15

602 30 0
                                    


Yoongi-

Fu così che arrivai in ospedale.

L'alcool della serata con Taehyung che scorreva ancora nelle vene, i capelli scompigliati ed il cuore che cercava di non fermarsi per la forza con cui batteva.

Mi sedetti su una sedia in una sala d'attesa con tutta la naturalezza possibile per un ubriaco e mi misi a fissare il muro, praticamente dormendo con gli occhi aperti.
Sentivo ancora i sensi attenuati, ma vidi un infermiere uscire serio dal suo studio.

Scattai in piedi come una molla, facendo svegliare Taehyung e Jungkook che stavano dormendo abbracciati, seppur ci fossi io in mezzo.

《Bene ragazzi. Siete i fratelli di Jimin? O dei parenti? 》
《I parenti di Jimin vivono in America. Come sta? Cosa gli succede? 》chiese Taehyung fissando l'uomo negli occhi con uno sguardo assonnato ma attento.
《Oh bene, il signorino Park ha avuto solo un calo di zuccheri.
Si dovrebbe svegliare entro tre giorni...sennò dovremmo fare degli accertamenti. 》disse.

《Possiamo andare a trovarlo? 》chiesi subito.
《Mi dispiace ragazzo, ma dovrai farti passare totalmente la sbronza. Stessa cosa per il tuo amico. Invece lei...- ed indicò Jungkook - può entrare, se è un parente.》

《Oh, la prego è importantissimo per me...》comincai a ribattere.
《Perché sarebbe così importante? Amici o non amici, il ragazzo non può ricevere visite, soprattutto considerando che sono le tre e le visite hanno chiuso ben sette ore fa.
《La prego, io sono....io sono il suo ragazzo....》risposi cercando di non seppellirmi dall'imbarazzo.
L'infermiera fece inizialmente una faccia disgustata, ma poi lo guardò negli occhi in modo serio e gli concesse cinque minuti stretti.
Velocemente, mi avvicinai alla porta che mi avrebbe fatto rivedere Jimin con i brividi freddi che mi risalivano lungo tutta la colonna vertebrale.

Feci leva sulla maniglia, ma poi mi fermai per un istante, non sicuro di avere il coraggio di vederlo in quello stato.

Jimin era collassato e non era una cosa da poco.

Restai a fissare la porta davanti a me per quasi un minuto intero, ma poi, con un sospiro triste, mi ricordai che quello sarebbe probabilmente stato l'unico modo di vederlo per un bel pò di tempo.
Aprii la porta e vidi il suo corpicino magro adagiato sul lettino bianco, collegato a varie macchine.

Il battito lento rimbombava nella stanza chiusa.
E poi, tutti quegli aghi conficcati nel suo braccio.
Tutto aveva un area esasperante.
Nel suo naso era pure stata inserita una flebo per nutrirlo, che confermò soltanto le mie teorie.

Mi avvicinai e gli lasciai un bacio casto sulla fronte, abbastanza calda.
《Torna presto Jimin, ti prego...n-non saprei c-come vivere senza di t-te...e-》ormai piangevo forte, ed i singhiozzi erano sempre più rumorosi. Ora che ero solo, ero riuscito finalmente a liberare i miei sentimenti.
Mi vidi riflesso nel vetro della finestra e subito pensai a quanto fossi un disastro: i capelli tinti di castano chiaro, con una molto evidente ricrescita nera erano scompigliati e sparati in aria, gli occhi castano scuro completamente rossi dal pianto, dal fumo e dall'alcool e circondati da borse scure.

Dalle maniche della felpa si notavano le bende arrotolate sulle braccia, così mi affrettai ad abbassarle per coprirle, sperando che nessuno avesse visto.
Mi asciugai le lacrime e mi sistemai i capelli alla ben e meglio, e tornai a fissare Jimin, tenendogli stretta una mano.
Un'idea un pò stupida mi passò per la mente, ma volevo veramente capire fino a che punto si fosse spinto.
Gli abbassai le coperte, stando attento a non staccare nessuna flebo o qualsiasi altro aggeggio che lo stava aiutando a rimanere in vita e che non mi portava ricordi stupendi.

Odiavo gli ospedali.
Le stanze verdi e bianche, il silenzio attraversato da colpi di tosse o starnuti dei malati, l'odore nauseante del cibo...e soprattutto quei lettini.
Quei lettini mi avevano fatto molto male: Gli ultimi respiri di mia nonna...un bambino coperto da bruciature e tagli indelebili che piangeva e si dimenava insistentemente sul lettino... ed i miei genitori che morivano in silenzio al posto mio.

Sentii le lacrime risalire, ma le ricacciai indietro.

Presi un respiro profondo ed alzai la maglietta a Jimin, lasciando finalmente i miei occhi traboccare.

Jimin aveva le costole che spuntavano fuori dalla sua pelle come se si volesse strappare da un momento all'altro, la vita strettissima e le ossa del bacino esageratamente in rilievo. Delicatamente gli presi un braccio, e notai quanto anche quello fosse estremamente magro.
Per non parlare poi delle gambe, che avevano la circonferenza pari a quella delle mie a sette anni.
Gli accarezzai una guancia dolcemente.

Volevo solo che sapesse quanto bello fosse in realtà...

Gli occhi mi si bagnarono per l'ennesima volta, ma subito si fermarono quando entrò il dottore: era un ragazzo che sembrava avere a malapena una ventina d'anni, molto alto e magro, che mi si avvicinò e mi strinse la mano con un sorriso sul volto.

《Piacere...io sono Hyungwon, il dottore che ha sotto custodia Jimin.Vorrei chiederti qualcosa se non ti dispiace.》
Annuii timidamente, tenendo la mia mano e quella di Jimin intrecciate dietro la schiena.
《Allora...iniziamo: Jimin ha mai avuto problemi di peso? Pratica qualche sport? Mai sofferto di anoressia o bulimia?Ha mangiato bene in quest'ultimo mese?
《Jimin sembrava stare bene fino a qualche mese fa. La prima volta che l'ho visto sembrava totalmente in salute. Il nostro secondo incontro cominciava già a farmi preoccupare a causa dell'espressione sul suo volto...poi è semplicemente sparito sotto i miei occhi...Ha cominciato a mangiare pochissimo ed allenarsi molto, sia nel ballo che nella corsa o altre attività simili. 》risposi un pò incerto.

《Posso chiederle un'informazione? 》chiesi poi.

《Ma certo. 》

《Sa quanto pesa Jimin? 》

《È di questo quello di cui volevo parlare...》cominciò.

《Jimin pesa 43.7 chili. Se salta anche solo un'altra settimana di pasti, dubito che sarà ancora vivo per poterlo rifare quella dopo.

-★

AutobusWhere stories live. Discover now