Bambina

238 14 14
                                    


Sono davvero belli.
Pensai, non potendo fare a meno di sorridere mentre li guardavo.
Poco dopo mi staccai dalla porta
cercando di fare il minimo rumore possibile, anche se occupati com'erano dubito che quei due mi avrebbero sentita.
Quando mi allontanai per la seconda volta dall'ufficio del capitano tornai nuovamente sul ponte dove tra l'altro la situazione non era minimamente cambiata.
Non che fossi stata via delle ore dopotutto.
Will e Wendy se ne stavamo sempre in un angolino, confabulando chissà cosa.
Poco distante invece Andrew non era più in compagnia di quelle due ragazza, ma se ne stava invece da solo.
Fortunatamente.
Pensai scuotendo subito dopo la testa.
No! Non devo pensare a questo.
Poi a me cosa interessa?
Un cazzo, ecco.
«Tanto a me non interessa.»
Sussurrai tra me me, sospirando e scuotendo ancora la testa.
«Non ci credo nemmeno io.»
«Parli anche da so ora?»
«Non stavo parlando da sola.» replicai, forse un po' troppo repentinamente per essere credibile. E ovviamente fra tutte le persone che si trovavano su quella chi poteva mai interrompere i miei pensieri? Ovviamente lui.
«A me sembrava di si invece.»
«E tu come lo sai? Te ne intendi forse?» incrociai le braccia al petto, assumendo una finta espressione disinteressata verso di lui. Non capivo neanche perché mi applicassi così tanto, perché ogni volta che mi ritrovavo da sola il moro continuava a ritornarmi in testa così insistentemente.
E pensare che non mi erano neanche mai piaciuti i ragazzi, o per meglio dire i miei pensieri, nonostante i miei diciassette anni non erano mai andati a finire su quell'argomento. «Non ci vuole mica un genio per capirlo.» sbuffò allora il moro, alzando gli occhi al cielo, come se quello a dover essere nervoso fosse lui e non io.
Robe da matti.
«E anche se fosse?»
«In questo caso diventeresti ancora più strana di quello che già non sei.»
Disse in risposta il moro, con il solito ghigno che ormai avevo capito fosse parte di lui.
In quel momento mi parve quasi automatico chiedermi se avesse mai sorriso.
Non l'avevo mai visto sorridere, ghignare certo, fare uno dei suoi sorrisetti arroganti che sapevano tanto di scherno e di presa in giro, ma mai sorridere.
«E fidati se te lo dico, sei già parecchio strana.»
«Non sembra che ti dispiaccia poi così tanto.» mi uscì spontaneo dalle labbra, quasi con una certa soddisfazione, o forse il mio era solo un atteggiamento di sfida, quasi come a volerlo invitare a ribattere a fare un qualsiasi cosa per contraddirmi. Diversamente da come mi sarei aspetta però, ecco che il ragazzo mi stupì pronunciando delle parole che non mi sarei mai aspettata, almeno da lui.
«Non l'ho mai negato infatti.»
E quelle sue parole, che molto probabilmente non avevano neanche l'intenzione di essere un complimento nei miei confronti, figuriamoci se il signor Blake si metteva a fare dei complimenti proprio a me, andiamo, tuttavia non poterono fare altro che mandarmi in leggera confusione.
Perché proprio non riuscivo a capire cosa significassero, o forse la mia confusione scaturiva dal fatto che io non riuscivo a capire lui.
«E con questo cosa intendi dire Blake? E' forse l'ennesimo insulto nei miei confronti?
Non che mi aspetti qualcosa di diverso ovviamente.»
la mia voce risultò essere più acida di quanto mi aspettassi, così come il mio atteggiamento nei suoi confronti.
Ciò però non sembrò affatto fermare il ragazzo dal continuare il suo discorso però, anzi, accentuò ancora di più il suo ghigno.
Diamine quanto lo odiavo.
«Strano non deve essere necessariamente il sinonimo di negativo no? Dico semplicemente che sei diversa
«Perché non sono caduta ai tuoi piedi come mezza nave?» lo provocai ancora, scandendo bene ogni parola.
Volevo che quella cosa gli pesasse, volevo fargli capire che non poteva avermi in pugno come tutte, perché proprio come diceva lui io non ero tutte. Andrew però, nonostante le mie provocazioni non si scalfì minimamente, anzi, furono proprio quelle a spingerlo a continuare il suo discorso.
«Se ti guardi intorno, anche qui stasera, puoi renderti conto anche tu che sei diversa, cioè appartieni proprio ad un'altra categoria.»
«Su avanti, sentiamo l'ennesima cattiveria che hai da dire su di me! O non saresti tu altrimenti.» sibilai allora, mutando nuovamente il mio sguardo.
