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Yoongi -

Jimin.

Quello stronzo non si faceva vedere da tre fottute settimane.

Ero anche andato a casa sua, e mi apriva sempre Hoseok, dicendo che Jimin non era in casa, seppure sentissi la musica al piano di sopra.
A suola o in bus non lo vedevo mai.

Dove si era cacciato lo schricciolo? Mi mancava.

Stavo camminando per le strade di Seoul, in un piccolo parco vicino al centro città.
Avevo le cuffie alle orecchie, ed il naso come sempre rivolto all'insù, per guardare le nuvole muoversi lentamente.
Il cielo era magnifico...soprattutto perché loro erano lì in mezzo, a controllarmi e proteggermi.
Li amavo tutti così tanto anche se mi avevano abbandonato, e questo mi faceva malissimo.

Ero totalmente distratto nei miei pensieri che non notai il ragazzino che mi venne addosso di corsa.
Sentii un peso sul petto, e indietreggiai per lo schianto; la figura cadde.

Non potevo dire chi fosse, visto che aveva il cappuccio ed una mascherina sulla faccia.
Era estremamente magro, i leggins da fitness erano attillati, ma gli stavano quasi larghi.
La felpa era molto grande per il suo corpicino esile.
Gli porsi una mano per farlo alzare, ma come feci per tirarlo sù , mi si alzò la manica, così fui costretto a mollagli la mano per abbassarla.
Il ragazzo cadde sulle ossa del sedere, lanciando un gemito.

Quella fottuta voce.

《Jimin?!》urlai rialzandolo con una sola e semplice mossa.

Era molto leggero.

《 Oh?Yoongi hyung? Cosa ci fai quì?》sbiancò l'altro.
Io lo ignorai totalmente e lo abbracciai di slancio.
Non sapevo il perché ma per istinto mi venne da buttarmi tra le sue braccia e così feci...Mi era mancato come l'aria.

Lui inizialmente fu scioccato, ma poi lentamente avvolse le sue esili braccia attorno alla mia vita.
《Che cazzo stai facendo Jimin? 》dissi staccandomi e toccando le sue ex guanciotte paffutelle, ora incavate.

《L-lo so che devo migliorare...tranquillo, ora dimagrirò e sarò come mi hai sempre sognato...ancora poco e poi raggiungerò il mio obbiettivo... lasciami solo correre...》sussurrò Jimin senza fiato.

Poi si rese conto di quello che aveva detto e lo vidi impallidire.
Una lacrima scese dalla sua guancia.

《J-jimin t-tu...?》cominciai.

Ma lui si girò e fece per correre via.
Lo presi subito per un polso e lo feci girare dal mio lato senza dosare la forza e senza calcolare il peso del suo corpo, così si ritrovò a pochi centimetri dal mio viso.

《Perché scappi sempre dai tuoi problemi? Oggi ti controllerò tutto il giorno. Andiamo da Hoseok, da adesso fino a quando non prenderai i chili persi, tu vivrai con me. E non provare a rifiutare Jimin, non azzardati.
Ti sei almeno visto!? Sei un disastro...》dissi.

Lui mi fissò per tre secondi, che mi sembrano ore.

Poi sorrise tristemente.
Ridacchiò.
Poi la sua risata improvvisamente diventò un pianto isterico.

Realizzai quello che gli avevo detto.

《Oh cazzo... Jimin, scusa...non intendevo quello...sei perfetto, intendevo-》
《N-non serve...ho capito...》
Gli presi la mano e lo trascinai verso casa mia sentendomi in colpa.

Stavo veramente ospitando un ragazzo di cui non avevo neanche il numero e che conoscevo da neanche un mese e mezzo a casa mia?

In realtà ancora non lo sapevo, ma avrei fatto di tutto per la persona che amavo.

Ed io credevo veramente di amarlo.
Per Jimin questo ed altro.

-★

AutobusWhere stories live. Discover now