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Yoongi-

Mi misi a guardare la scritta incisa sul mio avambraccio che lentamente stava sparendo.

Presi la lametta che accompagnava regolarmente le mie giornate e lentamente l'incitai ad entrare nella mia pelle. Sentii un lievissimo dolore, ma non avendo premuto troppo, neanche un millimetro della mia espressione impassibile  era cambiato.
La prima volta il dolore che avevo provato si sarebbe potuto paragonare a quello di un acido che mi scavava nella pelle, ma essendo stato fatto con un coltello molto vecchio ed affilato, in confronto, la lametta del rasoio non era nulla.

Ora semmai era un leggero fastidio, purtroppo.

Ogni volta che lo facevo mi veniva in mente il dolce profumo di mi madre, e mi ricordavo di tutte le serate ad ascoltare mio padre mentre suonava il pianoforte...Quando ero piccolo amavo molto la mia famiglia.

Semplicemente pensavo che dovessi morire io in quel maledetto incendio, non loro.

Amavo da morire anche il mio ex migliore amico, Jackson:
lui aveva avuto la splendida idea di scopare con la mia ragazza delle medie dentro casa mia e di mia nonna.

Ed infine lei stessa, mia nonna...Lei l'amavo veramente tantissimo, oserei dire più di tutti.
Dopo la morte dei miei mi prese sotto la sua ala protettrice...morì di cancro in uno stupido lettino di ospedale quando avevo solo quattordici anni, lasciandomi la casa ed i suoi soldi.
Quattro anni e mi mancava ancora come il primo giorno.

Ecco perché non volevo più innamorarmi.
Amare era soffrire.
Forse perché alla mia vita ci tenevo almeno un pò, ed amare mi avrebbe solo indebolito ancora di più; ma purtroppo quella volta mi ero davvero innamorato troppo presto...Jimin...
Ci avevo parlato letteralmente solo due giorni.
E già faceva parte della mia vita.

L'avevo dovuto riaccompagnare a casa ieri e mi stava praticamente svenendo in braccio...mi sembrava così sciupato...

Smisi di tagliarmi quando la sveglia che segnava il momento in cui mi sarei dovuto svegliare per andare a scuola suonò.
Aspettai che il sangue smettesse di uscire dalla ferita, ed andai a cambiarmi, facendo attenzione al braccio, che praticamente non riuscivo a piegare.
Sarei andato in bus, dopo il giorno passato sentivo l'obbligo di controllare costantemente Jimin.

Avevo un brutto presentimento.

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-Terza persona

Jimin tornò a casa con Yoongi, il giorno prima.

Si sentiva svenire, e lo stomaco gli si contorceva dalla fame.
Entrò in casa e salutò il suo coinquilino Hoseok che mangiava pop corn guardando un film, tranquillamente piazzato sul divano.
Lo squadrò da capo a piedi.

《Hey Jimin, ti unisci a me? Non mangiamo insieme da quasi due settimane.》chiese facendogli posto.
《N-no Hobi, mi dispiace...non ho fame》
《Oh, okay.》

Salì le scale e per poco non inciampò su un gradino.
Yoongi gli aveva detto di riposare, ma al contrario il ragazzo una volta entrato nella sua stanza cominciò a fare esercizi.

Aveva così tanta voglia di mochi...

Devi distrarti. Non ti senti soddisfatto ad avere lo stomaco quasi vuoto?

Si fermò dopo due ore, quando cominciò a vedere nero . Andò davanti lo specchio, e con un pò di esitazione si alzò la maglietta.

Niente. Neanche il minimo cambiamento.

Fai schifo.

Guardò tutto quel grasso in realtà inesistente con disprezzo.
Sentì improvvisamente una forza vanirgli da dentro. Rabbia.
Era incazzato, con se stesso e con il mondo.

Si spostò nella loro piccola palestra che usavano per ballare lui e Hoseok. 
Era una stanza che aveva al massimo dici metri quadri, circondata da specchi e senza finestre.

Pur avendo i capelli sudaticci attaccati alla fronte e le vene che gli stavano praticamente esplodendo fuori dalla pelle, sentiva comunque freddo.

Aprì lo stereo su una canzone al pianoforte e cominciò a ballare delicatamente.
Sentì le parole vanirgli fuori dalla bocca per istinto, così cominciò a canticchiare delicatamente.

Un passo...due...e tre...

Jimin cadde a terra sfinito.

Chissà quanto tempo fosse passato.
Passava così in fretta quando si divertiva.
Aprì leggermente gli occhi e notò una spremuta accanto a sé.

《Grazie Hobi...》sussurrò vedendolo uscire lentamente.

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AutobusWhere stories live. Discover now