." Rispose la ragazza senza far trasparire alcuna emozione. In realtà avrebbe voluto urlargli in faccia di smetterla di ride, che lei stava malissimo e non voleva rivivere quella stessa situazione.

"Ho capito... non ti piace, ho sbagliato." Aggiunse Lorenzo dispiaciuto e poggiandosi di fianco a Giulia.

"No!- si affrettò a rispondere lei- non hai sbagliato niente." Cercò di sorridergli passandogli una mano sulla schiena.

"Non devi preoccuparti, è stata una giornata pesante al lavoro e sono molto stressata." Si giustificò mentendo la ragazza.

"Posso fartelo passare io lo stress?" Chiese Lorenzo avvicinandosi e passando il pollice sulla sua guancia. Si faceva sempre più vicino e meno centimetri li separavano, più si sentiva male. Non voleva assolutamente baciarlo, non le piaceva, era un bel ragazzo, ma l'unico fino a quel momento che era stato capace di farle sentire le farfalle nello stomaco era stato Federico e non si può passare dall'oro all'ottone. Nonostante non volesse, non riuscì ad opporsi alle labbra di Lorenzo che timide si posarono sulle sue in un bacio che non le provocò alcuna emozione. Si sforzò convincendosi di volerlo, ma ciò che la faceva realmente stare male era che quel ragazzo così carino ed ingenuo era solamente un ripiego.

Racconterò di te -Federico BernardeschiWhere stories live. Discover now