Same Eyes

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GENTE ANDATE A LEGGERE LA MIA NUOVA STORIA SU MICHAEL SE VI VA. SI CHIAMA "WEIRD".

-Quindi non sei qui per aver picchiato un ragazzo a scuola.-

Mavis gli accarezzò un braccio, i muscoli si tesero. Lui era forte, non ne aveva dubbi. La sua forza fisica era pari a quella mentale.

-Non esattamente.- biascicò.

-E non mi dirai il motivo.- continuò la ragazza.

Zayn scosse la testa e respirò quando le dita di Mavis gli sfiorarono la spalla scoperta, aveva tirato su le maniche della tuta verde per cercare del fresco sollievo al bruciore delle sue ferite.

-No,- rispose -non è una cosa di cui vado fiero.-

Mavis annuì, si alzò, accarezzando lo zigomo di Zayn. Sapeva che era arrossato, ma la pelle scura copriva la botta fresca. Lui chiuse gli occhi lasciandosi accarezzare.

Era da anni che nessuno lo toccava, si immagina le mani della ragazza con i capelli color neve, ma non era la stessa cosa.

Gli occhi chiusi bruciarono appena.

-Come si chiamava?-

Lo aprì sorpreso, subito dopo li addolcì. Mavis si fermò sotto il mento ispido, guardandolo.

Gli occhi scuri erano vitrei e malinconici.

-Perrie.- soffiò.

Abbassò lo sguardo, Mavis lo vide scostarsi e mettersi le mani davanti al viso.

-Ti manca.- disse la ragazza.

Lui annuì contro le proprie mani.

Mavis gli passò una mani tra i capelli color pece prima di allontanarsi leggermente.

Si incamminò verso la porta della stanza, si fermò di scatto quando un singhiozzo riecheggiò per le quattro mura.

Quel suono l'aveva fatta smettere di respirare, era così nuovo per lei e così sbagliato da sentirlo uscire dalle labbra di Zayn. Lei non si girò, sobbalzò quando sentì di nuovo quel suono. Voleva urlare, contrastarlo con la stessa forza. Fermalo prima che le potesse spezzare il cuore. Un suono poteva essere così potente, per lei era sempre stato così. I suoni rimbombavano nella sua testa come mille rotte, distrutte.

Due braccia la strinsero da dietro, vide i capelli di Zayn spuntare dalla spalla mentre le alcune lacrime le macchiavano la tuta verde. Lei spostò la testa per appoggiarla sopra la sua, strinse le sue mani sopra lo stomaco. Erano una morsa, ferma e di ferro. Dopo poco sentì la spalla umida, le interiora di Mavis si strinsero, diventando piccoli e inutili.

Il corpo di Zayn iniziò a dondolare in una danza lenta e malinconica, Mavis gli accarezzava il dorso della mano con il pollice, lasciandosi cullare.

Lui le accarezzò la clavicola con il naso, strofinandolo delicatamente.

-Tu me la ricordi tanto.- lo sentì sussurrare.

Mavis si girò lentamente, Zayn le prese il viso tra le mani.

Lei lo guardò, aveva lo sguardo perso. Uno di quelli che non hanno mai trovato pace, di quelli che nascondono dolori e mascherano incertezze.

Erano leggermente rossi e umidi. Le labbra schiuse e ansimanti per la fatica del pianto.

-Avete gli stessi occhi.- mormorò.

Mavis gli reggeva lo sguardo, sapeva che se lo avrebbe spostato lui sarebbe crollato ancora di più. Lo fissò avvicinarsi, e si irrigidì quando i loro nasi si sfiorarono.

Zayn sospirò toccando flebilmente le labbra di Mavis, dopo si lasciò cadere sulla sua spalla.

Andando alla deriva di un pianto pazzo e disparato, uno di quelli che solo un sano di mente poteva fare.

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Mavis accarezzava i bordi della cartellina gialla, perdendosi nel foglio bianco.

La spalla era ancora umida delle lacrime di Zayn e la sua mente era piene di emozioni malinconiche.

Se non hai mai perso nessuno, non puoi neanche immaginare cosa si prova.

Lei lo aveva scoperto a 7 anni quando, giocando a schiacciare i pulsanti della macchinetta del pronto soccorso, sua madre si accasciò a terra urlando.

Scosse la testa, Zayn era crollato, il primo dei ragazzi che aveva mollato. E li avrebbe guardati tutti cadere, dal basso. Con gli occhi al cielo mentre la cenere dei loro corpi sarebbe caduta come neve scura. Li avrebbe guardati con compassione e empatia. Li avrebbe aiutai a cadere in modo da non farsi male, senza però farli rialzare.

Mavis strizzò gli occhi, le sue dita si spostarono dall'angolo del foglio fino al centro. Le tre parole erano leggermente in rilievo.

Le sfiorò prima di fissarle:

Niall Horan, Mullingar.

Perchè c'era scritto così poco? E perché Niall è venuto in America dall'Irlanda? Cosa lo ha fatto scappare? Quali sono le sue paure?

-Sono nato il 13 Settembre del 1993.-

Mavis chiuse di scatto la cartella alzandosi dal letto.

Niall era appoggiato alla finestrella, fissava il muro dietro di Mavis con aria assente.

-Sono stato espulso da due scuole prima di trasferirmi in America.- continuò.

Aprì la porta lentamente prima di chiudersela dietro alle spalle con violenza.

Mavis si appoggiò al muro, era la seconda volta che provava paura. Quella vera, quella che ti fa tremare le ginocchia. Quella che ti fa quasi venir voglia di piangere per sconfiggerla.

-Ho un fratello più grande di nome Greg.- sibilò a denti stretti.

I suoi passi puntavano dritti verso Mavis, i suoi occhi non vedevano altro.

Le strappò la cartellina dalle dita.

-Dove l'hai presa?- chiese stringendo la ragazza contro il muro.

Mavis abbassò lo sguardo.

-Al piano degli uffici.- mormorò.

-Cazzo, Mavis!- urlò Niall -Credevo di potermi fidare di te!-

La prese per una spalla sbattendola più forte contro al muro.

-Non lo sai che qui i ficcanaso non sono ben accetti?- domandò alterato.

Mavis mormorò qualcosa prima di cercare di sottrarsi dalla morsa di Niall.

-Te le devo insegnare io le buone maniere?- urlò ancora.

Alzò la mano stretta intorno al fascicolo prima di colpire Mavis sul viso. Un colpo secco, cartaceo.

La sua faccia si girò dal lato opposto.

Dopo, solo il silenzio.

Niall fece cadere il fascicolo a terra prima di prendere il viso di Mavis tra le mani.

Lei aveva gli occhi chiusi mentre quelli di Niall erano spalancati.

Le sfiorò la guancia colpita prima di tirarla contro il proprio petto e stringerla forte.

SORRY

Volevo solo dire che capitolo è corto perché ne metto uno già domani, quindi non iniziate ad insultarmi ahah.

Volevo solo dirvi che ho messo il prologo della storia su Michael "Weird" e se vi va di passare da una storia:

There's something in your eyes.

Di ehjhoran.

Grazie ancora, ci vediamo domani con il nuovo capitolo.

ciao ciao

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