Rum

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«Qual'è il vostro scopo?»
Andrew alternò il suo sguardo fra i due, incrociando le braccia al petto.
«Perché lo fate? E sopratutto perché io dovrei farlo? Perché dovrei aiutarvi?»
«Oh beh perché... perché noi vogliamo solo aiutarti..» rispose Elizabeth, rivolgendo una breve occhiata a Jack, che invece era rimasto in silenzio.
«Aiutarmi? E a fare che? Mi avete liberato è vero ma non mi sembra che mi abbiate lasciato libero, no? Che mi offriate un letto invece di sbattermi in una cella non cambia poi molto. Non mi fido affatto della gente come voi.» disse tutto d'un fiato, facendo poi una smorfia di disgusto.
«Andrew..»
«Cosa volte? Soldi?» continuò «La mia famiglia può pagare senza problemi.»
«Non è la tua famiglia che ci interessa.»
Andrew scosse la testa.
«Anche se fosse tutto vero e io potessi portavi lì.. quale sarebbe lo scopo?»
«Semplice, vendetta.» disse Jack «Tu ci porti lì e ti vendichi per la morte dei tuoi genitori, dopotutto sai anche tu cosa è capace di fare il fiore no?»
Il moro assottigliò lo sguardo.
«E voi ci guadagnate perché..?»
«Anni fa strinsi un patto con tua madre, le diedi la mia parola che ti avrei protratto. Demmo tutti la nostra parola.» esclamò Elizabeth, spostando per un attimo il suo sguardo su Jack.
«E almeno io intendo mantenere la promessa. E poi Khan non ha fatto del male solo alla tua di famiglia..» detto ciò sospirò e per un attimo mi parve di vederla persa in chissà quali pensieri.
«Allora? Cosa farai?»

Silenzio.
A quella domanda seguì solo un lungo e interminabile silenzio.
O almeno così mi era sembrato a me, quei pochi secondi sembravano essere diventati minuti anche se io tendevo a esagerare sempre.
Quando Andrew fece per aprire bocca però, venne interrotto dal rumore della porta o meglio di qualcuno che bussava.
Tre colpi veloci, ripetuti due volte e con una pausa di una decina di secondi gli uni dagli altri come se fosse stato una specie di codice, e infatti proprio quello era.
Elizabeth corse ad aprire la porta tirando subito un sospiro di sollievo alla vista dei ragazzi che erano appena entrati.
Un ragazzo, estremamente alto e dalla carnagione abbronzata fu il primo a parlare.
«Non ci hanno messo molto a capire che sono scappati. Fortunatamente però siamo riusciti a tenerli occupati.»
«E lo saranno giusto il tempo necessario affinché noi lasciamo l'isola!» s'intromise una ragazza dai capelli biondi, sorridendo soddisfatta.
Nel sentire la sua voce però non mi sfuggì la smorfia che fece Will, che sembrava alquanto irritato dalla sua presenza.
«Perfetto..» sussurrò Elizabeth, ritornando poi a guardare Andrew.
«Non devi rispondermi subito..»
«Lo farò.» disse solo, puntando il suo sguardo sulla donna che sorrise, soddisfatta.
«Sei sicuro?»
«Si.»
Elizabeth sorrise nuovamente.
Io, che non avevo detto una parola durante tutto il discorso, avevo continuato a restare in silenzio fino alla fine.
La verità era che non avrei saputo nemmeno cosa dire dato che in quella circostanza ero totalmente inutile.

Dopo un attimo Elizabeth si allontanò insieme a Jack e ad un'altro uomo adulto, chiudendosi in una stanza insieme a loro mentre con noi rimasero solo Will, il ragazzo abbronzato e la ragazza bionda che non aveva fatto altro che fissare Andrew da quando lui aveva iniziato e parlare e continuava a farlo!
Non che la cosa mi interessasse.
Ovviamente no.
Cosa me ne può fregare a me?
Scossi la testa, preferendo invece tornare a guardare Will che invece si era messo a parlare con il ragazzo abbronzato.
Sembravano molto amici a guardarli.
«Ah Lily..» esclamò improvvisamente «Lui è Jacob!» Jacob, Lily.» sorrise soddisfatto il modo, guardandoci.
«È un piacere conoscerti.»
«Il piacere è mio.» dissi sorridendogli, anche se non riuscivo proprio a distogliere lo sguardo dalla biondina che nel frattempo si era avvicinata a Andrew, sedendosi accanto a lui.
«Ciao, io sono Ashley piacere di conoscerti!» gli sorrise, uno strano sorriso.
«L'ho forse chiesto?»
«No ma.. »
«Quindi se non l'ho chiesto puoi dedurre da sola che non mi interessa no?»
Non sapevo perché, ma quella era la prima volta che lo trovavo simpatico.

Quando Elizabeth uscì ci disse che saremmo dovuti partire quella notte stessa.
Nonostante fossero riusciti ad ingannare Barners una volta lui non era di certo stupido e una seconda non sarebbe capitata, proprio per questo dovevamo sbrigarci e andarcene in fretta.
'Prevenire è meglio che curare'
Aveva detto l'uomo che era con loro, di cui ancora non conoscevo il nome.