Non sapevo neanche che cavolo di atteggiamento dovessi avere nei suoi confronti. Ed ecco che lui scosse nuovamente la testa.
«Quello che è proprio disarmante di te è che sei una bambina, sei tenera come una bambina. Ed io credo proprio che non esista un'altra come te al mondo, o almeno io non l'ho mai vista. E forse è proprio questa la cosa che mi fa perdere la testa.»
«Ci stai forse provando con me?»
«Dal primo istante in cui ti ho vista.»
E' davvero incredibile come delle semplici parole abbiano il potere di farti entrare in totale paranoia, e più si cerca di non pensarci più quei pensieri diventano insistenti nella tua testa.
E mentre continuavo a pensare e ripensare alle parole di Andrew non potevo fare a meno di sorridere.
Sorridevo come una stupida, proprio come una delle innumerevoli conquiste del ragazzo che tanto mi piaceva prendere in giro, anche se in quel momento niente mi rendeva così diversa da loro, forse solo il fatto che il mio onore fosse ancora intatto.
A mia madre sarebbe di certo venuto un colpo se avesse saputo che la sua cara bambina era stata violata in quel modo, così giovane e innocente.
Tante volte avevo avuto la tentazione di farlo solo per poter vedere l'espressione irritata sul viso di lei.
Cos'era l'onore dopotutto?
Davvero l'onore di una donna si misurava con la propria verginità?
Ed ecco che già in questo modo possiamo benissimo affermare di vivere in una società di merda.
Società fatta solamente di regole ed etichette, etichette ci vengono assegnate fin da bambini e che abbiamo l'obbligo di sopportare.
Persino il povero aveva l'etichetta di essere povero e se mai un giorno fosse diventato ricco sarebbe sempre stato definito in quel modo: come un povero pezzente e arrampicatore sociale.
Era la prima impressione quella che contava, quella che si faceva agli occhi del mondo.
Era l'apparire la cosa importante e non di certo l'essenza dietro l'apparenza. E forse era proprio questo quello che mi piaceva così tanto di Andrew, quella cosa che non mi impediva di smettere di pensarlo, quel suo essere così menefreghista del giudizio degli altri tanto da ispirare anche me.
Non seppi neanche io cosa mi spinse a fare quello che feci poco dopo, forse semplice istinto, forse solo voglia di farlo o forse erano i suoi occhi azzurri puntati fissi nei miei ad incantarmi.
L'unica cosa che sapevo per certo era che me ne sarei pentita, quello era sicuro.
Ma in quel momento non volevo pensarci, in quel momento volevo solo godermi quella scelta così sbagliata e allo stesso tempo così terribilmente giusta.
Le labbra di Andrew erano morbide a contatto con le mie e più carnose di quanto pensassi. Ricambiò subito il mio bacio, quasi se lo fosse aspettato, e fu anche stranamente dolce. Lasciai che le sue mani si posassero sui miei fianchi mentre le mie, automaticamente si andavano a osare nei capelli scuri di lui, stringendo leggermente la presa.
Non era la prima volta che ci baciavamo eppure era la prima volta che succedeva di mia iniziativa.
Non seppi neanche io quanto restammo lì a baciarci, quanto durò quel bacio, l'unica cosa che sapevo era che in quel momento l'ultima cosa che avrei voluto fare era staccarmi.
E bravo Andrew Blake, alla fine aveva fatto cadere anche me nella sua grande ragnatela. Dovevo sentirmi onorata forse?
Istintivamente mi venne da ridere, rischiando di rovinare quel momento che sarebbe stato altrimenti perfetto.
«Adesso i miei baci fanno anche ridere?»
Chiese allora lui, un sopracciglio inarcato e l'espressione leggermente scettica sul viso, aveva sussurrato quelle parole così terribilmente vicino alle mie labbra che per un attimo fui tentata di baciarlo nuovamente. Eppure la soddisfazione di fare nuovamente una cosa del genere non gliel'avrei di certo data.
«Forse.»
Mi limitai solamente a rispondere con un sorrisetto furbetto sulla bocca, a cui il moro rispose mordendomi il labbro inferiore. Avevo evitato per così tanto tempo di cadere nel tranello del diavolo e alla fine c'ero caduta con tutte le scarpe, proprio come la più sciocca delle bambine.

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Apr 20, 2020 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

ᴛʜᴇ ʙʟᴀᴄᴋ ʀᴏsᴇWhere stories live. Discover now