***

Avevo appena lasciato Jacob è Will nella stanza di quest'ultimo dopo essere stata per non so quanto tempo a parlare con loro.
Amavo sempre di più Will.
Anche Jacob non era male tutto sommato.
Per quanto riguarda la biondina invece dopo il rifiuto che aveva ricevuto sembrava come sparita.
Meglio così.

«Che fai ragazzina?!»
Sussultai nel sentire la voce di Jack alle mie spalle e ci mancò poco a farmi cadere la bottiglia di rum che avevo appena preso dalle mani.
«Dio Jack!» urlai portandomi istintivamente la bottiglia al petto.
«Tu hai qualcosa che mi appartiene.» mi disse, strappandomi poi la bottiglia di rum dalle mani. Per poi allontanarsi.
«Ma ehi! L'avevo presa io!» protestai seguendolo.
«E ora non ce l'hai più! Eh lo so quando è dura la vita.» continuò lui, gesticolando in fare teatrale per poi smettere subito dopo notando il mio sguardo contrariato.
«Che c'è? La mammina non ti ha insegnato che i bambini non bevono alcol?»
«Sono abbastanza grande da poter bere tutto ciò che voglio.» precisai, incrociando le braccia al petto.
«Ah si? E quanti anni hai sentiamo.. tredici? Quattordici?»
«Diciassette.»
«Diciassette.. oh..»
Per un attimo il suo sguardo si oscurò, sembrava essere totalmente su un'altro pianeta.
«Vedo che la tua cara mamma non ha perso tempo..» sussurrò infine ma non abbastanza piano affinché io non lo sentissi.
«Ora se vuoi scusarmi»
Corrugai la fronte confusa.
«Aspetta! Cosa.. cosa intendi?» scossi la testa piazzandomi davanti a lui.
«Aspetta! Possiamo.. dividerla?» gli chiesi, guardandolo dritto negli occhi assumendo la stessa espressione che facevo sempre con mia madre quando volevo ottenere qualcosa.
Jack mi guardò, a metà tra il confuso e il divertito.
«Beh di solito non condivido mai il rum con nessuno..» disse toccandosi la barba.
«Ma forse.. per questa volta posso fare un eccezione.»
«Bene!» detto questo gli strappai la bottiglia dalle mani bevendo il primo sorso.
«Oh wow, ci vai giù pensante ragazzina.» esclamò mentre un ghigno divertito gli si formava sulle labbra.
«Per così poco?»
«Beh non è mica poco.»
Alzai le spalle.
«Se lo dici tu.»
«Il Grande Capitan Jack Sparrow non sbaglia mai!»
«Oh di questo ne sono più che convinta.» esclamai, ridacchiando divertita per le sue strane mosse.

«Sai Lily, sei proprio uguale a tua madre.» mi disse improvvisamente e per la prima volta con un tono di voce serio e malinconico?
Almeno a me sembrava dare questa impressione.
«Oh.. lo so, lo dicono tutti.» accennai un sorriso.
«E menomale! Sai tuo padre è piuttosto bruttino. Clayton blah!»
Il nome fu seguito da una smorfia di disgusto alla quale non potei fare a meno di ridere.
«Oh vedo che sei d'accordo con me! Povera figlia, beh con un padre così ci credo.»
«No no» scossi prontamente la testa «John, lui non è mio padre.»
«Oh.. beh in questo caso buon per te.»
«Già, ma non così tanto dato che ce l'ho come patrigno.»
«È sempre un idiota come ricordo?»
«Esattamente.» esclamai, ridacchiando mentre gli porgevo la bottiglia, ormai vuota.
Dovevo allontanarmi, gli avevo già detto troppe cose e non volevo che facesse altre domande.
«Bene io.. io vado, ciao Jack.»
Sorrisi nella sua direzione poco prima di voltarmi e salire le scale.

Ero stranamente felice e ciò lo si poteva notare benissimo dal sorriso che avevo mentre salivo le scale.
Anche se ovviamente questa felicità non poteva  durare molto.
Non feci neanche tempo a mettere piede nel corridoio che un Andrew con una faccia più cadaverica del solito mi venne letteralmente addosso.
«Ma ehi.. cosa..» non feci neanche in tempo a chiedere cosa stesse succedendo che venni distratta da una voce femminile, proveniente dalla fine del corridoio e che riconobbi come la voce della bionda.
«No! No no no aiuto!»
Il moro sembrò sbiancare ancora di più.
Si guardò velocemente intorno, come se fosse disperatamente in cerca di qualcosa.
Come se gli si fosse accesa una lampadina poi spostò il suo sguardo nuovamente su di me, afferrandomi per i fianchi e poggiando le sue labbra sulle mie.

ᴛʜᴇ ʙʟᴀᴄᴋ ʀᴏsᴇМесто, где живут истории. Откройте их для себя